Itinerari

Autunno sui sentieri della Grande Guerra dell’Alpe Cimbra, in Trentino

Folgaria, Lavarone e Luserna offrono belle e interessanti camminate verso forti, trincee e altri luoghi della Grande Guerra. Da non perdere il Forte Belvedere, trasformato in museo

“Per Trento basto io!” Questo era il motto di una delle più imponenti fortezze costruite per presidiare il confine tra l’Impero di Austria-Ungheria e il Regno d’Italia. Edificato dai militari di Vienna tra il 1908 e il 1914, su un promontorio roccioso a poca distanza dagli alberghi e dal lago di Lavarone, il Forte Belvedere, Werk Gschwent in tedesco, controllava la strada che conduce verso la Val d’Astico e Asiago.

L’Austria-Ungheria iniziò a fortificare l’odierno confine tra il Trentino e il Veneto al termine delle guerre napoleoniche. Tra il 1876 e il 1895 nacquero i forti intorno al capoluogo, poi arrivarono le sette fortezze degli altopiani di Folgaria e Lavarone, che fronteggiavano quelle italiane dell’altopiano dei Sette Comuni. Furono costruite in calcestruzzo, con muri fino a tre metri di spessore e cupole girevoli in acciaio armate con obici e cannoni.

Il 25 maggio 1915, i primi colpi sparati dall’artiglieria italiana contro il territorio austro-ungarico colpirono la piazza e la chiesa di Luserna. Tre giorni dopo il comandante del vicino Forte Campo Luserna (Werk Lusern) si arrese esponendo delle bandiere bianche. Per impedire una resa ignominiosa, il Forte venne bombardato dalle altre fortezze austriache della zona.

Nel primo anno di guerra, i forti di Folgaria e Lavarone duellarono a distanza con quelli italiani dell’Altopiano dei Sette Comuni. Nel 1916, quando la Strafexpedition spostò il fronte verso Asiago, solo alcune fortezze continuano a sparare.

Il Forte Belvedere, che fu duramente colpito ma restò sempre in efficienza, era noto agli italiani per il suo riflettore che illuminava a giorno la Val d’Astico. Questa struttura fu l’unica a sfuggire alla demolizione negli anni Trenta, quando il governo fascista decise lo smantellamento dei forti per recuperare ferro e acciaio. Re Vittorio Emanuele III, che visitò la zona nel 1935, ordinò di lasciarlo in piedi per conservare il ricordo del conflitto.

Oggi il Forte Belvedere (0464.780005, 349.5025998, www.fortebelvedere.org) è uno dei luoghi della memoria più emozionanti del Trentino. In estate è aperto tutti i giorni, fino ai primi di novembre solo nei fine-settimana, d’inverno l’apertura è saltuaria. L’edificio ospita un museo dedicato alla Prima Guerra Mondiale sugli Altopiani e al suo impatto sulla vita dei militari e dei civili della zona.

A Luserna, dove ancora molti abitanti parlano il cimbro, un dialetto di origine tedesca, merita una visita la Casa-museo Haus von Prükk, dell’Istituto Cimbro (0464.789645, www.lusern.it), con spazi dedicati alla Grande Guerra. Gli altri forti degli Altopiani trentini sono aperti e in rovina, e possono essere visitati liberamente, ovviamente con la massima attenzione.

Conservano la memoria delle battaglie combattute più di un secolo fa su queste montagne anche i cimiteri di guerra di Folgaria, Costalta e Slagenhaufi, che custodisce i resti di 748 caduti. Ricordiamo che i giovani del Trentino, a partire dal 1914, hanno combattuto indossando la divisa dell’Austria-Ungheria. Sono stati i volontari dell’ANA e della SAT, invece, a restaurare perfettamente negli ultimi anni la Forra del Lupo, un lungo canyon trasformato in una spettacolare trincea che sale dall’abitato di Serrada al Forte Dosso delle Somme.

La quota non troppo elevata e i colori dei boschi, oltre a un’ottima segnaletica e all’abbondanza di strutture ricettive, fanno degli altopiani di Folgaria, Lavarone e Luserna la meta giusta per escursioni autunnali alla ricerca di natura e di storia. La zona si raggiunge comodamente da Trento, da Rovereto e dalla A22 sul versante occidentale, e da Asiago e dalla A31 per chi arriva dal Veneto. Per informazioni sulle strutture ricettive e altro si può contattare il comprensorio dell’Alpe Cimbra (0464.724130, www.alpecimbra.it).

Cinque facili escursioni sull’Alpe Cimbra

Da Passo Coe al Forte Dosso delle Somme
(110 m di dislivello, 1.30 ore a/r, T)
Dai 1610 metri del Passo Coe, una comoda camminata indicata dai segnavia 136 e 40,  tocca la Sella Cargadore, scavalca due cocuzzoli raggiunti da seggiovie, conduce ai resti del Forte  Dosso delle Somme (1670 metri), che era il più grande degli  Altopiani. Il luogo è solenne, e il panorama è vastissimo. Discesa per la stessa via.

Da Serrada alla Forra del Lupo
(460 m di dislivello, 4 ore a/r, E)
Percorso spettacolare e ben restaurato, che percorre la Forra del Lupo (Wolfsschucht), affacciata sulla Val Terragnolo, e poi sale al Forte Dosso delle Somme. Dal ristorante Cogola (1260 m) si seguono i segnavia 137 che superano un tratto esposto ed entrano nel canyon, che si segue tra postazioni e cisterne. Dai ruderi delle Caserme Platastai si sale per bosco e prati al Forte Dosso delle Somme (1670 m). In discesa si seguono una strada sterrata e poi un sentiero (segnavia 136 e 40), in estate si può toccare il rifugio Baita Tonda, collegato a Serrada da una seggiovia.

Dal Passo Vezzena al Forte Spiz Verle
(310 m di dislivello, 1.45 ore a/r, E)
Una strada forestale indicata dai segnavia del Sentiero della Pace, o un sentiero più ripido, salgono dal Passo e dai resti di Forte Verle ai 1908 metri della Cima di Vezzena, dove sono gli impressionanti ruderi del Forte Spiz Vezzena, noto durante la guerra come “l’occhio dell’Altopiano”. Il percorso è elementare ma i dintorni del Forte, aerei ed esposti, richiedono la massima attenzione. Discesa per la stessa via.

 Da Luserna al Forte Luserna e a Malga Millegrobbe
(290 m di dislivello,  1.45 ore a/r, T)
Dalla piazza di Luserna (1333 m) si segue il sentiero della Grande Guerra “Dalle storie alla storia”. Un tratto ripido e un comodo percorso nel bosco portano all’agritur Malga Campo. Toccati gli avamposti Viaz e Oberwiesen si sale agli imponenti ruderi del Forte Campo Luserna (1549 m). Si prosegue uscendo sul pianoro delle Millegrobbe e raggiungendo l’omonima Malga. Un percorso parallelo (segnavia E5 e 235) riporta all’itinerario di andata e al paese.

Le passeggiate di Lavarone
(dislivelli e tempi a piacere, T)
Da Chiesa, il capoluogo comunale, e dal vicino Lago di Lavarone, una rete di viottoli, strade sterrate e sentieri porta al Forte Belvedere, ai resti dell’osservatorio di Monte Rust, al cimitero di guerra di Slagenhaufi e ad altri luoghi della memoria.

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