Alpinismo

Grignetta d’oro: opinioni in libertà

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BERGAMO — Dalla Longa, Comi, Arrigoni, Favareto. Il dibattito innescato da Simone Moro è sfociato in un fiume di opinioni, di alpinisti e di semplici appassionati, che hanno voluto intervenire sulle questioni sollevate dal celebre alpinista bergamasco a seguito del Grignetta d’oro 2006. Ecco le più significative.

"Io credo che una manifestazione come questa, per essere credibile, dovrebbe rispettare (o quantomeno visionare) l’intero mondo alpinistico – ha scritto l’alpinista bergamasco Sergio Dalla Longa -, e curare maggiormente la ricerca sull’attività alpinistica svolta, non soffermarsi solamente ai soliti noti e conosciuti, se pur bravissimi, o ai soliti luoghi comuni. Esistono alpinisti che non amano troppo farsi pubblicità ma che sicuramente meritano attenzione e riconoscimento per la grande attività che svolgono e per quello che danno all’alpinismo stesso.
 
A Nembro, piccolo paese alle porte di Bergamo vive una alpinista che negli ultimi tre anni ha salito ben due vie al Capitan, del calibro di Dihedral Wall e Lurking Fear (senza contare Salathe e Nose salite precedentemente). Una ragazza che nel 2004 in Groenlandia ha aperto due vie nuove in una zona remota dell’isola. Che, sempre negli ultimi tre anni, ha salito vie tipo il diedro Casarotto allo Spitz di lagunaz o diedro Cozzolino al Mangart, e che nella sua vastissima attività contempla pure il pilastro Croz alla Nord delle Grandes Jorasses in invernale. Tutto in
perfetta alternanza, al comando delle cordate. Questo è solo un esempio di quello che ci sta attorno. Quindi, più ricerca e più attenzione forse non guasterebbero a questo tipo di manifestazioni".
 
"Io ormai sono solo per il bouldering, la più pura ed estetica espressione del mondo verticale – dichiara Michele Comi -. Questo sì che è assenza di tecnicismo, inteso come totale e leale confronto con la natura. Niente hardware (dalle corde ai microfriends), nessuna possibilità di equivoci e soprattutto di "vendere" questa o quella salita come più bella o più difficile. O sali o non sali, stop".
 
Qualcun altro crede ancora, fermamente, nell’alta quota. "Alpinismo d’alta quota, lo dice la parola stessa – scrive Dario Marelli -. Alpi, quindi montagne, quindi vette. Il resto è arrampicata non alpinismo".
 
Diego Favareto è stato ospite, nel weekend scorso, al Grignetta d’oro. Sulla questione scrive: "Dopo aver letto i commenti sempre chiari e schietti del grandissimo Simone Moro non posso che essere abbastanza d’accordo con lui. Anche se da alpinista “della domenica” non ho nulla in contrario per quanto riguarda il discorso premiazione e penso che un po’ di tecnicismo nell’arrampicata ci voglia, perchè enfatizza il gesto (esattamente come la quota o il meteo
fanno per gli ottomila), mi sarei aspettato un trattamento migliore per l’alpinismo che non sia solo arrampicata".
 
"Simone mi ha incantato con il suo bellissimo video – continua Favareto -, peccato essermi perso Merelli! Infine, devo dire che mi sarei aspettato molto più pubblico per un evento tanto importante e, in teoria appunto, coinvolgente. Mancava, secondo me, proprio questo aspetto: il coinvolgimento del pubblico, creando un evento più simile a un grande convegno. Buona montagna a tutti!"
 
 
"Il premio "Grignetta d’oro" esisteva già negli anni Settanta – scrive Silvano Arrigoni, Ragno di Lecco e anch’egli partecipante all’edizione 2006 – Al massimo, i signori che dicono di averlo "inventato" lo hanno rispolverato e allargato a livello nazionale. Per il resto perdere non fa mai piacere".
 
Un anonimo scrive: "Premi, gare, sponsor; il vero alpinismo non è questo!! Ognuno viva il suo…. e Moro si inventi allora qualcosa per salire sul palcoscenico che tanto ambisce".
 
 
 
 

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