Alpinismo

Calvi, Uiaa: un aggiornamento è essenziale

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BERGAMO – “Un aggiornamento delle regole per le spedizioni è essenziale, perchè rispetto a dieci anni fa sono cambiati scenario e modalità della presenza degli alpinisti sulle montagne nei paesi himalayani. La formazione delle guide d’alta quota è fondamentale”. Questo il parere di Silvio Calvi, membro dell’Executive Board dell’Uiaa, l’Unione Internazionale delle Associazioni Alpinistiche, che ha fra i suoi scopi proprio quello di preoccuparsi per lo sviluppo di tutti gli sport di montagna.

Calvi, cosa pensa dei punti del decalogo di Montagna.org?
Il decalogo riporta all’attenzione le dichiarazioni e le linee guida Uiaa, peraltro citate nella presentazione dell’iniziativa.. Dopo dieci anni, un aggiornamento è essenziale, perché sono cambiati scenario e modalità  della presenza degli alpinisti sulle montagne nei paesi himalayani: per esempio, non ci sono più le grandi spedizioni di una volta.
 
L’Uiaa che ruolo può avere in questo aggiornamento?
L’Uiaa, come associazione dei Club Alpini del mondo, può essere un luogo per la discussione e l’elaborazione di queste regole, insieme con l’esperienza degli alpinisti che su quelle montagne hanno acquisito un’esperienza e una conoscenza determinante”.
 
Molti auspicano un intervento Uiaa per l’istituzione di un patentino per le guide d’alta quota…
Sull’importanza del patentino non ci sono discussioni: la preparazione degli uomini che seguono le spedizioni è essenziale. E vale non solo per l’Himalaya, ma per tutte le regioni alte del mondo, per esempio Caucaso e Ande. La preparazione delle guide d’alta quota, oggi, è frutto di iniziative meritorie e singole: Comitato EvK2Cnr in Nepal e Pakistan, Mountain Wilderness in Afghanistan e i salesiani nelle Ande. Ovviamente, un progetto globale richiede un’organizzazione globale, promossa per esempio dall’Uiaa, o dal Cisa-Ikar (soccorso alpino) o dall’Uiaagm (guide alpine). Oppure tutte e tre. Ma richiede anche l’organizzazione locale, per garantire uno sviluppo locale sostenibile.
 
Per esempio?
La Nepal Mountaineering Association o il Pakistan Alpine Club, da coinvolgere nella formazione delle guide. Quanti di noi vanno laggiù con il proprio accompagnatore/guida, semplicemente pagando i servizi sul posto? Questo non favorisce lo sviluppo locale, che invece è importante. Il progetto globale, poi, richiede capacità di organizzazione qualificata dei corsi e di ricerca delle risorse di finanziamento, pur con tutto il supporto possibile del volontariato. Penso che si possa fare.
 
Queste iniziative finiranno sui tavoli dell’Uiaa?
Lo sono già. Stiamo proprio lavorando sulle regole delle spedizioni, in particolare sulla questione dei soccorsi dei patentini per le guide d’alta quota. Questo decalogo può certamente fornire spunti interessanti al dibattito in corso.
 
Sara Sottocornola

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