Medicina e benessere

Le intossicazioni da funghi: prevenzione e consigli utili

Funghi BERGAMO — Le intossicazioni da funghi rappresentano, in Italia, una vera e propria epidemia stagionale. Dal mese di settembre sino alla fine di novembre, numerosi sono gli accessi in pronto soccorso per la comparsa di disturbi dopo il consumo di funghi, quasi sempre raccolti personalmente o da conoscenti.

I casi segnalati dai Centri Antiveleni vedono coinvolti in media tra i 1.500 e i 2.500 pazienti ogni anno, spesso interi nuclei familiari. Tale variabilità è correlata alle condizioni più o meno favorevoli alla crescita dei funghi che si determinano di anno in anno.

Grazie all’aiuto del Centro Antiveleni di Bergamo, da oggi vi forniamo una serie di informazioni sulla questione, a partire dai consigli sulla prevenzione, per proseguire nei prossimi giorni con un approfondimento delle sindromi provocate dai funghi velenosi e dai loro sintomi.

I funghi sono i frutti (carpofori) del micelio, una struttura ramificata nel terreno, formata da un insieme di filamenti (ife) molto sottili. Il micelio produce i funghi quando le condizioni climatiche diventano favorevoli (alte temperature e umidità).

Ogni fungo è formato da: un cappello, è la parte superiore, di varie dimensioni e di colori diversi; l’imenio, che si trova all’interno del cappello e può presentarsi liscio, sotto forma di lamelle, ad aculei o a pori, che ha la funzione di produrre le spore per la successiva diffusione; il gambo, che può essere più o meno tozzo, e che può presentare sulla parte alta un anello e nella parte inferiore una volva, il residuo di un velo che avvolgeva il fungo all’inizio dello sviluppo (ovulo).

Ecco un elenco di consigli utili alla prevenzione:

  • I funghi andrebbero ripuliti della terra già sul posto di raccolta, ancora prima di essere messi nel cesto di vimini (norma prevista da molte leggi regionali che disciplinano la raccolta).
  • I funghi vanno sempre raccolti interi senza strapparli o tagliarli alla base del gambo, così da lasciare intatti i caratteri morfologici necessari al riconoscimento.
  • E’ importante non raccogliere le specie che non si conoscono; nel dubbio è meglio rivolgersi ai centri micologici delle ASL, che forniscono un servizio gratuito per il riconoscimento dei funghi eseguito da micologi professionisti.
  • A casa, i funghi devono essere accuratamente ripuliti dalla terra e le parti più sporche raschiate con un coltello.
  • I funghi andrebbero consumati appena raccolti, oppure conservati adeguatamente (essicati, congelati o messi sott’olio): altrimenti possono avariarsi e, se consumati, determinare disturbi intestinali.
  • Tutti i funghi, anche se commestibili, sono alimenti scarsamente digeribili e il loro consumo, soprattutto se crudi o in elevate quantità, può determinare in alcuni soggetti disturbi gastroenterici. Per questo motivo non andrebbero consumati da bambini, anziani, donne in gravidanza e allattamento, da chi soffre di disturbi gastrici, epatici o renali;
  • Nessuna credenza popolare (moneta o cucchiaino d’argento, alterazioni del colore al taglio, alterazioni del colore di aglio o prezzemolo durante la cottura, la prova su cani o gatti) è valida per distinguere i funghi commestibili da quelli velenosi: solo l’attenta analisi morfologica del fungo completo (e a volte l’analisi microscopica) permette di riconoscere con certezza il fungo.
  • Non è possibile indicare una quantità minima tossica di fungo perché questa varia da genere a genere e dipende dalla fase di maturazione e dalle zone di crescita.
  • Bisogna fare estrema attenzione all’utilizzo di manuali fotografici: si diventa esperti cercatori di funghi solo attraverso l’insegnamento svolto da persone preparate; è importante partecipare, per esempio, ai corsi delle associazioni micologiche presenti su tutto il territorio nazionale.

Nel sospetto di intossicazione da funghi, il medico deve inviare immediatamente il paziente in Pronto soccorso e deve essere contattato un Centro Antiveleni.

Dr. Giuseppe Bacis, Centro Antiveleni di Bergamo,
AO Ospedali Riuniti di Bergamo

 

I Centri Antiveleni in Italia (aperti 24 ore)
Bergamo – Centro antiveleni, USSA Tossicologia Clinica, Azienda Ospedali Riuniti – tel. 800 883300
Firenze – Centro antiveleni, Azienda ospedaliera universitaria Careggi – tel. 055 4277819
Milano – Centro antiveleni, Ospedale Niguarda Ca’Granda – tel. 02 66101029
Napoli – Centro antiveleni, Ospedale Cardarelli – tel. 081 7472870
Pavia – Centro nazionale di informazione tossicologica, Fondazione Salvatore Maugeri, Clinica del lavoro e della riabilitazione IRCCS – tel. 0382 24444
Roma – Centro antiveleni, Policlinico Agostino Gemelli – tel. 06 3054343

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