Cronaca

Valanghe: ancora pericolo sulle Alpi

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TRENTO — Con l’arrivo del bel tempo è tornato alto l’allarme valanghe sull’arco alpino. Le ultime nevicato hanno portato accumuli di notevoli dimensioni sulle montagne, anche su strati già esistenti e debolmente consolidati. Il pericolo d’improvvisi distacchi, dunque, resta "forte", fanno sapere dal Corpo Forestale dello Stato.  

Ieri pomeriggio intorno alle 14, per esempio, una valanga di 100mila metri cubi è caduta in Val dei Rabbi, in procincia di Trento. Ha letteralmente cancellato un bosco ed è finita sul torrente Rabbies che, comunque, ha trovato una via di fuga. 
 
Altra valanga di grosse dimensioni anche dal ripido costone che sovrasta la strada regionale tra Arabba e Varda, ma senza conseguenze per le persone. Mentre uno scialpinista è riuscito a sfuggire a un distacco in Val Passiria, non distante dalla Cima Cervina (gruppo dello Hirzer).
 
Una slavina di medie dimensioni è caduta ieri sera anche in Valchiavenna (Sondrio) finendo sulla strada che porta a Madesimo. Per fortuna in quel momento non transitavano auto, vista l’ora tarda.
 
Ancora difficoltosa la circolazione sui passi dolomitici, per le forti raffiche di vento. Per il pericolo di caduta valanghe sono stati invece chiusi 4 chilometri tra il Passo Campolongo e Arabba, in Val Badia (Belluno).
 
Assolutamente da evitare le escursioni fuoripista. Anche sulle montagne liguri e l’Appennino, dove il pericolo valanghe va da "forte" a "marcato" con tendenza all’aumento nei settori oltre i 1500 metri "dove la presenza di spessori notevoli non ancora ben assestati può rendere possibili distacchi già con un debole sovraccarico" fanno sapere dalla Forestale.
 
Situazione variegata nelle altre zone del Centro Italia. Sull’Appennino abruzzese e sui massici di Lazio e Umbria il pericolo è generalmente "debole o moderato", ma sale a "marcato" salendo di quota. Sull’Appennino marchigiano il pericolo è "marcato" alle alte quote, soprattutto sui Monti sibillini.  

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