Alpinismo

House tenta solitaria: fermato dalla bufera

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KATHMANDU, Nepal — E’ una delle parete più temute del mondo, che in passato ha messo in ginocchio cordate eccezionali. E Steve House, con la naturalezza che solo un fuoriclasse può avere, ha persino provato ad affrontarla da solo. Ma anche questa volta, le violente raffiche di vento hanno costretto al dietrofront dopo un infernale bivacco ai piedi della parete. "Ma sono riuscito ad esaminarla da vicino – ha detto l’alpinista -, e ho individuato due linee da poter aprire: questo è solo un arrivederci".

Solo ora è davvero finita l’avventura sul Makalu di Steve House, Vince Anderson e Marko Prezelj, che si trovavano ai piedi del Makalu per tentare di aprire una via nuova sulla parete Ovest in stile alpino. Il primo tentativo dei tre alpinisti, all’inizio di novembre, era finito ancor prima di attaccare la parete, a causa di una violenta bufera di vento che faceva piovere pericolosi pezzi di roccia e ghiaccio dalla parete.
 
Andato a vuoto quel tentativo, alla spedizione non rimaneva più molto tempo a disposizione. Ma House non ha voluto rientrare senza aver tentato il tutto per tutto. E così, il 4 novembre, approfittando di una giorno calmo di vento, è ritornato alla base della Ovest per attacarla in solitaria.
 
"Mi avevano avvertito di un’altra finestra di bel tempo – spiega House, che ora si trova già sulla via di ritorno verso casa – e ho voluto  fare un ultimo tentativo, da solo. Quando sono partito, l’aria era fredda ma non c’era un filo di vento. Speravo di riuscire a salire. Ma durante la notte, la bufera si è alzata di nuovo e i proiettili di roccia e ghiaccio hanno rincominciato a cadere. Ho dovuto rientrare al campo base in fretta e furia".
 
Dopo questa seconda rinuncia, House e compagni hanno fatto le valigie e hanno imboccato la via del rientro. Ma con una promessa: quella di ritornare qui tra qualche mese per finire il lavoro.
 
"Sono arrivato fino a 6.500 metri – racconta House – ho potuto dare un’occhiata da vicino alla parete. E’ davvero una delle più grandi, più belle e più difficili che io abbia mai visto. Ritorneremo, per aprire la nostra via. Abbiamo individuato due potenziali linee che secondo noi possono essere aperte in stile alpino".
 
"E’ stata una spedizione davvero lunga – conclude l’alpinista -. Tutto quello che poteva andare storto, è andato storto: abbiamo avuto problemi con la logistica, ci siamo ammalati, al campo base si congelava. E il vento non si è mai fermato". Ma i tre alpinisti, seppur amareggiati per la mancata avventura sulla Ovest, non tornano a mani vuote: a metà ottobre, durante l’acclimatamento, Vince Anderson e Marko Prezelj hanno aperto una nuova via sulla parete ghiacciata del Makalu II, splendido picco di 7.678 metri che si erge a nordovest del più noto e omonimo ottomila.
 
Sara Sottocornola

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