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Fotografare gli animali in montagna

Comportamento, rispetto, obiettivi, iso e tempi di posa

La Fotografia di animali è un genere complesso che richiede innanzitutto la conoscenza delle loro abitudini e dell’ambiente in cui vivono. Caccia fotografica? Una definizione molto utilizzata qualche anno fa. Oggi è preferibile parlare di fotografia di animali selvatici, senza utilizzare un’accezione propria di un’altra attività, dagli scopi sicuramente diversi.

Allattamento. Foto Cesare Re

Ritratto e vita degli animali

Fotografare gli animali significa “ritrarre” le varie specie. È possibile riprendere il soggetto interamente, oppure scattare un primo piano del muso, o un’immagine ambientata, che descriva anche l’ambiente circostante, oppure inquadrare un gruppo di più esemplari. Il fotografo naturalista fotograferà anche per descrivere le varie fasi della vita, il comportamento degli animali e per divulgare e favorire progetti di conservazione, soprattutto sulle specie a rischio di estinzione.

Conoscenza e rispetto

Per immortalare gli animali è necessario, innanzitutto, conoscere il loro comportamento e le loro abitudini. Lo scoiattolo, per esempio, è molto curioso e, a volte, anche se in un primo momento tenderà a nascondersi, è probabile che possa poi tornare sui propri passi e mostrarsi nuovamente. È importante sapere che un camoscio sarà meno confidente rispetto ad uno stambecco e richiederà, quindi, l’utilizzo di una focale più lunga, perché tenderà a mantenere una notevole distanza di sicurezza. In ogni caso, non esiste fotografia che giustifichi la mancanza di rispetto per qualsiasi specie. Anche se lo stambecco è piuttosto confidente e non sembra temere l’uomo, manteniamo sempre una certa distanza, senza recargli disturbo. È richiesta molta attenzione in caso si fotografino i nidi. Non avvicinatevi, in nessun caso, ma scattate sempre da lontano, senza creare alcun disturbo, neanche acustico. Questi sono solo alcuni esempi del rispetto e dell’attenzione che deve necessariamente avere il fotografo di animali.

Da appostamento o vagante

La fotografia di animali si può suddividere in due categorie principali: da appostamento, in appositi capanni, o vagante, se si fotografa mentre ci si muove in natura. In genere, chi cammina in montagna, difficilmente si apposta, o si trascina il peso di un capanno (smontabile) sulle spalle. È possibile, però, utilizzare come nascondiglio anche elementi naturali, come rocce, anfratti, avvallamenti naturali. La distinzione, tra vagante o da appostamento, rimane, quindi, piuttosto labile. Si possono ottenere buone immagini in entrambi i casi. Personalmente, quando mi muovo per fotografare gli animali, cerco, nei limiti del possibile, di tenere una reflex al collo, con montata un’ottica zoom, tipo 70 – 200 o 80 – 400, in modo da poter essere pronto in caso di un fugace incontro. Oppure cerco di tenere a portata di mano i teleobiettivi, magari in una tasca laterale di un normale zaino da montagna. È necessario, insomma, saper cogliere l’attimo.

Soggetto e sfondo

La messa a fuoco va sempre effettuata sull’occhio del soggetto, in modo che risulti ben identificabile. Attenzione alla profondità di campo che deve essere sufficiente ad avere tutto il soggetto nitido, dalla testa sino alla coda. È anche importante, in questo senso, ragionare sulla nitidezza dello sfondo. Se il soggetto è l’animale, sarà opportuno avere uno sfondo leggermente soffuso, in modo da far sì che l’occhio dell’osservatore si concentri sul primo piano. Utilizzeremo, quindi, un diaframma tale da avere nitido l’animale e lo sfondo non nitido (per esempio, in caso di un animale grande, come un camoscio, basterà un diaframma tipo f 5,6 o f 8). Se, invece, vogliamo ottenere “un ritratto ambientato”, quindi un camoscio con lo sfondo delle montagne ben leggibile, utilizzeremo un diaframma più chiuso (per esempio f 11 o f 16), considerando anche il conseguente tempo di posa più lungo che influirà sull’effetto mosso del soggetto. Se stiamo usando un super tele, tipo un 600 mm, sarà praticamente impossibile ottenere primo piano e sfondo leggibili entrambi, a causa della poca profondità di campo dell’ottica in questione.

