Cronaca

Terremoto in Abruzzo: 260 morti e ancora dispersi

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Updated – L’AQUILA — Si aggrava il bilancio delle vittime: 260 i morti accertati, di cui 16 bambini. I feriti sono 1.179 e i dispersi superano la decina: si continuerà a scavare fino a domenica. E intanto la terra continua a tremare. Da ieri sera a stamattina si sono verificate nuove scosse di terremoto, di cui una forte: 5,3 gradi della scala Richter, molto vicina ai 5,8 gradi di quella di lunedì, che ha distrutto mezza regione.

Non è ancora il momento di tirare il fiato, di pensare che, andata come è andata, è finita. Perchè la terra continua a tremare sull’Appennino abruzzese. Da lunedì, quando in 20 secondi ha spazzato via la normalità dall’esistenza della popolazione locale, non ha ancora smesso e la paura è ai massimi livelli.
 
Mentre i soccorritori, 8.500 secondo gli ultimi dati comunicati poco fa dal Presidente del Consiglio, continuano a scavare sotto le macerie, continuano infatti a verificarsi nuovi forti sismi. "Aftershocks" le chiamano gli esperti, scosse secondarie. Anche se quella che si è verificata ieri sera alle 19.47 è stata di 5,3 gradi della scala Richter. Fortissima, se si pensa che quella di lunedì che ha distrutto mezza regione era di 5,8.
 
E poi ancora. Alle 23 e 30 di ieri sera i sismografi hanno registrato una scossa di 4,2 gradi della scala Richter. Poco dopo un’altra, di 3,7. Questa mattina alle 6,27 l’ultima di pari intensità, di circa 10 lunghissimi secondi. La gente, rifugiata nelle tendopoli, nelle macchine, nei pullman del servizio pubblico, nei treni, non dorme e ascolta il rumore degli edifici che finiscono di crollare. Come la cupola della Basilica di Santa Maria del Suffragio a L’Aquila, conosciuta come la Chiesa delle Anime Sante, distrutta dopo l’ultima forte scossa.
 
Il numero dei morti sale ancora. L’ultimo bollettino di pochi minuti fa parla di 260 vittime, di cui una decina non ancora identificate. Ma le ricerche di possibili sopravvissuti continuano, la speranza sostenuta anche dall’ultimo ritrovamento avvenuto questa notte, di una ragazza di 20 anni, trovata viva dopo 42 ore dal crollo. La giovane è stata estratta viva da sotto le macerie di una palazzina crollata vicino al centro storico dell’Aquila, sotto Villa Gioia.
 
Il ministro dell’Interno Roberto Maroni ha comunicato che le ricerche continueranno fino a domenica, e poi si procederà alla messa in sicurezza degli edifici e inizierà il lavoro di ricostruzione. Secondo il capo dei vigili del fuoco, Antonio Gambardella, mancano all’appello ancora 20-30 persone, di cui 4 o 5 sono probabilmente nei sotterranei della Casa dello Studente crollata a L’Aquila. Diverse le stime fornite dal ministro per i Rapporti con il Parlamento, Elio Vito, che parla di 11 dispersi.
 
I feriti ammontano a 1.179. Gli sfollati sono circa 25mila, dislocati tra i vari centri di accoglienza allestiti rapidamente sul territorio. In una conferenza stampa da L’Aquila Berlusconi ha comunicato che sono al lavoro 8.500 soccorritori, organizzati in 5 centri operativi. Il premier, che ha garantito che a breve se ne aggiungerà un sesto, ha parlato di soccorsi "soddisfacenti" e di uno "sforzo straordinario" per l’allestimento delle tendopoli, che ospitano al momento 17.772 persone. Per evitare poi di essere congestionati dall’arrivo di merce, testimonianza della grande solidarietà del Paese, ha invitato la popolazione a trasformare le offerte in soldi.
 
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sarà in Abruzzo domani mattina alle 9.30, e probabilmente parteciperà ai funerali di Stato delle vittime, fissati per venerdì.
 
E mentre si inizia a pensare al dopo, alla ricostruzione, ovunque nel Belpaese ci si domanda se tutto questo si poteva evitare. Dove stanno le colpe e di chi sono. Gli esperti esprimono pareri sulla prevedibilità dei terremoti, e dalla comunità scientifica che in maggioranza la considera impossibile sulla base delle conoscenze attuali, arrivano anche le prime parole discordanti. Come quelle dei docenti dell’Università di Bari e Pisa che vedono nel Radon, il gas utilizzato da Giuliani come indicatore dell’attività sismica, una possibile strada di ricerca, ad oggi non ancora studiata a sufficienza.
 
Valentina d’Angella
 
 
 

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