Outdoor

Skialp, il perchè di un Europeo sottotono

immagine

TIRANO, Sondrio — Conclusi i Campionati Europei di sci alpinismo in Francia è tempo di bilanci e, come è giusto fare nello sport, dobbiamo essere assolutamente scevri da preconcetti e sinceri con noi stessi. Dalla Nazionale italiana ci potevamo sinceramente aspettare qualche cosa in più. Le certezze, ora, sono tutte nelle mani dei giovani: gli unici a ben figurare.

La squadra azzurra ha letteralmente dominato la scena internazionale per oltre due anni, dagli ultimi Europei di Andorra, dove la squadra azzurra ha scoperto Guido Giacomelli, campione italiano assoluto a 23 anni e campione continentale a 24 anni. A Morzine i successi sono stati ininterrotti.
 
Coppe del Mondo a coppie ed individuali combattute tra atleti italiani. Agli scorsi Mondiali di Cuneo mancò la vittoria a coppie che, per forza di cose sarebbe spettata a Brunod e Reichegger. Ma i due atleti mancarono quell’occasione giungendo terzi ed hanno mancato anche questa giungendo addirittura quarti.
 
Giacomelli stesso, atleta che ci aveva abituato a grandi quanto insperati risultati, ha mancato in questo Europeo. Tutti si aspettavano delle grandi gare, combattute a due tra Giacomelli e Blanc. Ma entrambi sono stati battuti da loro stessi, prima che dagli altri.
 
Blanc ha dichiarato, due settimane or sono, che la lotta sarebbe stata tra lui e Guido.
Guido ha gareggiato sottotono, capita. Blanc era l’ombra di se stesso, estromesso dai top 4 per la gara individuale ha visto addirittura salire sul podio il giovane Bon Mardion classe ’83.
 
E’ mancato Lunger, un atleta dalle grandi doti sportive ed umane che all’alba dei 43 anni è oggi il pilastro della squadra Nazionale. E’ capace di infondere certezza agonistica e serenità morale: con Lunger sarebbe stato sicuramente un Europeo diverso.
 
La Federazione certo non aiuta: problemi economici non permettono alcuna programmazione, i club che lavorano con i giovani sono lasciati a loro stessi senza alcuna guida, né prospettiva.
 
L’assente apparato politico federale, dopo la discussa guida di Coppi, lascia un settore florido di atleti ed organizzatori, ma assolutamente disorientato.
 
La mancata normativa che permetterebbe ai giovani under 18 di gareggiare ha limitato la scelta dei tecnici a pochi ragazzi, che hanno avuto grandi meriti durante la stagione, ma che forse ora non sono nel loro migliore momento di forma.
 
Un Jean Pellissier pescato all’ultimo momento ha permesso di “salvare la faccia” nella gara a coppie. Per fortuna Holznecht, Eydallin e Coletti hanno mostrato a tutti con serenità che il futuro sarà ancora azzurro.
 
Un clima interno non proprio sereno  – per colpa un po’ di chi conduce ed un po’ di chi potrebbe aiutare il gruppo ad essere compatto – non crea certo il clima migliore per essere vincenti. Chi ha portato sport colore ed allegria a questi campionati Europei? Chi ha saputo interpretare il vero spirito sportivo?
 
Credo, convinto di essere condiviso, che la vera faccia dello sport sia stata quella degli espoir, i tre italiani che ho citato prima. Quella del francese Bonnet che quasi si scusa con Coletti per avergli soffiato il bronzo grazie ad una penalità. O ancora, quella di Elisa Fleshmann con le sue due medaglie d’argento, di Letizia Roux e i suoi due ori, e della superiorità dello junior spagnolo Jornet.
 
Altre note positive la gioia dello spagnolo Javier, entrato finalmente tra i top ten nella gara individuale, i sorrisi degli svedesi e dei norvegesi, trovatisi a gareggiare tra gli "ufo", ma giunti comunque ottimi quindicesimi nella gara a coppie.
 
Le belle interviste, sempre allegre di Roberta Pedranzini, corteggiata da tutti i giornalisti per la sua spontaneità.
 
Bella anche la serenità del nostro Davide Spini, chiamato all’ultimo senza preavviso  e giunto al traguardo in grande ritardo rispetto agli standard di livello cui ci ha abituato, ma tranquillo e sereno di aver compiuto ben oltre il proprio dovere in una giornata non proprio positiva.
Queste a mio avviso sono le facce belle dello sport.
 
Non sono state belle invece  e ripetute ed inesistenti proteste francesi nei nostri confronti, reclami spesso ingiustificati, penalizzazioni comminate ad atleti italiani, ma non ai cugini transalpini, rei degli stessi peccati veniali.
 
Insomma, in  uno  sport spettacolare come lo sci alpinismo, dove gli atleti hanno pari livello e dignità rispetto a molti sport considerati maggiori, potrebbe esserci un ambiente un poco più sereno.
 
L’agonismo significa competizione, lotta dura sul campo, allenamenti in solitudine, magari la sera dopo il lavoro, impegno e sacrificio, ma il fine ultimo rimane il momento di gioia, il confronto lo stare insieme in un ambiente che sia di grande agonismo, ma sereno.
 
Abbiamo quindi esigenza, in questo momento importante, vicino alle elezioni federali, di trovare qualcuno che sappia portare avanti le nostre ragioni, contrariamente a quanto è successo finora. Chiediamo che finalmente lo sci alpinismo abbia la dignità che merita. Sarebbe ora che venissero riconosciuti i nostri numeri e la considerazione mediatica che abbiamo avuto in queste ultimi mesi di gare.
 
Luca Salini

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close