Inaugurato a Pescina (AQ) il nuovo percorso del Sentiero Silone
Nel cuore dell’Abruzzo, un itinerario segnato dal CAI consentiva di scoprire il borgo natio dello scrittore Ignazio Silone e i luoghi legati alla sua vita o citati nelle sue opere. Danneggiato da una piena nel 2019, rinasce oggi con un nuovo tracciato
Un crocevia della natura italiana, un grande luogo di storia. Pescina, borgo abruzzese che si affaccia sulla piana del Fucino, sorge a pochi chilometri dai confini del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e del Parco regionale Sirente-Velino.
Il centro storico conserva evidenti i segni del terremoto che nel 1915 ha devastato la Marsica. Sorveglia l’abitato l’unica torre medievale rimasta del castello dei Piccolomini. Più in alto, su un crinale, sono i resti di un fortilizio dei Marsi, uno dei popoli dell’Appennino che si sono opposti con più forza all’espansione di Roma.
A rendere celebre Pescina sono due suoi figli illustri. Nel 1602 vede la luce qui Giulio Mazzarino, francesizzato in Jules Mazarin, che sarebbe diventato primo ministro di Luigi XIV di Francia, il Re Sole. Molti lo ricordano tra i personaggi di “Vent’anni dopo”, il secondo dei romanzi che Alexandre Dumas padre ha dedicato ai Tre Moschettieri.
Tre secoli dopo, il 1° maggio 1900, nasce a Pescina Secondino Tranquilli, che diventerà famoso con lo pseudonimo Ignazio Silone. Il 13 gennaio 1915 sopravvive al terremoto della Marsica, che rade al suolo il paese e uccide 4.000 dei suoi 6.000 abitanti. Tra le vittime è Marianna, la madre del futuro scrittore.
“S’è fatta d’improvviso una fitta nebbia. I soffitti si aprivano lasciando cadere il gesso” scriverà ricordando quei momenti. “Quando la nebbia di gesso si è dissipata c’era davanti a noi un mondo nuovo. Palazzi che non esistevano più, strade scomparse, la città appiattita… E figure simili a spettri tra le rovine”.
Il giovane Tranquilli studia negli istituti di don Orione, dove secondo la storica Liliana Biondi si segnala come “ribelle e attaccabrighe”. Alla fine della Grande Guerra è già un militante socialista, quando l’Italia diventa fascista il giovane di Pescina diventa un dirigente del Partito Comunista d’Italia.
Per evitare il carcere, o il confino, va in Svizzera dove resta per sedici anni. Qui, nel 1930, esce il suo primo libro “Fontamara”, dedicato alle lotte dei “cafoni”, i braccianti del Fucino, firmato Ignazio Silone. Il nome è un omaggio a Sant’Ignazio di Loyola, il fondatore dei Gesuiti, il cognome ricorda Quinto Poppedio Silone, condottiero dei Marsi contro Roma tra il 91 e l’88 avanti Cristo.
Negli anni Silone si stacca dalla politica attiva per dedicarsi alla scrittura. Pubblica “Uscita di sicurezza”, “Il seme sotto la neve”, “Vino e pane”, poi “L’avventura di un povero cristiano” (1968) dedicato a Fra’ Pietro Angeleri, l’eremita della Maiella diventato Papa Celestino V. I libri dello scrittore abruzzese vengono tradotti in tutto il mondo, tra i suoi ammiratori sono protagonisti della cultura europea come Thomas Mann e Heinrich Böll.
“Guardate Silone, che parla a tutta Europa. Se io mi sento legato a lui è perché egli è nello stesso tempo incredibilmente radicato nella sua tradizione nazionale, e anche provinciale” scrive Albert Camus. “Silone era un uomo dal cuore puro, un intellettuale onesto” aggiunge Sandro Pertini, antifascista, dirigente della Resistenza e poi Presidente della Repubblica italiana.
“Mi piacerebbe di esser sepolto così, ai piedi del vecchio campanile di San Berardo, a Pescina, con una croce di ferro appoggiata al muro e la vista del Fucino in lontananza” scrive Ignazio Silone nei suoi ultimi anni. Quando muore nel 1978 il suo desiderio viene esaudito.
