Compie 120 anni lo sci in Italia
[:it]TORINO – Era l’8 gennaio del 1896 quando l’ingegnere e alpinista svizzero Adolfo Kind provò a scendere, con degli sci legati ai piedi, il monte di Prá Fieul in Val Sangone.
Kind, svizzero naturalizzato torinese, era da poco rientrato da un viaggio in Svizzera con due paia di strani e lunghi assi di legno di frassino, mostrandoli agli amici nel suo chalet, non lontano dal Parco del Valentino nel centro di Torino, sul cui tappeto pare sia avvenuta la prima sciata italiana, tra l’incredulità ed il divertimento degli ospiti.
Ciò che aveva portato Kind erano i cosiddetti ski norvegesi, divenuti noti in Europa nel 1888 con il libro “Nel cuore della Groenlandia. 1888: la prima traversata con gli sci” di Fridtjof Nansen, esploratore, scienziato e poi politico.
L’evoluzione norvegese delle racchette da neve aveva già preso piede in Europa, dove avevano già iniziato a nascere i primi ski club a Monaco (1891) ed a Grenoble (1896), ma non in Italia.
Dopo gli esperimenti al Parco del Valentino e sulle colline torinesi, Kind, con il suo gruppo di amici, l’8 gennaio del 1896 salì a Giaveno, dove, raggiunta la cima del Monte Cugno dell’Alpet, si lanciò a capofitto lungo il pendio innevato, dando così ufficialmente vita allo sci Italia.
Nel 1901 venne fondato lo Ski Club Torino, all’interno del Club Alpino Italiano, riunendo tra i fondatori quasi tutti gli alpinisti più famosi di inizio secolo: Adolfo Hess, Giacomo Dumontel, Ubaldo Valbusa, Ettore Canzio e lo stesso Kind.
Pochi anni più tardi, nel gennaio del 1906, venne inaugurata la “prima stazione alpina italiana” a Oulx, in Alta Valsusa, che sostituiva la Stazione Sociale del Club a Prà Fieul, e nel mese di febbraio venne organizzato il primo corso di sci d’Italia.
La moda contagiò subito gli italiani, che si fecero inizialmente chiamare skiatori, cioè scivolatori, e poi sciatori, tanto che, accanto alla crescente adesione di pubblico, negli anni 30 dello scorso secolo, su intuizione di Giovanni Agnelli, venne fondata Sestriere.[:]