Alpinismo

Anna: Troillet a casa, Kopold insiste

immagine

KATHMANDU, Nepal — Amare rinunce e difficoltà più grandi del previsto sul massiccio nepalese dell’Annapurna, 8.091 metri. Sul versante Sud, troppo carico di neve, il team svizzero di Jean Troillet ha deciso di abbandonare definitivamente il tentativo di salire lungo la via Bonnington. Sul versante nord, invece, il trio slavo di Dodo Kopold sta lottando da giorni contro vento forte e seracchi che sembrano impossibili da superare.

"La nostra delusione è grande – ha detto ieri Troillet – ma sappiamo di aver preso la decisione giusta. Rientriamo a casa e abbandoniamo il nostro obiettivo: questa parete è troppo pericolosa e carica di neve". L’alpinista svizzero, che voleva festeggiare il suo 60esimo compleanno salendo la terribile parete Sud dell’Annapurna, ha preso l’amara decisione di rinunciare alla salita dopo il tentativo fallito di qualche giorno fa.
 
Lui, Martial Dumas, Kobi Reichen, e Jean-Yves Fredriksen erano partiti giovedì scorso con l’intenzione di percorrere la via Bonnington fino in vetta, ma ci hanno messo 16 ore per arrivare al campo avanzato e poi hanno deciso di rientrare perchè la parete era minacciosamente carica di neve. Al base, il team ha poi deciso all’unanimità che in queste condizioni la salita sarebbe stata impossibile, e che quindi sarebbe stato meglio rientrare.
 
E ora, mentre provvedono allo smaltimento dei rifiuti e alla raccolta dei loro materiali per il rientro, riflettono sulla loro avventura. "Avremmo potuto fare la cima? – si chiedono -. Una risposta non esiste… Ma siamo partiti in cinque e vogliamo ritornare in cinque. Questa è l’unica cosa di cui siamo sicuri. La montagna rimane qui, potremo provarci un’altra volta".
 
Intanto, sul versante opposto dell’Annapurna, procede la difficile salita dello sloveno Dodo Kopold e dei cechi Martin Minarik e Petr Masek. I tre alpinisti sono riusciti ad arrivare a 6.300 metri di quota, ma per farlo hanno dovuto affrontare un vero "inferno di seracchi".
 
"Abbiamo installato velocemente campo 1 a 5.200 metri – racconta Kopold -. Ma sopra, ci aspettavano le difficoltà: per arrivare a quota seimila ci abbiamo messo 12 ore. La scalata era difficile, installare delle corde fisse impossibile. Siamo sopravvissuti a dei seracchi pericolosissimi: siamo riusciti a installare campo due solo a notte inoltrata. Il giorno dopo siamo saliti ancora 300 metri, avvicinandoci alla cresta: lassù il vento sembra spirare ad una velocità infernale".
 
Il trio punta a salire lungo lo sperone dove campeggia la via aperta anni fa dall’alpinista francese Patrick Gabarrou, dalla quale arrivarono in vetta per primi due alpinisti cecoslovacchi nel 1988.
 
Sara Sottocornola

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close