L’Abisso del Laresot, nelle Dolomiti di Brenta, raggiunge i -1140 metri
Presentati dalla SAT a Trento gli straordinari risultati delle ultime esplorazioni degli speleologi di Arco, Vigolo Vattaro e del Gruppo Grotte Brenta
Le Dolomiti di Brenta, in Trentino, sono celebri per le vette, i paesaggi, le ferrate e i sentieri, e per le piste da sci di Molveno, Madonna di Campiglio e Pinzolo che scendono ai loro piedi. All’elenco delle eccellenze del Brenta, però, bisogna aggiungere le grotte, che grazie alle ultime esplorazioni, sono entrate nell’elenco delle più profonde e impegnative d’Italia.
Nelle scorse settimane, infatti, è stata individuata e percorsa una nuova verticale nell’Abisso del Laresot, che si apre a 2360 metri in Val Noghera, nel Brenta, che ha così raggiunto i 1140 metri di profondità. Protagonisti dell’esplorazione sono stati gli speleo del Gruppo Speleologico SAT di Arco e del Gruppo Grotte SAT di Vigolo Vattaro, con la collaborazione del Gruppo Grotte Brenta. Il La verticale esplorata è stata battezzata Pozzo SAT Arco e Vigolo Vattaro. L’impresa è stata presentata allo Spazio Alpino della SAT mercoledì 11 dicembre, per celebrare la Giornata Internazionale della Montagna.
“Oggi ci troviamo qui non solo per celebrare chi guarda verso l’alto, ma anche chi ha il coraggio di guardare verso il basso. Nel cuore delle Dolomiti di Brenta, gli speleologi della SAT hanno proseguito con nuovi risultati di un’impresa già straordinaria. Raggiungere la profondità record nell’Abisso del Laresot, una cavità che rappresenta un autentico enigma geologico e una sfida per chi osa esplorarla”, ha detto Cristian Ferrari, presidente della Società degli Alpinisti Tridentini.
A raccontare l’impresa sono stati Maurizio Sassudelli del Gruppo SAT Vigolo Vattaro e Silvano Bertamini, Dino Salvaterra e Claudio Montagnoli del Gruppo SAT di Arco.
“Abbiamo effettuato l’ultima punta esplorativa della stagione 2024 nell’Abisso del Laresot nei giorni 1 e 2 novembre. Dall’ingresso si passa in una grotta alpina bellissima, caratterizzata da un costante scorrimento d’acqua e una temperatura che va da 1 a 4 gradi. Molte sono state le uscite preparatorie prima di poter puntare di nuovo al fondo, ma siamo un gruppo affiatato e propositivo. Questo ha fatto la differenza”.
I lavori della spedizione speleologica sono durati mesi. Per tutto il mese di agosto le energie del gruppo sono state dedicate all’allestimento del bivacco interno a -500 metri dall’ingresso per consentire di dormire in grotta. Successivamente sono stati migliorati alcuni ancoraggi, è stato posato un telo in PVC a -900 metri per evitare di bagnarsi, sono state sostituite delle corde ormai usurate. E’ stato necessario trasportare in profondità centinaia di metri di corda e numerosi ancoraggi.
“La stagione esplorativa è iniziata molto tardi a causa della gran quantità di neve primaverile alle alte quote” prosegue Maurizio Sassudelli, “l’ingresso si è liberato solo tra luglio e agosto. La grande quantità d’acqua e il tempo sempre incerto non hanno certo agevolato l’organizzazione delle varie uscite”.
A settembre è partita la prima puntata esplorativa da parte di Maurizio, Silvano e Dino. “La grotta era ancora molto bagnata. Come prima cosa abbiamo corretto la progressione in alcuni tratti sul grandissimo e bellissimo Pozzo Incredibile, poi siamo riusciti a scendere fino a quota -1100 metri, in fondo al Pozzo Mille e una Notte, dove abbiamo passato la prima notte” prosegue Sassudelli.
“L’uscita successiva è stata dedicata al posizionamento in parete di un telo in PVC da 6×3 metri, su un terrazzone a -900 metri dove il pozzo crea un imbuto, che ci ha consentito di non bagnarci troppo più in basso”. Poi, a causa del meteo, è stato necessario aspettare condizioni meteo più favorevoli. Il fine settimana di Ognissanti ha presentato l’occasione giusta per Dino, Silvano, Maurizio e Claudio, che era al suo battesimo oltre i -1000 metri di quota.
La seconda e ultima puntata esplorativa ha portato il gruppo in una grossa frattura perpendicolare al Pozzo Mille e una Notte, su dei piccoli salti molto variegati che portano ad aggirare più volte dei grossi massi di frana. Un tratto di grotta soprannominato “L’ottimismo è gratis!” ha portato alla scoperta di una nuova verticale.
“Girato un angolo dove la grotta sembrava finire nel nulla” racconta Silvano Bertamini “ci siamo trovati sul bordo di un pozzo bellissimo che ora attenderà le prossime uscite per essere sceso. La nuova verticale è già stata battezzata Pozzo SAT Arco e Vigolo Vattaro, in onore della collaborazione che ha portato a questi risultati che vanno oltre le aspettative”.
Importante infine il gioco di squadra. Nella presentazione dell’11 dicembre a Trento, gli speleologi hanno ringraziato Federico Mattedi, che ha dato un forte contributo nell’esplorazione nei due anni precedenti, Paolo Bombardelli, Sara Quercetti e Sebastiano Morandi che hanno raggiunto profondità tra i -800 e i -1000 metri, e hanno contribuito ad allestire il campo interno.