Fotografare all’altezza del soggetto

Le migliori immagini di animali, o meglio le più naturali, si ottengono scattando alla stessa altezza del soggetto, in modo da ottenere proporzioni più reali, senza sformare il soggetto. Se riprendiamo la marmotta dall’alto verso il basso, rischiamo di ottenere un’immagine con la testa del soggetto più grande e deformata, su un corpo più piccolo e grottesco. Sarà opportuno, quindi, scattare alla stessa altezza del soggetto, quindi da sdraiati, poggiandosi sui gomiti o usufruendo di un treppiedi molto basso. In alcuni casi, può anche essere interessante, però, scattare dal basso verso l’alto: pensate ad uno stambecco su una roccia che, se ripreso dal basso, risulterà essere ancora più imponente e maestoso, a causa della “prospettiva esagerata”, magari con lo sfondo delle cime che, utilizzando un teleobiettivo risulteranno essere incombenti e più vicine al soggetto, rispetto a quanto non lo siano in realtà a causa del fenomeno ottico della compressione dei piani.

Iso e tempi di posa

Per bloccare il movimento di un animale è necessario utilizzare un tempo di posa veloce e, quindi, un conseguente diaframma aperto. Sono utili obiettivi piuttosto luminosi (2,8 / 4), in modo da non essere costretti ad alzare eccessivamente la sensibilità iso, creando problemi di rumore digitale e di abbassamento generale di contrasto e qualità d’immagine. È anche vero che oggi molte fotocamere consentono di usufruire di alti iso (800, 1000), mantenendo comunque una qualità accettabile, anche in caso di stampe di notevoli dimensioni. Rimane valida, però, la regola di utilizzare sempre gli iso più bassi che ci possiamo permettere. Se si vuole, invece, ottenere un effetto movimento del soggetto (le ali mosse di un uccello) si utilizzerà un tempo di posa più lungo, facendo sì, però, che il soggetto sia riconoscibile e non del tutto indistinto a causa del movimento e del mosso.

Obiettivi

Muovendosi in montagna diviene anche importante la leggerezza delle ottiche, un fattore da non sottovalutare. Utilizzare un 300 mm f 2,8 significa trasportare un obiettivo pesante, anche 3 kg. La stessa ottica, con apertura f 4 è molto più leggera e maneggevole (circa 1 kg), così come alcuni zoom, di ultima generazione tipo 80 – 400 mm, che sono l’ideale per fotografare gli animali in montagna, ottimo compromesso tra peso, ingombro e qualità. Tra l’altro, ancor più recentemente, alcune case produttrici, come Tamron e Sigma, hanno immesso sul mercato ottiche zoom con focali estreme, tipo 150 – 600 mm, f 5 / 6,3, obiettivi di qualità notevole, impensabile anche solo una decina di anni fa, quando era indispensabile usufruire di focali fisse di notevole dimensione e peso. Utile anche lo stabilizzatore che consente di scattare con tempi di posa un po’ più lunghi e, a volte, senza l’utilizzo del treppiede, evitando, così, di sobbarcarsi un ulteriore peso. Scattando a mano libera è importante conoscere la regola del reciproco della focale, di cui vi ho parlato nella seconda puntata di questa rubrica. L’esposizione va misurata, in genere, sul soggetto, magari in modalità spot. In questo modo si misura la luce solo su una parte dell’animale, ignorando anche la luminosità dell’ambiente circostante. Importante anche considerare la riflettenza del soggetto. Se, per esempio, si scatta ad un soggetto bianco è importante compensare l’esposizione. Il bianco, infatti, tende a restituire immagini sottoesposte, un po’ scure, o meglio tendenzialmente grigie. È quindi necessario, una volta misurata l’esposizione in spot, compensare in sovraesposizione (da 1 a 1,5 a 2 stop), a seconda della combinazione fotocamera e obiettivo e della qualità e quantità della luce presente, in quel determinato momento. Avremo, così, un pelo o piumaggio veramente bianco.

