Sul Monte Amaro di Opi, tra colori d’autunno e camosci
L’aerea vetta a 1862 metri di quota, nel cuore del Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise, si raggiunge per un frequentato e spettacolare sentiero, e offre vastissimi panorami. Accanto al percorso è facile avvistare i camosci. Attenzione alla prima neve
Sui boschi della Val Fondillo e sulla valle del Sangro, che in questo tratto è inclusa nella Riserva integrale del Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise, si affaccia una vetta elegante e molto amata dagli escursionisti. Il ripido sentiero che s’inerpica verso il Monte Amaro di Opi offre vasti panorami sui boschi delle valli Cacciagrande e Ciavolara, sull’imponente Monte Marsicano e sul triangolare Monte Petroso.
Usciti dal bosco è facile avvistare e fotografare i camosci, che frequentano i ripidi prati e le balze calcaree della montagna. Sull’aerea cresta che separa l’anticima dalla vetta occorre aiutarsi per qualche metro con le mani, ma non ci sono vere e proprie difficoltà. In presenza di neve o di ghiaccio, però, questo tratto ha carattere alpinistico, e dev’essere affrontato con piccozza e ramponi. A luglio e agosto, il Monte Amaro di Opi può essere raggiunto solo iscrivendosi alle escursioni guidate organizzate dal Parco.
Le prime nevicate di stagione potrebbero rendere indispensabile l’uso di ramponcini.
L’itinerario: dalla Val Fondillo al Monte Amaro di Opi
Partenza: Opi (AQ), posteggio della Val Fondillo
Dislivello: + 780 m
Tempo: 4 ore (a/r)
Difficoltà: E, EE oltre l’anticima
Periodo consigliato: da maggio a novembre
Dal parcheggio si segue la strada sterrata che aggira la ex-segheria di Opi (oggi Museo della Foresta, informazioni al centro visite), indicata dai segnavia F1, che conduce al piazzale di Grotta Fondillo (1097 m, 0.15 ore). Si piega a sinistra, si traversa il torrente Scerto su un ponte sospeso, e si va ancora a sinistra (segnavia F2) accanto al corso d’acqua.
Oltrepassate delle erosioni si raggiunge un bivio e si va a destra, superando dei cartelli del Parco. Il sentiero sale ripido in una faggeta, esce a destra su un panoramico crinale (1297 m), e continua superando degli scomodi tratti segnati dall’erosione.
Più in alto il sentiero rientra nel bosco, e sale con altre ripide svolte. Un tratto a mezza costa ai piedi di una parete calcarea porta a una sella erbosa sulla cresta (1690 m, 1.30 ore), dove sono i resti di uno stazzo.
Si riparte salendo in diagonale sui prati, con suggestivi panorami sul Monte Marsicano e le vette che chiudono la Val Fondillo. Sulla cresta, superando delle rocce elementari, si sale all’anticima (1850 m) del Monte Amaro, intorno alla quale compaiono spesso i camosci.
Si scende per un breve pendio sassoso, si supera la sella tra le due cime, poi si sale sulla cresta o qualche metro a sinistra, superando degli elementari passaggi rocciosi, fino alla vetta del Monte Amaro di Opi (1862 m, 0.45 ore), magnifico belvedere in tutte le direzioni. La discesa, per l’itinerario di salita, richiede 1.30 ore.
Da vedere: la Grotta delle Fate e il Passaggio dell’Orso
Chi non vuole affrontare il ripido sentiero che sale al Monte Amaro, può proseguire in Val Fondillo, con ampi panorami sulle vette vicine, verso la piccola Grotta delle Fate e il valico del Passaggio dell’Orso, sul confine tra l’Abruzzo e la Ciociaria. Il sentiero conduceva (e conduce ancora oggi, a metà agosto) i pellegrini di Pescasseroli e dei centri vicini al Santuario della Madonna di Canneto, sul versante laziale della montagna. Dal posteggio, lasciando a sinistra il sentiero per la cima e toccando il rifugio dell’Acqua Sfranatara, occorrono 1.30 ore fino alla Grotta, a quota 1242 metri. La salita da qui al Passaggio dell’Orso (1672 m), è faticosa e richiede altre 1.15 ore.
Come arrivare
Dal bivio di Opi o da Villetta Barrea si segue la statale 53 Marsicana fino al bivio della Val Fondillo. Si lascia l’auto accanto a un centro-visite con bar e grande area da picnic (1087 m). Il posteggio è a pagamento.
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