Italiani in cima al Cerro Torre dalla via dei Ragni
EL CHALTEN, Argentina — Alcuni alpinisti italiani sono andati in cima al Cerro Torre dal versante Ovest, lungo la “Via dei Ragni” nei giorni scorsi. Marco Farina, Marco Majori e François Cazzanelli della Sezione Militare di Alta Montagna di Courmayeur, hanno toccato la vetta della famosa montagna patagonica domenica 14 dicembre alle 13.30 ora locale. L’altro ieri è stata la volta della Guida alpina Marcello Cominetti, dell’aspirante Guida Francesco Salvaterra e del loro cliente.
Farina, Majori e Cazzanelli si trovano in Argentina dall’inizio di novembre: sono stati fermati per giorni dal meteo avverso, poi, nell’ultimo weekend del mese scorso sono riusciti a compiere una prima ripetizione sulla cima del gruppo del Fitz Roy, l’Aguja de l’S. Dopo altri giorni di meteo sfavorevole, a metà dicembre hanno attaccato il Cerro Torre, che hanno salito dalla via dei Ragni, aperta da Casimiro Ferrari, Daniele Chiappa, Mario Conti e Pino Negri nel 1974.
Hanno compiuto l’avvicinamento alla parete Ovest il 13 dicembre, partendo dal bivacco Nipo Nino alle 03.15 circa. Alle 13.30 del giorno dopo erano in vetta, mentre alle 19 erano di nuovo alla base della via. Lunedì infine sono ritornati ad El Chalten.
“Siamo al campo Nipo Nino ma i nostri piani sembrano incrinarsi – racconta Majori riepilogando la loro salita – quando, invece che riposarci in vista della salita programmata sabato, ci ritroviamo a collaborare alle operazioni di soccorso di due alpinisti italiani caduti sul ghiacciaio del colle Standhardt. Verso le 3.15 di sabato mattina riusciamo comunque a metterci in marcia e a raggiungere, verso le 12 circa, il Colle della Speranza. Le condizioni meteorologiche sono stabili, il tempo è sereno e le motivazioni crescono sempre più. Dopo aver scavato una truna per riposarci qualche ora, alle 01.00 di domenica parte ufficialmente l’attacco alla vetta del Torre. La salita procede veloce e, alle prime luci dell’alba, si scorgono i grandi “funghi” strapiombanti di neve e ghiaccio che caratterizzano il Cerro Torre: un buco che conduce a un incredibile ed intricato sistema di tubi, mezzi tubi e rigole ci consente di raggiungere la base dell’ultimo tiro, il più temuto. Qui si scorge nell’ultimo fungo uno spazio aperto da una cordata americana passata da poco, uno spazio che collega a un mezzo tubo formato dal vento e che ci porta, circa un’ora dopo, quando in Patagonia sono le 13.30, in vetta al Cerro Torre. Il panorama mozza il fiato, nessuno ha la forza né la voglia di pronunciare parola: il sogno di tutti gli alpinisti è stato realizzato”.
La cima del Torre è stata raggiunta, sempre dalla via dei Ragni, il 16 dicembre anche da altri 3 italiani: l’aspirante Guida Francesco Salvaterra, la Guida alpina Marcello Cominetti e il suo cliente Massimo Lucco. Cominetti è esperto conoscitore della Patagonia: è stato il primo nel 1992 ad accompagnare un cliente sul Fitz Roy e stando a quanto scrive Salvaterra nel racconto della loro salita, è stato ora il terzo in assoluto ad accompagnare un cliente al Torre.
“Ieri siamo tornati nel pueblo di El Chaltèn dopo aver scalato il Cerro Torre – scriveva ieri Salvaterra su Facebook -! Per riuscirci abbiamo passato sei giornate in montagna veramente indimenticabili e difficilmente descrivibili. La via dei Ragni sulla parete ovest della montagna è certamente una delle vie di ghiaccio più belle del mondo, e per arrivarci e tornare a “casa” se ne vedono delle belle. Per tutti e tre, Marcello Cominetti, Massimo Lucco e me è stato un sogno realizzato. Massimo è un ottimo alpinista e cliente di lunga data di Marcello, ha sempre sognato di scalare questa montagna e tuttora sembra non assimilare bene di esserci riuscito. Marcello è una delle Guide Alpine più esperte di Patagonia del mondo, anche se è uno che ci scherza sopra so che per lui scalare il Torre per lavoro è una grande soddisfazione professionale. E’ la prima Guida Alpina Italiana e la terza al mondo a scalare questa montagna simbolo con un cliente. E beh, per quanto riguarda me sono riuscito a superare quei trenta metri che mi mancavano dal tentativo dell’anno scorso e mi sono divertito come poche volte. Penso che sono il primo (e facilmente ultimo) Aspirante Guida Alpina a guadagnarmi le prime giornate di lavoro su questa via”.
Questo in Patagonia è il secondo viaggio di Francesco Salvaterra quest’anno. Lo scorso ottobre infatti, era già stato qui con Ermanno Salvaterra, Tomas Franchini e Nicola Binelli con i quali ha tentato di completare la nuova via sulla parte centrale della parete ovest della Torre Egger.