Alpinismo

Everest, i kazaki per primi sulla vetta

immagine

CAMPO BASE EVEREST, Nepal — Due uomini di punta dell’esercito kazako, Vassily Pivtsov e Maxut Zhumayev. sono i primi ad aver raggiunto gli 8.848 metri dell’Everest in questa stagione. Sono saliti dal versante nord lo scorso 30 aprile, salendo senza ossigeno e poi restando per oltre 24 ore nella zona della morte.

I due alpinisti sono partiti intorno a mezzanotte da 7.900 metri. Alle sei – ora locale – di lunedì scorso erano sulla cima. Secondo quanto riferito da Alex Abramov, capo di una delle spedizioni commerciali impegnate sulla montagna, i due kazaki hanno raggiunto la cima insieme a 5 sherpa della Himex, che stavano fissando gli ultimi metri di corde fisse in vista della salita dei clienti.
 
La discesa, però, a quanto pare è stata un vero inferno. Perchè i due alpinisti, a mezzanotte, erano giunti solo a quota 8.300 metri. Qui si sono rifugiati in una gelida tenda vuota per qualche ora. Hanno poi ripreso a scendere la mattina successiva e hanno proseguito verso il Colle Nord, raggiungendo finalmente il campo base avanzato alle undici di sera. Completamente esausti.
 
Da un’intervista di Explorersweb a Duncan Chessell trapela che gli sherpa avrebbero assistito i due alpinisti durante la lunga e sofferta discesa, con bevande calde e anche un po’ di ossigeno. "Ne hanno preso solo una boccata da una bombola", precisa Chessel.
 
"Ero molto preoccupato per la loro lunghissima permanenza oltre i 7.500 metri – ha detto Abramov a Explorersweb -, perchè sono sempre rimasti senza ossigeno. Per fortuna, le loro condizioni sono buone".
 
Il tentativo precedente era andato a vuoto a causa delle cattive condizioni del meteo, che li ha costretti a tornare al campo base avanzato, dove però sono rimasti solo poche ore prima di rilanciare verso la vetta.
 
Zhumayev, 30 anni, e Pivstov, 32, fanno parte della nazionale dell’esercito kazako coordonata da Ervand Iljinsky. Entrambi hanno una grande esperienza alpinistica, più volte riconosciuta con premi della ex unione sovietica. Prima dell’Everest, avevano infatti già salito 11 ottomila, tutti senza ossigeno. Per arrivare a 14, ora gli mancano ora Lhotse, Manasalu e K2: quest’ultimo in programma per l’estate, dal crinale nordest.
 
 
Sara Sottocornola

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close