Itinerari

Due itinerari con le ciaspole nella silenziosa Valle di Saint Barthélemy

La vallata valdostana offre interessanti itinerari per escursionisti non molto esperti o curiosi di scoprire angoli poco frequentati della Regione

Quando si risale la valle di Saint Barthélemy sembra quasi di trovarsi in un luogo sperduto, ben diverso dalle valli più turistiche e rinomate della Val d’Aosta. E’ una zona che si visita quasi per caso, o semplicemente perché prima o poi, passando vicino al casello di Nus, diretti altrove, ci si chiede dove possa condurre la strada che si inerpica ripidamente per poi perdersi, dopo un paio di tornanti, nel fitto della vegetazione. Ai grandi larici che costeggiano la rotabile si alternano spettacolari vedute sulle montagne della Valle della Dora. Spiccano soprattutto le forme eleganti di quelle che sembrano essere quasi due piramidi gemelle, ovvero la Grivola e il Mont Emilius, cime di rara eleganza estetica. La valle si biforca in due solchi, quello di Praz e quello di Lignan (1633 m), l’abitato principale. Il piccolo capoluogo mantiene ancora le caratteristiche dell’abitato di montagna, il tipico “hameau” valdostano, con abitazioni e fienili in legno e pietra che circondano la bella caratteristica chiesetta della quale sembrerebbero esserci documenti risalenti a partire dal 1153. La valle, estranea ai caroselli sciistici, è luogo ideale per vivere la natura innevata, tra boschi, baite, alpeggi, con panorami su cime di quota ragguardevole, sopra i 3000 metri, come il Monte Faroma (3073 m), il Monte Pisonet (3205 m), la Becca del Merlo (3234 m), la Becca d’Arbière (3320 m) e la Becca di Luseney (3504 m), turrita, imponente e isolata. Lungo alcuni itinerari, la vista si amplia anche sulle cime del Monte Rosa.

Le ciaspole trovano i loro tracciati ideali grazie alle numerose strade interpoderali che consentono di muoversi in buona sicurezza. Alcuni itinerari sono battuti e segnalati, con appositi cartelli, proprio per l’escursionismo invernale. Notevoli anche le piste da fondo. L’itinerario per Tza Fontaney è uno dei percorsi più panoramici della zona, un vero classico, con scorci particolarmente spettacolari. Il percorso per il Rifugio Magià è semplice e si svolge su una pista agricola, con lunghi tratti in piano.

Alpe Tza Fontaney – Mont Morion

Partenza: Porliod (1876 m)
Arrivo: Alpe Tza Fontaney (2302 m); Mont Morion (2700 m)
Durata: 2 ore; ancora 1.30 ore per proseguire al Morion
Difficoltà: Semplice, generalmente pistato, sino all’Alpe Tza Fontaney. Difficile il Morion
Dislivello: + 426 m; + 400 m, per proseguire al Morion
Periodo consigliato: da dicembre a marzo

La gita a Tza Fontaney è panoramica, adatta a tutti e su terreno sicuro. L’itinerario si svolge in uno splendido bosco di larici secolari e, nell’ultimo tratto, in pianoro d’ampio respiro, con bella vista anche sulle cime del Monte Rosa. Necessarie precauzioni e neve assestata se si desidera proseguire nei dintorni dell’Alpe Tza Fontaney o, magari, sino alla Cima del Mont Morion. Da Lignan si prosegue fino all’ampio parcheggio di Porliod (1876 m, indicazioni Venoz e Cret), con vista sul Mont Emilius. Si seguono, per pochi metri, le indicazioni della pista di fondo fino ai cartelli gialli (sulla sinistra, visibili anche in inverno) che segnalano i percorsi.

Si sale su comodi tornanti l’ampia mulattiera e, superato un gruppo di baite, si giunge a un bivio segnalato da cartelli gialli, generalmente visibili. Si prosegue sul sentiero di sinistra, puntando verso il bosco (n. 11 b per il Santuario di Cuney) che sale ripidamente. Si cammina tra gli alberi sino ad uno spazio aperto con alcune baite, per lo più sepolte dalla neve. Si rientra ora nel bosco e si sale con comodi tornanti lungo la strada agricola. Quando spiana si devia nel bosco e, senza via obbligata, ci si addentra tra i larici fino a raggiungere una zona spoglia dove, repentina, appare la mole del Monte Faroma. Ancora un tratto di breve salita e si giunge all’Alpe Tza Fontaney (2302 m), un gruppo di baite recentemente ristrutturate e ben visibili, anche in caso di abbondanti nevicate. La vista, a 360°, spazia dal vicino Monte Faroma (3073 m) alle montagne del Col du Salvè, alle docili forme del Monte Morion (2700 m), alle masse glaciali del gruppo del Monte Rosa che spunta imponente. Verso valle si possono ammirare il gruppo del Mont Emilius, della Grivola e le montagne della Valle della Dora.

Volendo è possibile proseguire sino alla Cima del Mont Morion (2700 m). Si raggiunge il Col du Salvè (2568 m), salendo il ripido pendio (attenzione alle condizioni del manto nevoso). Si risale poi la cresta della cima (sulla destra nel senso di marcia) che degrada, ripidamente, proprio verso il valico. Alcuni tratti sono notevolmente inclinati e potrebbe essere necessario l’uso dei ramponi e della picozza. Per il Morion, è necessario un buon allenamento e prestare attenzione alle condizioni del manto nevoso che devono essere assolutamente stabili e sicure (1,30 ore da Tza Fontaney alla cima).

Al Rifugio Magià

Partenza: Praz Fontaney (1756 m)
Arrivo: Rifugio Magià (2007 m)
Durata: 2 ore
Difficoltà: semplice, interpoderale
Dislivello: 250 m
Periodo consigliato: da dicembre a marzo

Parcheggiata l’auto a Praz Fontaney (1756 m) ci si avvia su strada agricola e, con tornanti oppure tagliando per i prati innevati, si sale per alcuni metri, passando a fianco delle costruzioni edificate sul pianoro di Chancombre. Si arriva ad una interpoderale innevata che si inoltra in un bosco di larici. L’itinerario prosegue pianeggiante, alternando visuali sulle montagne che separano la valle di Torgnon e il gruppo della Becca del Merlo con scorci sul contrafforte delle montagne che separano la Valle di San Barthélemy dalla Valpelline. Il sentiero prosegue nel bosco, costeggiato da larici e aghifogli sempreverdi. Dopo un paio di curve pianeggianti, si raggiungono la piana di Les Vayoux e le strutture dell’omonimo alpeggio (1981 m), anfiteatro panoramico d’ampio respiro sul Monte Miracolo (2621 m), sulla Cima Bianca (3009 m) e sul gruppo Livournea (3282 m) – Luseney (3504 m).  Cartelli, tra i quali uno in legno molto evidente anche in inverno, indicano la direzione per il Rifugio Magià che si raggiunge in una ventina di minuti, senza alcuna difficoltà.

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