Insieme alla tomba, ai piedi della chiesa abbandonata dopo il sisma del 1915, nasce il Centro Studi Silone, che dal 1988 assegna ogni due anni un prestigioso premio culturale. La casa natale dello scrittore, ristrutturata tra il 2020 e il 2021, ospita oggi un Museo.
Il Sentiero Silone nasce nel 2014 dall’incontro tra chi scrive e la sottosezione di Pescina (oggi della Valle del Giovenco) del CAI, e viene individuato e segnato nei mesi successivi dagli appassionati locali. All’inaugurazione, nell’agosto del 2015, partecipano oltre 200 escursionisti arrivati dall’Abruzzo e da Roma.
Il percorso, che inizia dal centro, costeggia il limpido fiume Giovenco, sale a un crinale dove spicca un’acropoli dei Marsi, poi torna verso il paese toccando una fresca pineta, il monumento all’Alpino e la tomba dello scrittore. In una decina di punti, delle tabelle ricordano luoghi legati al giovane Secondino Tranquilli o pagine di Ignazio Silone.
La quota tra i 700 e i 1000 metri rende il Sentiero percorribile per gran parte dell’anno, l’autostrada Roma-Pescara (con il casello di Pescina) lo rende ben raggiungibile, la durata e il dislivello non eccessivi lo rendono accessibile a molti. Va ricordato, però, che il Sentiero Silone è un vero percorso escursionistico, da fare con scarpe da trekking e abbigliamento adeguato.
La piena che nel 2019 spazza via il ponte sul Giovenco convince il CAI a modificare il percorso, che oggi corre sulla sinistra orografica (destra salendo) del corso d’acqua. Vengono inseriti anche dei tornanti più comodi del vecchio sentiero, e una variante che riporta verso il paese e consente senza raggiungere il crinale. Non lontano dal tracciato nasce anche il rifugio Silone.
L’inaugurazione del rinnovato Sentiero, l’1 e il 2 giugno del 2024, comprende un interessante convegno e poi una camminata alla quale partecipa un’ottantina di soci delle Sezioni CAI Valle del Giovenco e di Ortona. La pioggia battente della seconda parte della giornata non riesce a rovinare la festa.
Il nuovo Sentiero Silone
Partenza e arrivo: Pescina (AQ)
Dislivello: 300 m
Tempo di percorrenza: 2.45 ore
Difficoltà: E
Dalla Piazza Duomo di Pescina (737 m) ci si inoltra a piedi nel centro storico, toccando la Casa-museo Silone, la Piazza del Municipio e l’ex-convento dei Frati Minori che ospita oggi il Centro Studi Ignazio Silone e il Teatro San Francesco. Oltre i ruderi del Palazzo Malvini Malvezzi si lascia a destra la Casa-museo Mazzarino e si raggiunge un ponte (742 m) sul Giovenco.
Si continua per una carrareccia a destra del fiume (segnavia 480 e Sentiero Silone) si sale a destra per un ripido sentiero, ci si affaccia dall’alto sul Giovenco e poi si scende ai ruderi della vecchia centrale elettrica (760 m). Si riparte traversando un pianoro erboso, rientrando nel bosco e salendo a svolte nella ripida Selva Sant’Antonio.
Si esce sui prati accanto a una ruspa abbandonata (870 m), dove si può deviare a destra per una scorciatoia segnata. Il Sentiero Silone sale al Crinale dei Serpari (975 m) da cui appaiono il Fucino, il Sirente e il Velino, poi va a destra fino a un tratto ben conservato delle mura dell’acropoli dei Marsi.
Si continua a saliscendi, si entra in una pineta, si scende al monumento dell’Alpino (872 m), dove ci si affaccia sulla Torre Piccolomini e il paese. Una strada sterrata porta a un bivio dove si va a destra fino alla base della Torre, poi un sentierino a gradini scende alla tomba di Ignazio Silone. Una scalinata riporta al centro storico e a Piazza Duomo.
Bellissima la passerella realizzata della ASD GS FONTAMARA e adesso utilizzata anche dal CAI per il percorso Silone!