ItinerariSci alpinismo

Con gli sci o le ciaspole sulla vetta dell’Arp Vieille, in Valgrisenche

Bella, e non difficile, escursione in uno degli angoli più selvaggi della Valle d’Aosta. I meno esperti, o meno allenati, possono fermarsi all’alpeggio dell’Arp Vieille, concedendosi comunque una giornata speciale

“Vi propongo qualche escursione in Valgrisenche; è un paese defilato, freddo e selvaggio, ma offre motivi di interesse e soggetti d’esplorazione del tutto nuovi”.

Così l’abate Gorret inizia, nel lontano 1867, un articolo per la rivista del Cai. Con rispetto assoluto per l’abate, antesignano e pioniere della  promozione del turismo in Valle d’Aosta, anche io propongo un’escursione invernale in Valgrisenche: la salita all’Alpe Arp Vieille ed eventualmente la prosecuzione verso la vetta dell’Arp Vieille interessante sia per le ciaspole, sia per lo skialp.

Molto è cambiato dai tempi dell’abate ma la valle è ancora meta ideale per chi intende vivere una montagna autentica, lontana dai grandi flussi turistici invernali, con solo un piccolo impianto da sci e uno snow park, ideale per famiglie. La valle annovera, tra le sue cime principali, vette alte e imponenti, come la Testa del Rutor, la Becca di Suessa, la Grande Sassière, la Becca della Traversière, la Grande Rousse e la Grande Traversière, tutte con quote superiori ai 3000 m.

Lunga, impervia e scoscesa, la Valgrisenche è delimitata da imponenti pareti rocciose, con i fianchi ammantati da folti boschi di larice, con un’estetica molto simile a come doveva essere ai tempi dell’Abate Gorret: “di sopra i monti, di sotto i precipizi che piombano nelle acque del torrente. Sulla riva destra un pendio talmente ripido che farei meglio a chiamarlo parete, c’è una foresta fitta abbastanza da coprire la nudità della roccia. Ma davanti non si vedono che rocce, balze e precipizi dominati dalla superba vista dei ghiacciai sopra Planaval”.

L’itinerario

Partenza: Valgrisenche, loc. Bonne (1810 m)
Dislivello: + 1153 m
Tempo di percorrenza: ciaspole 5.30 ore (a/r) , skialp 3.45 ore (a/r)
Difficoltà: MS (scialpinismo); EE (ciaspole).

L’itinerario è semplicissimo nella prima parte, sino all’alpeggio Arp Vieille (2270 m) e piuttosto impegnativo nella seconda parte, per la salita al Mont de l’Arp Vieille (2963 m) ove sono necessarie condizioni di neve stabile e, in caso di superficie dura o ghiaccio, i ramponi, spesso utili per affrontare la parte terminale. Anche solo fermandosi all’alpeggio dell’Arp Vieille la gita è molto panoramica, soprattutto sulla Grande Rousse e sulla Grande Traversière.

Da Bonne si cammina sulla strada, generalmente innevata, che costeggia il lago artificiale di Beauregard (versante orografico sinistro), sino ad una deviazione sulla destra dove cartelli gialli ed una bacheca indicano la direzione. Si sale, quindi, sull’ampia e semplice interpoderale, tra un bel bosco prevalentemente di larici, dai quali spiccano le cime del versante orografico destro della valle. Salendo, la vista diviene via via più ampia, in particolare sulla Becca di Tei, sulla Punta di Rabuigne e sulla Grande Rousse.

L’ampia interpoderale sale docilmente sino ad una casa tradizionale ben ristrutturata. Si continua, sempre senza alcuna difficoltà, lungo la strada principale sino a giungere su un ampio pianoro che si percorre verso monte giungendo alle case in pietra dell’Alpe Arp Vieille (2270 m; 1,30 ore da Bonne, + 460 m). Si torna sui propri passi per alcuni metri, arrivando al centro del vallone per salire su pendio docile, puntando in direzione della dorsale su cui si erge la cima dell’Arp Vieille, una modesta elevazione a forma di triangolo.

Si prosegue, deviando a sinistra, per pendii ripidi e tratti inclinati che richiedono attenzione. Si sale su terreno ripido, sino alla quota ove sono visibili i resti di una baita, generalmente individuabili anche in inverno. Senza raggiungerla si continua sulla destra con vari zig zag, sino ai ruderi di un’altra baita, da dove si sale sulla dorsale con alcuni tratti esposti (ramponi e piccozza spesso necessari) per poi affrontare la crestina finale che alterna tratti di neve e ghiaccio con roccette – se scoperte richiedono attenzione – che conduce alla croce di vetta. La vista è splendida sulle vette della Valgrisa ma anche su Cervino, Monte Rosa e Gran Paradiso. Ritorno per la stessa via di salita. Indispensabile l’attrezzatura per l’autosoccorso, ARTVA, pala e sonda.

Il nome Valgrisenche

Le ipotesi sulle origini del nome Valgrisenche sono più di una. Una delle caratteristiche della valle è la presenza di numerosi laghi, favoriti da grandi ghiacciai e dalle abbondanti precipitazioni, da cui sembrerebbe derivare il toponimo di “Valgrisa”, valle grigia, come la chiamano ancora oggi i suoi frequentatori più affezionati. Il toponimo di Valgrisenche potrebbe però derivare anche da un antica leggenda, secondo la quale una mucca grigia della zona della Tarantaise, nella vicina Francia, valicava il Col di Mont assentandosi per ore per poi tornare tranquilla e ben pasciuta. Incuriositi, i pastori la seguirono e videro, dal colle, lo spettacolo di fertili pascoli e prati fioriti. Chiamarono così questi luoghi “valèe de la vache grise”, che divenne poi Valgrisenche.

Un’altra ipotesi prende in considerazione una derivazione latina, ovvero “Vallis Graia”, nome dovuto alla posizione centrale della valle rispetto alle Alpi Graie. Ultima ipotesi, probabilmente, di origine valligiana, sembrerebbe far derivare il nome dalle ripide e scoscese pareti di roccia grigia.

Come arrivare

Dall’uscita di Aosta Ovest sulla A5 si segue la statale 26 fino ad Arvier. Subito dopo si trovano sulla sinistra le indicazioni per Valgrisenche. Risalire l’intera vallata fino al capoluogo e alla successiva frazione di Bonne.

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