Itinerari

Il sentiero dell’Uomo di Mondeval, vissuto sulle Dolomiti 9.000 anni fa

Il cacciatore preistorico di Mondeval, vissuto circa 9.000 anni fa tra Pelmo e Civetta, è assai più “anziano” di Ötzi, l’Uomo del Similaun ma non è diventato famoso come lui. Un sentiero porta al luogo in cui è stato rinvenuto 

Uno dei ritrovamenti archeologici più importanti per lo studio della Preistoria sulle Alpi è stato effettuato quarant’anni fa nel cuore delle Dolomiti, tra il Passo Giau, la Val Fiorentina e le rocce della Croda da Lago e dei Lastoni di Formìn, in vista di montagne spettacolari e famose come il Pelmo e la Civetta.  

E’ stato Vittorino Cazzetta, un appassionato di montagna della vicina Pescul, a scoprire dei manufatti litici ai piedi di un grande masso erratico a 2130 metri di quota. A condurre lo scavo vero e proprio, tra il 1986 e il 2000, sono stati i paletnologi dell’Università di Ferrara, sotto la direzione del professor Antonio Guerreschi. 

La conca, a partire da 10.000 anni fa, ospitava in estate dei cacciatori del Mesolitico, che si riparavano negli strapiombi formati dal masso, chiusi con tronchi e con pelli. E che attaccavano con lance e frecce dalla punta di pietra stambecchi, cervi e marmotte. 

Cuore del sito di Mondeval era la tomba di uno di loro, uno degli ultimi uomini di Cro-Magnon europei. Accanto allo scheletro era un corredo funebre con lame di pietra, corna di animali, monili e un blocco di propoli. La scoperta è diventata famosa nel mondo.  Ma l’Uomo di Mondeval, negli anni, non è mai diventato famoso come Ötzi, l’Uomo del Similaun rinvenuto tra la Val Senales e l’Austria, la cui mummia e il cui corredo attirano i visitatori del Museo archeologico di Bolzano. Ötzi, vissuto circa 5.000 anni fa, è meno antico del cacciatore di Mondeval (9.000 anni fa). A renderlo una star, probabilmente, è stata l’eco data alla scoperta da Reinhold Messner, tra i primi a vedere e descrivere il sito del ritrovamento e la mummia. La conca di Mondeval, con i suoi pascoli d’alta quota frequentati da camosci e marmotte, può essere raggiunta da Passo Giau, dal rifugio Croda da Lago e dal rifugio Città di Fiume. Descriviamo l’itinerario più breve, che sale dal versante di Santa Fosca. 

L’itinerario: da Santa Fosca al masso di Mondeval

Partenza: Selva di Cadore (BL), loc. Malga Pian de Vacia 
Dislivello: + 550 m
Tempo: 3.30 ore (a/r)
Difficoltà: E
Periodo consigliato: da giugno a ottobre

Ci si incammina dal parcheggio di Malga Pian de Vacia seguendo dapprima la strada asfaltata chiusa al traffico, che sale decisamente e continua poi con percorso più comodo fino a un bivio (1759 m, 0.30 ore) con cartelli. Si imbocca a sinistra un ampio sentiero (segnavia 466) che sale, tocca la Piera de l’Autà, traversa un boschetto e poi sale decisamente sui prati. 

Un tratto più comodo porta alla Casera Mondeval de Sot (1841 m), in abbandono. Si continua sui prati, si obliqua a destra, si costeggiano dei larici e si raggiunge un bivio con cartelli (1921 m). Si va a destra, si traversa il Rio di Mondeval su un ponticello, e si riprende a salire, direttamente e poi a tornanti, per un pendio erboso affacciato verso Pelmo e Civetta. 

In alto il sentiero obliqua a sinistra, traversa un ruscello, e sale a svolte tra grandi massi di dolomia fino a un bivio sull’orlo della conca di Mondeval. Qui si lascia a destra un sentiero per Forcella Ambrizzola, e si continua a saliscendi, in una conca erbosa sorvegliata dai Lastoni di Formìn e dallo Spiz de Mondeval, fino al masso (2130 m, 1.30 ore) che ospitava l’insediamento preistorico. 

Più in alto, a sinistra, sono gli edifici della Casera Mondeval de Sora, da cui il sentiero prosegue verso il Lago delle Baste. Salendo nella conca a monte del masso si raggiunge il sentiero dell’Alta Via numero Uno, che si può seguire verso Forcella Ambrizzola o Forcella Giau. La discesa per lo stesso itinerario richiede 1.30 ore. 

Da vedere: Il Museo di Selva di Cadore

Tutti i reperti del sito di Mondeval, inclusi lo scheletro del cacciatore e il suo corredo funerario, sono esposti nel Museo Civico di Selva di Cadore, dedicato a Vittorino Cazzetta, che è scomparso nel 1996 in un incidente di montagna. Oltre alla sezione archeologica, merita attenzione quella dedicata alle impronte di dinosauro  individuate dallo stesso Cazzetta su un macigno ai piedi delle rocce del Pelmo.
A lasciarle, circa 220 milioni di anni fa, sono stati cinque dinosauri (due erbivori e tre predatori) che hanno camminato sul fango di un acquitrino, che più tardi si è trasformato in roccia, ed è stato spinto verso l’alto dalle forze della tettonica.
A confermare la scoperta di Cazzetta è stato Paolo Mietto, paleontologo dell’Università di Padova. A Selva di Cadore è esposto un calco a grandezza naturale del masso. Si può contattare il Museo al numero 0437.521068, o dal sito. 

Come arrivare

Da Santa Fosca, in Val Fiorentina, si sale in auto alla Malga Pian de Vacia (1648 m, 3 km dal centro). Si deve lasciare l’auto nel piazzale della struttura, ed è buona norma chiedere il permesso e – se possibile – consumare o acquistare qualcosa al ritorno. 

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