Itinerari

Facile gita in Valle d’Aosta verso il Rifugio Prarayer e il larice monumentale di Gordzé

Si cammina su una comoda poderale lungo le rive del lago di Place Moulin, in Valpelline, per poi inoltrarsi nel vallone che porta al cospetto di “La Brenva Foula”, ovvero il “larice matto”

Oltre il muraglione della grande diga di Place Moulin, questo angolo di Valpelline mostra un aspetto da Grande Nord, con un’estetica da “fiordo valdostano”, con la superficie d’acqua immota e gelata così come le montagne che ne delimitano il perimetro. Curioso pensare che, oltre la catena delle Grandes Murailles e delle Petit Murailles, sul lato orografico sinistro, si trovi la Valtournenche, un vero e proprio tempio dello sci da discesa e del turismo mondano. La Valpelline, invece, offre scenari assai diversi e veramente aspri e selvaggi, soprattutto se si superano i 2000 metri. La diga di Place Moulin è l’unica grande opera dell’uomo, a queste latitudini. Per rendersene conto è sufficiente iniziare a camminare l’ungo il sentiero che fiancheggia il lago e volgere gli occhi al cielo per osservare gli imponenti ghiacciai di Tsa de Tsan e delle Grandes Murailles, tra i più estesi della Valle d’Aosta. La gita al rifugio Prarayer, in inverno, è semplice e pianeggiante con solo qualche lieve saliscendi. È da svolgersi, però, con manto nevoso stabile e consolidato. Ci sono, infatti, alcuni punti e canaloni laterali meno protetti che possono convogliare distacchi di slavine e valanghe. Anche il punto di parcheggio può variare, a seconda della percorribilità della strada. In caso, si parcheggia un po’ sotto la diga, prima del parcheggio estivo. La vera sorpresa dell’itinerario è il magnifico bosco secolare, poco oltre il rifugio Prarayer, con il grande larice di Gordzé, vero e proprio gigante, praticamente un leggendario Ent del Signore degli Anellidi Tolkien.

L’itinerario 

Partenza: Bionaz (AO); loc. diga di Place Moulin
Dislivello: + 210 m
Tempo di percorrenza: 4 ore (a/r)
Difficoltà: E

In genere l’itinerario inizia dal piazzale della diga di Place Moulin (1950 m). Se la strada non è sgombra dalla neve, però, può capitare di dover iniziare il percorso prima, a volte anche poco dopo l’ultima frazione di Bionaz. Dalla diga si imbocca l’ampia mulattiera che costeggerà il lago per tutto i suoi cinque chilometri di lunghezza, lungo il versante idrografico destro. Il paesaggio, oltre la diga, assume un aspetto grandioso, selvaggio, con un’estetica d’alta quota, soprattutto osservando gli apparati glaciali di Tsa de Tsan e delle Grandes Murailles. La quota media delle montagne della zona è molto elevata, anche se da questo punto la Dent d’Hérens e il Cervino non sono visibili. Si ignora la deviazione, sulla sinistra, per la Comba d’Oren e si continua sulla principale, allontanandosi leggermente dal lago, per giungere ad una cappella e alle limitrofe baite di La Lé. Si sale ora su una breve, ma ripida rampa che raggiunge il Rifugio Prarayer (2005 m) e alcune costruzioni  limitrofe (in genere il rifugio è aperto anche durante il periodo di Pasqua, e nel mese di aprile). Si cammina ora, lasciando il rifugio alle spalle, verso la testata, entrando nel bosco di Gran Plan e ciaspolando in leggera salita si raggiunge la meta dell’itinerario, con l’inconfondibile larice di Gordzé (2080 m), segnalato anche da un cartello che potrebbe essere visibile anche in inverno. Il gigante è circondato anche da altri larici secolari, compendio di un ambiente veramente particolare. Ritorno per la stessa via di salita.

Da vedere: La Brenva Foula, il larice monumentale di Gordzé

Ha ormai superato i 500 anni, una veneranda età anche per un larice (Larix decidua Miller), conseguendo il titolo di “ Pianta Monumentale Nazionale” e  “Pianta Monumentale Regionale”, grazie ad altezza (23 metri), circonferenza (540 cm) ed età. Tra le peculiarità di questo larice nei pressi di Gordzé vi è anche la sua resistenza all’autunno, essendo l’ultimo, nel suo bosco, ad assumere la colorazione di stagione e a perdere gli aghi. In primavera, è il primo a giovarsi della ricrescita e del verde smeraldino degli aghi. Grazie alla sua dimensione e alla lunghezza delle radici, infatti, riesce ad assumere acqua e nutrimento in profondità. Caratteristica unica che, probabilmente, ha contribuito al conferimento dell’appellativo di  “La Brenva Foula”, ovvero il “larice matto”. All’inizio del XX secolo, i ghiacciai di zona erano molto vicini a questo bosco e a questo grande larice. La sua posizione è preziosa, quindi, anche come testimonianza della retrazione del ghiaccio.

Come arrivare

Da Aosta si seguono le indicazioni per il Colle del Gran San Bernardo e per il comune di Valpelline, dove si prosegue per Oyace, continuando per Bionaz e seguendo le indicazioni per Place Moulin che si raggiunge dopo numerosi tornanti su strada asfaltata.

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