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Primiero Slow Tour, il nuovo itinerario a mezza quota lontano dalle rotte più conosciute

Un trekking di cinque giorni nel Trentino orientale all’insegna della lentezza e della scoperta. Una preziosa idea per le stagioni intermedie

Un trekking di più giorni, a mezza quota, da percorrere in autonomia ma con l’appoggio di svariati rifugi disseminati lungo il percorso e pensato perlopiù per i mesi di maggio-giugno e settembre-ottobre. Il nuovo Primiero Slow Tour è un itinerario ad anello adatto a tutti: parte ed arriva a Primiero e ne attraversa la valle, consentendo di assaporarne la bellezza dei luoghi e delle cime che ne fanno da sfondo e cornice, dalle Pale di San Martino alle vette Feltrine. Il punto di vista è però diverso dal solito: non più quello dell’escursionista che brama ad una croce di vetta, ma quello del camminatore consapevole che quelle cime le contempla tutte senza dimenticare però gli angoli di territorio altrimenti lontani dalle classiche rotte. I rifugi che il percorso tocca sono ambienti familiari, capaci di offrire un’accoglienza attenta, anche per quel che riguarda la cucina tipica e la scelta dei prodotti, esclusivamente locali. 

I sentieri su cui si sviluppa il trekking sono ben segnalati, con la possibilità di optare per deviazioni alternative su itinerari meno impegnativi rispetto alla proposta principale, a secondo del proprio livello di esperienza, allenamento o anche della meteo avversa. 

Il Primiero Slow Tour, tappa per tappa

1° giorno: da Fiera di Primiero al Rifugio Cereda
Lunghezza: 10,7 chilometri
Dislivello: + 707 metri
Tempo di percorrenza: 4 ore

L’itinerario comincia a Fiera di Primiero dal parcheggio a fianco alla sede dell’Azienda per il Turismo di San Martino di Castrozza, Passo Rolle, Primiero e Vanoi. Costeggiando il torrente Canali fino all’abitato di Tonadico, si attraversa poi il corso d’acqua, per dirigersi verso la località Madonna della Luce. Da qui, seguendo un sentiero di recente sistemazione, si arriva ai piedi dello storico e scenografico Castel Pietra, simbolo della dominazione tirolese sulla vallata di Primiero. Aggirate le rovine del castello, si prosegue, sempre per il sentiero, verso la località Cesurette. In pochi minuti, attraversando nuovamente la strada provinciale, si raggiunge il laghetto Welsperg, pittoresco specchio d’acqua su cui si riflettono le cime del settore meridionale delle Pale di San Martino. L’itinerario prosegue quindi sul Sentiero delle Muse Fedaie, percorso didattico ideato dal Parco Paneveggio Pale di San Martino che nella vicina Villa Welsperg ha una delle sue sedi territoriali. Proprio nei pressi della villa s’imbocca dapprima la strada forestale che risale il versante destro della montagna, immersa tra boschi d’abete e larice, per poi proseguire fino a raggiungere l’ampia zona prativa di Colzoncai e il successivo sentiero 738 “Piero Agostini”, fino a sbucare sulla SP347 che conduce a Passo Cereda. Da qui, con altri 10 minuti di cammino, si raggiunge il Passo Cereda e l’omonimo rifugio, meta finale di questa prima tappa.

2° giorno: dal Rifugio Cereda al Rifugio Caltena
Lunghezza: 9,6 chilometri
Dislivello: +783 metri, – 895 metri
Tempo di percorrenza: 5 ore

La seconda tappa inizia da Passo Cereda, da dove ci si dirige verso Malga Fossetta seguendo il sentiero 729. Raggiunta la Malga, aperta con ristorazione durante il periodo estivo e fino ai primi di ottobre, si prosegue aggirando il Col Spiz sul sentiero 723, fino ad imboccare la strada forestale che conduce a Domadoi. Poco prima dei prati di Domadoi si incrocia il sentiero 744, che sale verso il bosco sulla sinistra fino a raggiungere un bivio. Arrivati a questo punto dell’itinerario le possibilità sono due:

1: tenendo la sinistra (segnavia 744) si arriva fino ai 1850 metri della vetta del Monte Padella, scendendo poi sul versante opposto della montagna (sempre lungo il sentiero 744) fino ad arrivare al Rifugio Caltena. Questa opzione risulta più impegnativa, ma anche più scenografica: dalla cima del Monte Padella la vista spazia dalle Pale di San Martino alla Catena del Lagorai, fino alle Vette Feltrine e al vicino Gruppo del Cimonega. 

2: prendendo invece il sentiero sulla destra (segnavia 744A) si evita la salita alla cima del Monte Padella, giungendo così fino ad un secondo bivio. Di lì, seguendo il sentiero 743, si sale fino allo “Sforzelin della Chegantaia”, località da cui in circa 10 minuti si arriva al Rifugio Caltena. Questa seconda opzione risulta leggermente più lunga in termini di chilometri percorsi, ma rimane a quote decisamente più basse, evitando la discesa nel tratto più esposto dell’itinerario, subito dopo la cima del Monte Padella.

