Escursione al rifugio Pradidali, con vista sulle Pale di San Martino
Salita lunga ma gratificante in una vallata non troppo frequentata delle Dolomiti orientali. Inaugurato nel 1896, è stato base di partenza per clamorose salite di (tra i tanti) Castiglioni, Detassis e Manolo
Situato al culmine dell’omonima valle, il Rifugio Pradidali è luogo panoramico d’eccezione ai piedi di un articolato anfiteatro di cime. Dal rifugio la vista spazia su un ampio panorama che si conquista dopo una lunga salita con un migliaio abbondante di metri di dislivello. Si parte dal fitto bosco di abeti, tipico del Parco Paneveggio Pale di San Martino, all’altezza delle strutture ricettive del Cant del Gal e della Ritonda. L’ascesa è accompagnata anche dalla fragorosa voce del torrente Pradidali.
Dal rifugio, in particolare, spiccano: Cima Canali, Cima Wilma, Campanile del Lago, Cima Immink, Cima Pradidali, Cima di Ball e il Sass Maòr, con la sua erta e alta parete. Il Rifugio è base per numerose escursioni, traversate (Alta Via 2), ascensioni e vie d’arrampicata. La salita, pur lunga e faticosa, con un tratto attrezzato con corde fisse, non presenta particolari difficoltà. Il rifugio è stato frequentato da molti alpinisti e climber, sino dalla sua inaugurazione, nel 1896 ad opera del Doav di Dresda. Tra coloro che misero le mani e gli scarponi prima e le scarpette poi, su queste torri di dolomia, spiccano quelli di Bruno Detassis, Ettore Castiglioni, Samuele Scalet e, più recentemente, di Maurizio Zanolla, “Manolo”. Imperdibile, per chiunque si rechi al rifugio, una visita alla mitica “veranda del Pradidali”, sia per la vista, sia per la storia che “si respira” da quelle vetrate.
L’itinerario
Partenza: Fiera di Primiero (Tn), loc. Rifugio Cant del Gal (1180 m)
Dislivello: + 1.190 m
Tempo di percorrenza: 5.30 ore (a/r)
Difficoltà: E
Dall’ampio parcheggio antistante il Rifugio Cant del Gal, si cammina costeggiando il Rio Pradidali, prima per un breve tratto asfaltato, tra alcune case, poi per lunga sterrata e infine su sentiero (n. 709). Si inizia la salita nel bosco di abeti che, aumentando la quota, lasciano posto ai larici e, ancora oltre, ai mughi. Si sale, sempre costeggiando il torrente, proseguendo sino al termine del falsopiano, in località Pedemonte (1627 m), sovrastata dal gradone roccioso delle Pale e, in particolare, dalla parete della Cima Canali (2859 m).
Si sale ora con ripidi zig zag, per brevi tratti aiutandosi con i cavi metallici nei tratti più esposti, non difficili, ma che richiedono attenzione, soprattutto in caso di terreno bagnato. Si ignora ora la deviazione sulla destra per il Sentiero delle Sedole, per poi proseguire sulla principale (n. 709), ormai fuori dal bosco. Ancora alcuni ripidi tornanti e si giunge nel pianoro dove è sito il Rifugio Pradidali (2278 m; 3.30 ore), in ambiente tipicamente dolomitico.
Da vedere: Castel Pietra
Al bivio tra l’imbocco della Val Canali e il proseguo per il Passo Cereda, svetta su un’altura rocciosa, Castel Pietra, o meglio quello che ne rimane. La rocca, infatti, subì un grave incendio nella seconda metà del XVII secolo. Alcuni recenti lavori di messa in sicurezza e restauro hanno fatto sì che venissero scongiurati ulteriori crolli e hanno riportato alla luce alcune stanze, una cappella dedicata a San Leonardo e una cisterna per l’acqua. Oggi le ripide rocce sormontate dal castello sono percorse da alcune vie d’arrampicata di varia difficoltà, luoghi frequentati anche dal “mago” Manolo. La costruzione svetta tra il Sass Maor e la Cima Canali, in quello che sembra essere un dipinto. Nel pieno del suo splendore, infatti, il castello fu spesso soggetto per dipinti e incisioni, così come oggi lo è per le fotografie.
Come arrivare
A22 (Modena-Verona-Brennero) uscita Trento Sud; quindi SS47 della Valsugana (direzione Bassano/Padova) fino a Cismon del Grappa, SS50bis (direzione Feltre/Belluno) fino ad Arten e SS50 fino a Fiera di Primiero. Qui si entra in Val Canali che si percorre sino alla fine.
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