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Lo speedrider più veloce del mondo: intervista ad Armin Senoner

BOLZANO – 152,9 chilometri orari. È questo il record segnato da Armin Senoner pochi giorni fa al Gran Zebrù. La Guida alpina altoatesina è stata velocissima, anzi la più veloce del mondo a scendere con gli sci e la vela da parapendio, vale a dire in speed riding. Lo abbiamo raggiunto al telefono e ci siamo fatti raccontare per filo e per segno i dettagli della sua impresa eccezionale: ecco cosa ci ha detto. 

Armin, come è nata l’idea di questo record?
È nata 2 o 3 anni fa. C’era un mio amico francese, Francois Bon, che aveva fatto segnare il record nel 2006, e tra di noi amici ci chiedevamo se fosse possibile essere ancora più veloci. Allora abbiamo deciso che ci avrei provato. Io e il mio team abbiamo lavorato a questo progetto per due anni: con me c’è Bartolomeus Kohl, che è un po’ il mio manager e mi dà una grande mano. Volevamo già tentare l’anno scorso, ma per via di un incidente con la vela avevamo deciso di spostarlo di un anno. Questo insomma è stato l’anno buono.

Francois Bon, lo speedrider francese che deteneva il record precedente, lo aveva conquistato sul Gran Zebrù?
No, il record precedente l’aveva fatto su una pista dichilometro lanciato. Lui è di Les Arcs e chiaramente l’ha fatto lì su quella pista.

Armin Senoner al Gran Zebrù (photo 8art Production)
Armin Senoner al Gran Zebrù (photo 8art Production)

Quindi il tuo è un record assoluto in speed riding?
Sì al momento sì.

Come mai hai scelto il Gran Zebrù?
Prima di tutto è in Alto Adige, ed è una delle cime più alte del territorio. Si adatta molto bene a questa attività perché è molto ripida, ha delle pendenze ideali per questo tipo di volo, ma anche dei versanti che volendo puoi scendere sciando. 

Tu da che lato sei sceso?
Dal lato est, dove si sale normalmente se parti dal Rifugio Pizzini. La via normale del Gran Zebrù direi.

Maurizio Folini è stato con te in questa impresa. Ti ha portato su lui con l’elicottero?
Sì, ho voluto che ci fosse lui perché ci conoscevamo già bene essendo stati in Nepal insieme due volte. E quindi ho proprio chiesto a lui se mi poteva aiutare con questo progetto, e lui ha accettato. Il giorno del record ci ha portato su con l’elicottero: è stato bello perché diversi membri del team conoscevano già Maurizio, quindi c’era già feeling fra di noi.

Armin Senoner e Maurizio Folini (photo 8art Production)
Armin Senoner e Maurizio Folini (photo 8art Production)

Per sapere se ce l’avevi fatta a strappare il nuovo record abbiamo dovuto aspettare praticamente un giorno. Come mai, che calcoli sono stati fatti?
La Fai, la Federazione Aeronautica internazionale, ha voluto prima vedere se il gps dava il risultato giusto. Quindi a mano hanno ricalcolato tutte le traiettorie, tutti i dati, fino a quando sono arrivati a confermare i numeri del gps. Anche io per sapere come era andata ho dovuto aspettare 24 ore: alla sera ancora non sapevo niente, ho saputo l’esito solo il giorno dopo…una notte un po’ nervosa per me! 

Ma mentre scendevi ti sei reso conto che ce la stavi facendo oppure no?
Mah, direi che durante il volo sei talmente veloce che ti rendi conto di ben poche cose. Quello che senti è che sei molto veloce perché senti proprio un’eccezionale pressione dell’aria in faccia. Sei concentrato su dove stai andando, guardi la linea, tutto il resto lo spegni.

La cima del Gran Zebrù (photo 8art Production)
La cima del Gran Zebrù (photo 8art Production)

Prima di riuscire a segnare il record qual era stata la tua performance migliore?
Eravamo sui 122 chilometri all’ora, giù di lì…Considera che il giorno dei test non eravamo così alti di quota, ma intorno ai 2500/2800 metri. Il giorno del record eravamo mille metri più su, a 3800 metri. E questo fa proprio la differenza: l’aria che fa molta meno resistenza alla vela.

È da tanto che fai speed riding?
Sì, penso di aver iniziato nel 2006/2007 

Cosa farai adesso, continuerai con lo speed riding o ti dedicherai ad altre cose?
Questa è una buona domanda. L’anno scorso ho avuto due incidenti gravi e mi ero ripromesso di non volare più. Però dato che era già iniziata tutta la preparazione per il record avevamo deciso di chiuderla, mi ero detto: finiamo il progetto e poi vediamo. A me piace tantissimo volare, è veramente bello, ma è anche molto pericoloso. Al momento lavoro anche come Guida alpina, maestro di sci, quindi un po’ mi dispiace anche ad ogni incidente perdere due o tre mesi, con la riabilitazione e il resto. Non abbiamo ancora deciso cosa faremo, magari qualche progetto nell’ambito dell’alpinismo. Vedremo, siamo ancora un po’ indecisi.

La vela di Armin Senoner mentre realizza il record in speed riding (photo 8art Production)
La vela di Armin Senoner mentre realizza il record in speed riding (photo 8art Production)

Senti invece, parlando di progetti imminenti: tra poco torni all’Everest, giusto?
Sì, sono di nuovo lì quest’anno, parto il 30 aprile e rimarrò un mese. Sarò impegnato insieme a Maurizio (Folini) per le operazioni di soccorso in Himalaya. Quest’anno all’Everest ci sarà tanta gente, vedremo come andrà.

 

 

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