Sport estremi

Groenlandia, nulla di fatto per i tirolesi

I protagonisti della spedizione "122 years after Nansen" in Groenlandia
I protagonisti della spedizione "122 years after Nansen" (Photo courtesy Alto Adige)

REYKJAVIK, Islanda — Rientro senza nulla di fatto per la spedizione “122 years after Nansen” organizzata da alcuni membri del soccorso alpino bolzanino e tirolese. Enormi difficoltà logistiche dovute alla cenere del vulcano che ha causato interi giorni di ritardo sui voli, e problemi con gli spostamenti locali verso il Mt. Forel hanno costretto gli alpinisti a mettersi sul cammino del ritorno prima del previsto.

Il programma della spedizione, guidata da Markus Reinstadler di Solda e partita dall’Italia lo scorso 9 maggio, era quello di aprire una via nuova sul Mt. Forel e poi di ripetere la traversata della Groenlandia in ciaspole 122 anni dopo il pioniere Fridtjof Nansen. Ma rientra in italia soltanto con tre salite di misto compiute in un fiordo nei pressi di Tassillaq.

I problemi sono iniziati con il volo di andata. Un’odissea di attese e trasferimenti in bus e treni da un aeroporto all’altro, con il cargo della spedizione, ha torturato gli alpinisti per oltre 48 ore prima di farli finalmente sbarcare in Groenlandia il 12 maggio.

Una volta lì, sono iniziate le difficoltà logistiche verso il Mt Forel. “Un vento molto forte, il Pitturak, ci ha impedito di addentrarci subito verso il Forel in elicottero – racconta Giorgio Gajer -. Così siamo entrati in barca in un fiordo a circa un’ora da Tassillaq, dove abbiamo passato 3 giorni in tenda e abbiamo salito tre cime. Di rientro, ci hanno chiesto prezzi spaventosi per un’ora di volo verso il Mt. Forel per poi dirci che comunque il carburante non ci avrebbe permesso di raggiungerlo”.

“Nello sconforto generale rientriamo tutti – prosegue Gajer -. Ormai avevamo solo i giorni per il Mt.Forel, non sarebbero bastati per la traversata. Il colmo è che non sappiamo quando potremo imbarcarci: i voli per l’Islanda sono ancora chiusi a causa del vulcano. Peccato. Ma alla fine è stata una bella esperienza”.

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