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Skialp: lo scandalo doping travolge Blanc
PARIGI, Francia — Patrick Blanck: due anni di squalifica e fine della carriera scialpinistica. A tre mesi dallo scandalo doping che ha investito la Patrouille du Glaciers, viene svelato il nome dell’atleta risultato positivo all’Epo dopo la celebre gara svizzera dove Blanc aveva conquistato l’argento con Florent Perrier e Grégory Gachet. Ma il mondo dello scialpinismo non ci sta. "E’ solo un problema suo, questo sport è pulito" commenta secco Adriano Greco, commissario tecnico della nazionale italiana.
La notizia circolava negli ambienti già da tempo. Ma il nome dell’atleta francese coinvolto nello scandalo denunciato dagli organizzatori della gara svoltasi a fine aprile sulle Alpi svizzere, non era mai stato fatto in via ufficiale. Si attendevano i risultati della contro-perizia, e tutti – dalla federazione scialpinistica francese a quella internazionale – erano in silenzio stampa.
Stamattina, però, quel nome è su tutti i giornali d’oltralpe. Patrick Blanc, l’atleta di bandiera in Francia, il 6 volte campione del mondo, il vincitore di 3 Pierra Menta e due Patrouille du Glaciers, è stato sorpreso nel dopogara con tracce di eritropoietina – l’ormone che stimola la produzione dei globuli rossi – nelle urine.
A confermare i fatti è Antoine Cina, delegato permanente della neonata Federazione Internazionale dello scialpinismo (Ismf). "L’Uiaa non si è ancora espressa ufficialmente sul caso – ha dichiarato Cina al quotidiano francese Le Nouvelliste – ma mi sono informato personalmente e, alla luce della mia posizione, posso confermare che si tratta di Blanc".
Secondo Cina, il verdetto ufficiale delle autorità sportive sarebbe in dirittura d’arrivo, nonostante in Francia si sia tentato il tutto per tutto per far archiviare il caso. "La federazione francese puntava su alcuni vizi di forma – ha detto Cina, senza troppi giri di parole, alla stampa francese -. Ma con ogni probabilità Blanc sarà squalificato per due anni e toglieranno alla sua squadra il secondo posto nella classifica 2008 della Patrouille du Glaciers".
Una decisione che metterebbe fine, in modo inglorioso, alla plurimedagliata carriera scialpinistica dell’ormai 36enne Blanc, uno degli atleti più in vista a livello internazionale. Ma che secondo altri non è così scontata.
"Per quanto ne so io la questione non è ancora chiusa – commenta Adriano Greco, commissario tecnico della nazionale italiana -. La federazione e l’Uiaa stanno ancora valutando da farsi perchè è il primo caso di doping che si trovano ad affrontare e, tra le altre cose, devono definire le competenze di ognuna. E poi sembra, in effetti, che il caso possa anche essere archiviato perchè le controanalisi sono state presentate fuori dai tempi stabiliti".
Magra consolazione, per uno scialpinismo gettato nella bufera degli scandali doping, doverne uscire solamente per questioni di mera burocrazia. Ma secondo Greco, questa storia va guardata con altri occhi.
"Il doping non è un problema di questo sport – prosegue Greco -. Non è come nel ciclismo dove ci sono stati molti casi. Lo scialpinismo è un mondo ancora povero, di dilettanti. Qui si tratta solamente di mosche bianche che fanno delle stupidaggini, tant’è che i compagni di squadra di Blanc erano puliti e comunque questo sarebbe il primo caso dopo tanti anni di controlli. Se uno sbaglia è giusto prendere provvedimenti, ma i nostri problemi sono altri: non trovo giusto, oggi, spendere troppo tempo, forze e denari a parlare di antidoping, quando la priorità è far crescere questo sport".
"Meno si parla di doping meglio è – continua Greco -. Anche perchè si rischia di mandare un messaggio sbagliato ai giovani. Mi è capitato di vedere ragazzini che si vantavano di aver fatto il controllo antidoping, si sentivano "grandi" per questo. Non va bene. Bisogna farli avvicinare allo sport con la mentalità giusta: di doping non dovrebbero nemmeno sentir parlare".
Sara Sottocornola
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