Consigli schematici per fotografare gli animali

  • Conoscere il soggetto: è importante apprendere il più possibile sulla specie che si intende fotografare: comportamento, abitudini, ecc
  • Muoversi con cautela: meglio indossare abiti mimetici e cercare di muoversi in silenzio. Se si è vicino al soggetto, camminare in ginocchio o a terra, comunque non in posizione eretta, propria solamente dell’uomo.
  • Avere pazienza: la fotografia di animali richiede tempo e, a volte, lunghi appostamenti. Anche per fotografare un semplice gruppo di marmotte, si otterranno risultati migliori, dedicando loro parecchio tempo.
  • Etica: non recare mai disturbo agli animali. Non avvicinarsi mai troppo.
  • Semplicità: le foto migliori, spesso, sono anche le più semplici dal punto di vista compositivo. Attenzione, quindi, agli elementi di disturbo, come: rami, tralicci, case, ecc.
  • Primi piani e immagini ambientate: a volte, oltre al classico primo piano o all’animale a figura intera, può essere interessante riprendere gli animali nel loro ambiente, per esempio uno stambecco, con una montagna come sfondo. Attenzione ai primissimi piani. Lasciate sempre un minimo di spazio, attorno al soggetto, soprattutto davanti al muso.
  • Messa a fuoco: sempre sull’occhio del soggetto.
  • Punto di ripresa: meglio essere ad un’altezza simile a quella del soggetto. Se scattiamo ad una marmotta, sdraiamoci a terra, per esempio.
  • Fermo o mosso: possiamo riprendere un soggetto fermo o accentuare l’effetto movimento, usando un tempo di posa lungo.
  • Treppiede: un treppiede pesante è anche stabile.
  • Iso basse: meglio usare iso basse, per ottenere miglior qualità. Se, però, non ci sono altre possibilità e la luce è poca o il soggetto è molto veloce, non esitiamo ad alzare la sensibilità

Stambecchi in duello per il diritto di accoppiamento

Stambecchi in duello per il diritto di accoppiamento. In discesa, dopo aver dormito una notte al freddo del locale invernale del rifugio Vittorio Sella, in valle di Cogne, mi imbatto in due grossi stambecchi maschi, intenti a scornarsi. Per nulla impauriti dalla mia presenza, continuano la loro sfida. Giusto il tempo di prendere la Nikon F5, con il Nikkor 80-200 2,8 AFD e di fare qualche scatto.


Stambecco

Eccolo che fa capolino dietro un pendio, in un mese di aprile, in Valsavarenche, nel Parco Nazionale del Gran Paradiso. Sembra faccia l’occhiolino! È quasi buffo, simpatico, nonostante le grandi corna ne raccontino l’età matura e una certa possenza.
Nikon D700; Nikkor 300 4 AF. Treppiede.


Femmine di stambecco

Femmine di stambecco, nei pressi del rifugio Marinelli Bombardieri, ai piedi del Bernina. Sono abbarbicate su uno sperone roccioso, strapiombante su un baratro, con un vuoto di circa 200 metri. Una foto che racconta la facilità di movimento della specie e l’assoluta assenza di vertigini. Appoggio di fortuna su un masso, il treppiede è rimasto legato allo zaino.
Nikon F5; Nikkor 80-200 2,8 AFD. Velvia 50. 


Cucciolo di camoscio

Un cucciolo di camoscio in discesa da un ripido pendio. Valnontey.
Nikon F5; Sigma 400 5,6 AF. Velvia 50. Treppiede. 


Cucciolo di stambecco

Ritratto di cucciolo di stambecco, nell’oasi faunistica di Macugnaga, ai piedi del Monte Rosa. Verso fine ottobre, alle prime nevicate, gli ungulati tendono a scendere di quota, per nutrirsi con l’ultima erba, prima che la neve copra i pendii.
Nikon D850; Nikkor 300 2,8 AFS; treppiede. ISO 100.


Silhouette di stambecco

Silhouette di stambecco, in Valsesia, nei pressi del Col d’Olen. Il soggetto, in questi casi, deve essere in ombra. Si misura l’esposizione sulle luci, sottoesponendo nettamente, in modo da ottenere lo stambecco in silhouette.
Nikon D810; Nikkor 80-400 4,5/5,6 AFG VR 2; 1/320; f 8; iso 100.


