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Occhi italiani puntati sul clima mondiale
MONJU, Nepal (Ansa) — Sono tutti italiani gli occhi che da Asia, Europa e Africa stanno controllando la salute del pianeta raccogliendo dati su clima e circolazione di sostanze inquinanti su scala globale. Sono i sensori e i rilevatori della rete di stazioni Share (Stations at High Altitude for Research on the Environment), dei quali i ricercatori del Comitato Ev-K2-Cnr hanno cominciato a raccogliere i dati.
I primi sono stati raccolti dalla stazione di Lukla, dalla quale è appena partita la spedizione diretta al Laboratorio Osservatorio Internazionale Piramide. Mancano cinque giorni per raggiungere la Piramide, ma il lavoro è già iniziato.
"Abbiamo raccolto i dati relativi ai primi due mesi di funzionamento della stazione di Lukla", dice il responsabile del monitoraggio climatico per il Comitato, Giampietro Verza. Quella di Lukla è la prima delle quattro grandi stazioni per il rilevamento climatico installate dal Comitato Ev-K2-Cnr lungo l’asse che va da Sud a Nord, verso l’Everest.
La stazione più alta è quella della Piramide, dove si trova anche un altro cuore pulsante del sistema Share, la stazione Abc-Pyramid per il rilevamento dei dati sulla circolazione atmosferica degli inquinanti. Oltre alle quattro stazioni climatiche principali, sono attive altre stazioni in Italia, sul Monte Cimone, una in Pakistan e una in Africa, sul Ruwenzori.
"I dati rilevati da stazioni come queste – prosegue Verza – possono fornire un dato complessivo sull’andamento del clima e inoltre possono avere ricadute importanti sull’agricoltura". Il loro interesse è stato immediatamente apprezzato a livello internazionale.
Ad esempio,le stazioni di Share sono inserite nel progetto internazionale Ceop (Co-ordinated Enhanced Obervation Period) dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale (Wmo), che periodicamente rileva dati sul clima.