Cronaca

Schianto mortale al rally d’Ossola

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DOMODOSSOLA — Ennesima tragedia nei rally di montagna. Ieri pomeriggio, sulle montagne piemontesi, una delle auto favorite in gara per il Rally Valli Ossolane è uscita di strada ed è andata a schiantarsi violentemente contro un albero. Il navigatore è morto sul colpo, mentre il pilota è in rianimazione all’ospedale di Novara per un grave trauma cranico.

L’incidente è avvenuto durante la prova speciale di Montecrestese, la settima e terzultima dell’atteso Rally piemontese valido per la Coppa Italia. L’equipaggio coinvolto era uno dei favoriti e dei più noti nel panorama italiano dei rally di montagna: il pilota, in coma, è il piemontese Davide Riedmann di 44 anni e il navigatore, deceduto, Omar Pedrazzoli, di soli 27 anni.
 
I due viaggiavano su una Clio super 1600 in gara con il numero 9. Poco dopo le dieci del mattino di ieri, nei pressi della frazione Nava, il pilota ha aperso il controllo dell’auto dopo aver sbattuto contro un muretto sulla sinistra della carreggiata. La Clio ha sfondato il guardrail ed è finita nel bosco sottostante schiantandosi contro un albero.
 
Sul posto sono giunte tre ambulanze dotate di centro mobile di rianimazione, i vigili del fuoco con i tecnici che hanno divaricato la carrozzeria dell’auto per estrarre i due giovani dall’abitacolo. Purtroppo, per Pedrazzoli non c’era già più nulla da fare.
 
Riedmann, invece, era ancora vivo anche se in condizioni gravissime. Dopo i primi soccorsi prestati sul posto, il pilota è stato trasportato all’ospedale di Domodossola e poi a quello di Novara dove versa, tuttora, in gravi condizioni.
 
La gara è stata immediatamente sospesa e negli altri rally in corso nella giornata di ieri, come il Rally di Lecco, molti equipaggi si sono ritirati in segno di lutto.
 
Ancora oscuri i motivi dell’incidente, che saranno oggetto d’inchiesta. Secondo quanto riferito dalla stampa locale, al momento l’asfalto era umido. Riedmann e Pedrazzoli erano un equipaggio esperto e avevano vinto, insieme, il Rally Città di Torino lo scorso 24 maggio.
 
 
 
(foto d’archivio) 

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