Duello tra cervi

Duello tra cervi maschi adulti. Nel Parco Paneveggio Pale di San Martino. Messa a fuoco sull’occhio più vicino.
Nikon D800; Nikkor 80-400 4,5/5,6 AFG VR 2; 1/400; f 8; iso 200.


Allattamento del cervo

Allattamento di cervo. Seguire i vari momenti della vita di una specie è uno degli scopi della fotografia di animali.
Nikon D700; Nikkor 80-400 4,5/5,6 AFG VR 1


Allattamento: particolare

Particolare di allattamento di cervo. Dopo aver fotografato il soggetto per intero, una volta sicuro di aver “portato a casa” il risultato, ho selezionato un’inquadratura diversa, più stretta, in modo da ottenere una foto differente e originale.
Nikon D700; Nikkor 80-400 4,5/5,6 AFG VR 1


Camoscio

Camoscio in vorticosa discesa. Uno dei pochi casi in cui ho alzato gli iso, addirittura a 800. Uso sempre gli iso più bassi che mi posso permettere, per avere sempre qualità di immagine ottimale. In questo caso, la luce non era molto intensa e volevo fermare il soggetto, in pieno movimento.
Nikon D810; Nikkor 80-400 4,5/5,6 AFG VR 2; 1/800; f 5,6; iso 800. Mano libera.


Cuccioli di marmotta

Al colle del Nivolet. Invece di proseguire verso la cima del Taou Blanc, mi sono fermato tutta la mattina, vicino a questi cuccioli di marmotta, intenti a giocare e correre sui prati. La fotografia di montagna è sempre un compromesso tra il tempo da dedicare all’escursione e quello da dedicare alla fotografia. Mi sono sdraiato a terra, in modo da ottenere la giusta proporzione delle marmotte, senza deformarle.
Nikon D800; Nikkor 80-400 4,5/5,6 AFG VR 1.


Il super teleobiettivo

Con il supertele Nikkor 500 AIP f 4. Pesante, ingombrante, di qualità eccellente. Negli ultimi anni, esistono varie tipologie di ottiche zoom, in grado di coprire le focali di 500 e 600 millimetri, con qualità ottica elevata, costi infinitamente minori, impensabili solo sino a qualche anno fa.


Fringuello alpino

Fringuello alpino, fotografato ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo. Messa a fuoco accuratamente sull’occhio, come per tutti i soggetti animati.
Nikon D850, Nikkor 300 2,8 AFS; moltiplicatore di focale 1,7 AFS; treppiede. ISO 400


Volpe

Volpe nella neve. In questo caso è importante misurare l’esposizione in spot sul soggetto stesso, in modo che l’esposimetro non si faccia influenzare dalla grande luminosità della neve e renda la foto troppo scura.
Nikon D200; Nikkor 300 4 AF; 1/500; f 4; iso 200.


Mucca

Non solo animali selvatici. Questa mucca è stata ripresa con un obiettivo Fish Eye, della Sigma, da 15 mm, a distanza molto ravvicinata, in modo da accentuare l’effetto della distorsione del grandangolo e di ottenere un effetto caricaturale. Valle Anzasca, nei pressi del Rifugio Zamboni Zappa, ai piedi della Est del Monte Rosa.


Cane

Il San Bernardo del rifugio Passo Valles, tra Veneto e Trentino, ai piedi delle Pale di San Martino. Ok…è un cane e non un selvatico, ma la sua iconografia è legatissima al mondo della montagna. Volevo avere il soggetto nitido e la scritta del passo leggermente soffusa, in modo da non distrarre l’occhio dell’osservatore dal soggetto.
Nikon D810; Nikkor 80-400 4,5/5,6 AFG VR 2

Scopri la rubrica Fotografare in Montagna: qui la prima puntata, dedicata all’alba e al tramonto. Qui la seconda puntata, dedicata all’utilizzo di grandangolo e teleobiettivo. Qui la terza puntata, dedicata agli alberi.

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