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Skialp: le controanalisi inchiodano Blanc

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BERNA, Svizzera — Non c’è più nessun dubbio. Le controanalisi sulle urine di Patrick Blanc, trovate positive all’Epo dopo la gara svizzera della Patrouille du Glaciers, hanno dato esito positivo e inchiodano definitivamente lo scialpinista francese, per il quale è già scattato il procedimento per la squalifica di due anni. Pare proprio che nessun cavillo burocratico potrà salvare la sua carriera. A darne notizia è stata, poche ore fa, l’Uiaa, Unione Internazionale delle Associazioni d’Alpinismo, che con il suo comitato antidoping si è occupata del caso e ora ha ufficializzato i provvedimenti contro l’atleta.

"Le controanalisi hanno confermato la presenza di Epo nelle urine di Patrick Blanc – si legge nel comunicato, firmato dal direttore dell’Uiaa -. E’ stato quindi avviato il procedimento disciplinare contro l’atleta, che dovrà essere processato per la violazione del codice mondiale antidoping e della normativa antidoping dell’Uiaa".

E’ dunque arrivata la tanto attesa conferma ufficiale della positività di Blanc ai controlli antidoping effettuati lo scorso 19 aprile in Svizzera. Un caso di cui l’Uiaa si è occupata in accordo con l’International Ski Mountain Federation (Ismf) e la Fédération Française de la Montagne et de l’Escalade (Ffme).

Le controanalisi sui campioni, fa sapere l’Uiaa, sono state condotte dallo Swiss Laboratory of Doping Analysis di Losanna con la supervisione del dottor Matthias Kamber, direttore dell’Antidoping Switzerland, in qualità di supervisore esterno. E hanno confermato quanto era risultato, a suo tempo, scatenando un vero e proprio scandalo antidoping nel mondo dello scialpinismo: Blanc, prima della gara, aveva assunto sostanze dopanti.

Nel comunicato, l’Uiaa precisa inoltre che la sostanza trovata nelle urine di Blanc è l’Epo "CERA", conosciuta anche come Epo di terza generazione o ritardante: si tratta di attivatori continui dei recettori dell’eritropoiesi, l’ormone che stimola la produzione di globuli rossi e favorisce l’ossigenazione dei tessuti. La stessa, per intenderci, che ha provocato la sospensione di Riccardo Riccò dal Tour de France.

E ora? L’Uiaa ha già avviato la procedura per comminare la dovuta sanzione a Blanc, che dovrebbe essere squalificato con effetto immediato. L’ex campione francese, per anni ai vertici delle classifiche mondiali, dovrà appendere gli sci al chiodo per almeno due anni. Il che significa con ogni probabilità fine della carriera, dato che Blanc ha già 36 anni.

Gli organizzatori della Patrouille du Glaciers, dal canto loro, hanno escluso a vita Blanc dalla gara e hanno già provveduto a togliere il secondo posto alla squadra francese composta, oltre a Blanc, da Gregory Gachet e Florent Perrier. La nuova classifica della Patrouille du Glaciers 2008 vede così al secondo e al terzo posto due squadre svizzere, composte rispettivamente da Rey, Masserey, Taramarcaz e da Anthamatten, Farquet, Jon Andri.

Soddisfazione negli ambienti dello scialpinismo, dove però continua a serpeggiare l’amarezza per la magra figura fatta dal settore a livello internazionale. "Blanc ha vanificato ciò che di buono aveva fatto in tutti questi anni – ha commentato Fabio Meraldi, storico scialpinista italiano, sulla stessa linea del ct della nazionale azzurra Adriano Greco -. E’ giusto che paghi scontando la squalifica che gli è stata inflitta, ma il suo gesto scellerato non deve infangare uno sport fatto di sani principi".

Più duri gli atleti, che sperano in un aumento dei controlli antidoping per radiare dall’ambiente ogni ombra di doping. "Alla luce di quanto è successo non me la sento di dire che il nostro è uno sport assolutamente “pulito” – ha detto Guido Giacomelli, dello Sci Club Alta Valtellina -. Invece di nascondere la testa sotto la sabbia, bisogna fare prevenzione educando i giovani e intensificando ulteriormente i controlli. Ogni anno, nello scialpinismo, si abbattono record e se ne stabiliscono di nuovi, grazie all’allenamento o allo sviluppo dei materiali. Fare maggiori controlli servirà a fugare qualsiasi dubbio di dolo e a dare maggiore credibilità alle nostre performance". Dello stesso parere anche Ivan Murada.

Sara Sottocornola

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