3° giorno: dal Rifugio Caltena al Rifugio Fonteghi
Lunghezza: 10,4 km
Dislivello: +350 metri, – 510 metri
Tempo di percorrenza: 3.30 ore  

L’itinerario parte dal Rifugio Caltena seguendo la strada asfaltata che scende nei sottostanti prati (segnavia 726) fino ad arrivare ad un bivio in località Poit. Da qui, proseguendo in leggera e breve discesa sulla destra si incontra un cartello sulla sinistra con le indicazioni per Cordognè-San Giovanni. Imboccato il sentiero 728°, si sale in ambiente boschivo fino a raggiungere la cresta del monte e percorrendola poi in direzione sud-ovest per circa un chilometro. Questa parte del percorso, molto panoramica, permette di ammirare il paesaggio delle Vette Feltrine ed è corredata da una serie di tabelle informative e panchine in legno. Nella parte finale, il sentiero scende di quota fino ad incontrare una strada forestale in località Falasorni. Imboccata la strada verso sinistra, si prosegue fino ai prati di San Giovanni, località cara agli abitanti di Mezzano, dove si trova anche una chiesetta particolarmente suggestiva. Lasciando San Giovanni si prosegue quindi verso Poit, dove, seguendo sempre il segnavia 726, si raggiungono i prati di Imer prima di proseguire in discesa nel bosco fino alla località Val de Riva. Al termine della discesa, si scorge il ponte sospeso sul Rio Giasinozza (30 metri di altezza per 70 di lunghezza), costruito nel 2018. Attraversato il ponte, si risale per i restanti 20 minuti di camminata fino a raggiungere il Rifugio Fonteghi, punto di arrivo di questa terza tappa.

4° giorno: dal Rifugio Fonteghi al Rifugio Vederna
Lunghezza: 15,3 chilometri
Dislivello: + 858 metri, – 638 metri
Tempo di percorrenza: 5.30 ore  

Dal Rifugio Fonteghi s’imbocca il sentiero 735 che sale sulla sinistra scollinando in località Piadochin e giungendo fino alla strada forestale dei prati di Valpiana di Sotto (segnavia 733). Si prosegue fino ad arrivare ad un incrocio che rappresenta il punto di partenza del Sentiero degli Abeti Giganti, percorso tematico ad anello realizzato dal comune di Mezzano alla scoperta dei maestosi abeti rossi e bianchi presenti in zona, tra i più alti del Trentino. Seguendo il sentiero, si giunge dapprima in località “Pozza dell’Ors” e poi fino a Malga Val de Stua di Sopra, all’ombra delle Vette Feltrine. Dalla malga si imbocca la strada forestale ben visibile sulla sinistra, denominata “Boal dei Canalini“, che permette di ridiscendere fino alla strada forestale con segnavia 733, già percorsa nella prima parte dell’itinerario e da imboccare stavolta in direzione ovest. Questa strada, non particolarmente impegnativa ma piuttosto lunga, permette di raggiungere in circa 2 ore di cammino il Rifugio Vederna. Nel tratto finale la visuale, fino a quel momento chiusa e coperta dai boschi circostanti, si apre sugli estesi pascoli del Pian Grant, dove sono ben distinguibili il Rifugio Vederna e la vicina chiesetta della Madonna della Neve.

5° giorno: dal Rifugio Vederna a Fiera di Primiero
Lunghezza: 15,8 chilometri
Dislivello: + 361 metri, -980 metri
Tempo di percorrenza: 5 ore

Dal Rifugio Vederna si sale lungo la forestale con segnavia 741 fino al Monte Vederna (1584 metri), con vista sull’intero fondovalle di Primiero, il gruppo montuoso Folga-Grugola e le Pale di San Martino. Ripercorrendo a ritroso l’itinerario dell’andata, si rientra al Rifugio Vederna e si prosegue quindi in discesa sulla strada forestale con segnavia 736. In località San Paolo si abbandona infine la forestale per imboccare il sentiero 736 della Val Caora, che scende ripido fino ad arrivare in Val Noana. Da qui, si prosegue di lato alla strada asfaltata (evitando così tre gallerie) fino a raggiungere un ponte in legno, attraversato il quale si raggiunge in altri 10 minuti di cammino la zona del Camping Calavise (sempre lungo il segnavia 736). Dalla località Calavise si prosegue fino ad imboccare la ciclopedonale di Primiero che costeggia il torrente Cismon. Arrivati all’altezza della località Oltra, si lascia il percorso della ciclopedonale proseguendo sull’itinerario della Madonna del Sass (segnavia Quota 860), che rimanendo a mezza quota in posizione leggermente sopraelevata rispetto alla ciclabile raggiunge i prati delle Osne e la località Mondin. Di qui, si scende dolcemente fino a Fiera di Primiero.

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