Sulla vetta del Monte Cadria, con vista sul lago di Ledro, in Trentino
Escursione impegnativa e molto gratificante, tra memorie della Grande Guerra e spettacolari panorami. Da ammirare nel silenzio di un luogo non troppo frequentato
Le Prealpi Gardesane si sviluppano attorno al lago di Garda da cui prendono il nome. Si estendono in tre regioni: Lombardia, Trentino e Veneto rispettivamente nelle province di Brescia, Trento e Verona. Il monte Baldo (2.218 m) e il monte Bondone (2.160 m), la seconda e la terza vetta dell’area per elevazione, sono montagne ben conosciute. Meno noto e frequentato è, invece, Il rilievo massimo delle Prealpi Gardesane: il monte Cadria con i suoi 2.254 m. È localmente conosciuto anche con il nome di Geometro/a per la memoria della popolazione locale dei rilevamenti compiuti da topografi austriaci nel XVIII secolo sulle sue pendici.
Molti turisti trascorrono le vacanze nelle sue vicinanze, presso il lago di Ledro (655 m), luogo di villeggiatura tranquillo per gli amanti delle passeggiate e del windsurf. Imboccando la Val Concei dalle rive del lago è possibile raggiungere in pochi km il punto di partenza per la salita alla vetta del Cadria.
Si tratta di un percorso impegnativo che si snoda su un dislivello importante da affrontare con una buona preparazione fisica e con un ultimo tratto molto esposto. In cambio di questo impegno la salita offre un’immersione in paesaggi bellissimi e poco frequentati, la possibilità di addentrarsi tra camminamenti e postazioni della Grande guerra, panorami dalla vetta a 360°.
L’itinerario
Partenza: Ledro, loc. Ex Centrale Concei, (935 m)
Dislivello: + 1.330 m
Tempo necessario: 6 ore (a/r)
Difficoltà. EE
Per raggiungere l’inizio dell’itinerario dalla Val di Ledro si deve arrivare a Bezzecca in cui si trova la strada che dal lato opposto al lago si inoltra in Val Concei. Raggiunto l’abitato di Lenzumo si procede in direzione Rifugio al Faggio. Al primo bivio si prende a sinistra e si raggiunge la località Ex-Centrale in prossimità della quale lasciare l’auto per iniziare l’escursione. In alternativa con i mezzi pubblici è possibile arrivare fino a Lenzumo.
Ci si mette in cammino seguendo il tracciato della strada forestale che ad oggi è a sola percorrenza pedonale, dopo aver oltrepassato l’ex-centrale. Sulle carte è segnalata come sentiero SAT 423 ed è ampia e con un buon fondo in alcuni tratti cementato. Sale ripida per la prima ora di cammino nel fitto della vegetazione boscosa, senza dare tregua con pendenze che in alcuni tratti superano il 30 %. Più avanti si raggiunge una radura prativa e qualche baita. Si continua a salire con l’opportunità di apprezzare il paesaggio attorno che inizia ad aprirsi. Si sale ulteriormente per un tratto tortuoso che conduce a una grande sella erbosa dove è situata Malga Vies (1.556 m). Nel periodo estivo ci sono mandrie di mucche in alpeggio che accolgono gli escursionisti con i suoni dei loro campanacci. Dopo circa 1.30 ore di cammino e oltre 600 m di dislivello positivo, questo è il luogo ideale per fare una pausa.
Si riprende a salire sempre su segnavia SAT 423 che da strada forestale muta in un sentiero che sale ripido tra pendii e balze erbose. Poco oltre il sentiero si allarga e percorre una mulattiera scavata alla base della strapiombante parete destra del vallone, che si risale. Si cammina su una strada militare dal fondo pietroso realizzata durante la Prima guerra mondiale per collegare fortificazioni e camminamenti su queste montagne. Superato questo tratto roccioso il tracciato riprende su un classico sentiero che avanza sempre in salita tra prati con macchie di vegetazione sempre più rade. Risalite le ultime balze terrose si arriva alla base della grande conca glaciale dominata a nord est dalla cresta e della vetta del monte Cadria. Nei pressi si trova malga Cadria (1.914 m), l’unica costruzione in tutta questa grande e selvaggia area, che si raggiunge in 2.30 ore dall’inizio del percorso. Vale la pena fermarsi per una piccola sosta ammirando il grande e selvaggio paesaggio in cui è immerso l’obiettivo del nostro itinerario. Si è già saliti per 1000 m di dislivello ma la cima sembra ancora molto lontana.
Si prosegue per affrontare la parte finale, la più spettacolare ed emozionante del percorso, ma anche la più difficile tecnicamente. Risaliamo il versante destro della conca indicata dalla segnaletica come tratto da affrontare solo per escursionisti esperti. Conosciuta anche come “Sentiero delle Creste” segue, come suggerisce il nome, il susseguirsi di rilievi e crinali che in sequenza conducono alla cima del monte Cadria. È un tuffo nella natura ma allo stesso tempo nella storia, si percorre tutta la linea rocciosa fortificata dagli Austriaci: trincee, camminamenti, gallerie e postazioni. In estate ci sono grandi fioriture di stelle alpine sui versanti che si attraversano. Il sentiero spesso è solo una sottilissima traccia molto esposta che conduce di vetta in vetta a risalire tutta la lunga cresta. C’è un ultimo traverso sotto la vetta del Cadria da affrontare con estrema attenzione: conduce al bivio in cui svoltare verso destra per arrivare in breve alla sua vetta, a 2.254 m. Una semplice croce in legno e a poca distanza un altare in granito delimitano il piccolo spazio sommitale: dopo oltre 1.300 m di dislivello positivo e 3 ore e mezza di cammino ci si può godere il meritato riposo .
Dalla cima oltre ad una visione quasi aerea della conca glaciale sottostante si possono ammirare tutta la catena dell’Adamello, il Carè Alto, la Presanella, le Dolomiti di Brenta, il gruppo del Carega, il Lago di Ledro.
Per il ritorno si consiglia una volta scesi dalla cima di prendere il sentiero che conduce all’altro lato della conca, tenendo verso destra al primo bivio. È un percorso più semplice tecnicamente che permetterà al rientro di ammirare l’altro lato della conca glaciale, compiendo un percorso ad anello che si ricongiungerà a malga Cadria con quello di salita, su cui fare ritorno.
Nei dintorni
Il Lago di Ledro situato nell’omonima valle è una destinazione da non lasciarsi sfuggire per diverse ragioni. La sua forma allungata che segue il fondovalle ha una circonferenza di 10 km e le sue acque sono particolarmente limpide. In esso si possono praticare sport quali canoa, vela e windsurf. Le sue acque sono balneabili e sulle sue rive ci sono quattro spiagge pubbliche.
Il lago è divenuto famoso anche per il ritrovamento di una area di palafitte dell’Età del Bronzo sulla sua riva orientale. La scoperta fu del tutto casuale, dovuta al forte abbassamento delle acque del lago a seguito della costruzione della centrale idroelettrica di Riva del Garda. I resti di questo villaggio su palafitte risalente al Neolitico sono di circa 4000 anni fa, il più importante d’Europa per estensione e conservazione. Dal 2011 è patrimonio dell’Unesco. Il Museo delle Palafitte di Ledro che sorge in località Molina è visitabile da marzo a giugno e da settembre a novembre.
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