Alpinismo

Ufficiali di Collegamento in Nepal: un disastro

La polemica monta sul Tetto del Mondo. Gli Ufficiali di Collegamento delle Spedizioni alpinistiche, i mitici funzionari dell’amministrazione nepalese o i militari che vengono delegati dal Ministero del Turismo ad accompagnare gli alpinisti al campo base, continuano a fare i “fubetti d’alta quota”.

Dopo esser stati beccati in primavera e molto criticati oltre che messi sotto osservazione per il pervicace assenteismo sul posto di lavoro, con la stagione autunnale le cose non paiono essere migliorate.

Ma andiamo con ordine: la norma nepalese prevede che ogni spedizione piccola o grande deve essere accompagnata da un ufficiale di collegamento che sovraintende sul fatto che vengano rispettate tutte le regole del Dipartimento del Turismo, quelle che regolano i Parchi, in caso di accesso, e le leggi del Nepal. Tutti devono attenersi a tali normative: gli alpinisti stranieri, gli sherpa sempre più qualificati che li accompagnano, sirdar, cuochi e loro aiuti, portatori vari, animali da soma.

I LO (Liaison Officer) hanno diritto per questo a un compenso dignitoso che dipende anche dalla capacità individuale di contrattazione e dal tipo di spedizione, ad ogni modo sono minimo 3000 USD per l’Everest, 2.000 per gli altri “ottomila”, devono ricevere poi abbigliamento e ospitalità come se fossero membri della spedizione e benefit come le telefonate con il satellitare. Inserire poi nel curriculum la “guida” di una spedizione come LO comporta importanti benefici di carriera.

I LO sono da anni “gestiti” dalle Agenzie nepalesi, governate da nepalesi che trattano con i LO e concordano con loro il miglior modo per ottemperare alle esigenze dei tre soggetti in campo: l’Agenzia, il LO e l’alpinista straniero.

Le critiche severe del Dipartimento del Turismo Nepalese, del suo direttore, Sudarshan Prasad Dhakal, e da parte di molta stampa nazionale riguardano il fatto che contrariamente a quanto previsto dai regolamenti, i LO al campo base non ci vanno quasi mai e quando ci arrivano ci stanno un paio di notti per poi prendere il sentiero che scende verso valle e verso i confortevoli villaggi.

Quest’autunno poi il 90% dei LO si è tenuto ben lontano dal proprio campo base, ma la maggior parte ha dichiarato di averci passato da una a tre settimane. Altro che timbrare il cartellino e scappare al supermercato.

Quindi i LO non vigilano su quasi nulla, tantomeno sull’arrivo in vetta effettivo degli alpinisti stranieri, sebbene il Dipartimento del Turismo rilasci poi i certificati di vetta sulla base delle dichiarazioni dei LO che a questo punto le fanno su dettatura del capo-spedione straniero o dell’Agenzia nepalese.

Ci si domanda quante cime siano state salite solo sulla parola o per compiacenza, diciamo così. La scorsa primavera lo scandalo era partito proprio da un funzionario di Kathmandu che aveva scoperto che alcune foto di vetta erano state ottenute non con lo “scatto della vita”, ma con Photoshop.

C’è poi la questione dei regolamenti ambientali, che i LO sono tenuti a far rispettare, e quelli dei lavoratori nepalesi, non solo gli sherpa, ma anche i cuochi e i semplici portatori. Ma anche per questi controlli, per verificare bisogna esserci.

Dal canto loro i capo-spedizione e gli alpinisti stranieri affermano di non essersi potuti lamentare con le autorità perché se lo avessero fatto i LO avrebbero attuato delle ritorsioni, ad esempio non certificando la spedizione per lo smaltimento dei rifiuti o non firmando i certificati di vetta.

Una situazione di diffusa confusione e illegalità, scrivono i giornali del Nepal con l’Himalayan Times in prima linea, che non si capisce quanto sia dannosa, ma che di certo non giova all’immagine del turismo nepalese, la più importante fonte di valuta del Paese.  Forse il Governo Nepalese farebbe meglio ad abolire la retorica figura del LO com’è stata ed è tutt’oggi, lasciando alle Agenzie e ai capo-spedizione la piena responsabilità di gestire le spedizioni, nel rispetto delle regole scritte e quelle etiche.

 

(Foto in alto:  Photo courtesy Mountain Professional – Ryan Waters)

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Un commento

  1. Insomma..e’ piu’ una carica ben remunerata per meriti politici che per competenze acquisitee servizio effettivo.Burocrazia pura e magari con ..vitalizio.Qui queste cosacce non succedono!
    Ma nessuno ha avuto l’idea di istituire la’ dei corsi tenuti da Guide Alpine o Istruttori d’alpinismo?

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