Itinerari

Due itinerari in Abruzzo per salire sul Monte Aquila il belvedere del Gran Sasso

Questa cima di 2494 metri, sullo spartiacque del massiccio, offre un’alternativa più facile e più breve all’affollata via normale del Corno Grande. Poco distante ci sono sono due rifugi ricchi di storia

Una delle vette più frequentate del Gran Sasso consente spesso di osservare la fauna protetta del massiccio. Sopra ai 2494 metri del Monte Aquila, indicati da una vistosa croce, volano spesso i grifoni, i grandi avvoltoi che nidificano sulle rocce del Velino, oltre la conca dell’Aquila. 

Ancora più facile è avvistare i camosci, che frequentano rocce e ghiaie dell’alta Valle dell’Inferno, e che spesso sostano sui ripidissimi prati e sulle rocce della cresta della Portella, a picco su un frequentato sentiero. Chi lo percorre, in questo caso, deve fare attenzione alla possibile caduta di pietre. 

In estate gli escursionisti e gli alpinisti diretti al Corno Grande lasciano il Monte Aquila sulla destra. Molti altri camminatori, in cerca di una meta più comoda, salgono alla grande croce della cima, da cui ci si affaccia su Campo Imperatore e sulla profonda Valle dell’Inferno. 

Un percorso più ripido e selvaggio sale alla cima dal valico del Vado di Corno, gli escursionisti che non temono terreni ripidi e rocciosi possono andare in cerca dei vecchi segnavia del Sentiero Geologico, che arriva sulla vetta da nord. Gli arrampicatori, da anni, possono sbizzarrirsi su una impegnativa falesia ben visibile dal sentiero che sale dall’Albergo, dove placche e fessure offrono sensazioni simili a quelle del vicino Corno Grande.

Qualunque sentiero si scelga per salire, dopo aver toccato la cima, vale la pena di scavalcare la Cresta della Portella per raggiungere il rifugio Duca degli Abruzzi (0862.1956147, 347.5255250, www.rifugioducadegliabruzzi.it), gestito in estate, storico punto di appoggio sullo spartiacque del massiccio. Chi s’interessa alla storia, dalla Sella di Monte Aquila, può scendere nella conca di Campo Pericoli fino al rifugio Garibaldi, edificato dal CAI di Roma nel lontano 1886. Oggi il piccolo edificio è chiuso, ma resta una meta affascinante. 

Dal piazzale di Campo Imperatore al Monte Aquila

Partenza e arrivo: Piazzale di Campo Imperatore (2130 m)
Dislivello: 430 m
Tempo: 3 ore
Difficoltà: E 
Periodo consigliato: da fine giugno a ottobre

Uno dei percorsi più classici del Gran Sasso, dove richiedono attenzione la salita alla Sella di Monte Aquila e la cresta verso il Duca degli Abruzzi. Il piazzale di Campo Imperatore (2130 m), su cui si affacciano l’Albergo e l’Ostello, si raggiunge da Fonte Cerreto in funivia o in auto. Si può arrivare anche da Santo Stefano di Sessanio, Castel del Monte e Rigopiano. 

Si segue il sentiero che passa a sinistra dell’Osservatorio e sale verso il rifugio Duca degli Abruzzi. Al primo bivio si va a destra a mezza costa (segnavia 101), si passa ai piedi della Cresta della Portella. Traversate delle ghiaie si supera un tratto scomodo e si sale alla Sella di Monte Aquila (2335 m, 0.45 ore).

Lasciati a sinistra i sentieri per il rifugio Garibaldi e la Vetta Occidentale, si sale a destra sul crinale. Dei saliscendi portano alla Sella di Corno Grande (2421 m), affacciata sulla Valle dell’Inferno. Poco prima, un sentiero sale a destra sui prati, e poi segue una cresta ghiaiosa fino al Monte Aquila (2494 m, 0.30 ore), dov’è una grande croce. 

Al ritorno, tornati alla Sella di Corno Grande, si risale sulla cresta della Portella (segnavia 161). Il sentiero sale sul versante di Campo Pericoli, torna in cresta e poi si sposta a sinistra costeggiando la vetta di Monte Portella (2422 m), oltre la quale è il rifugio Duca degli Abruzzi (2388 m, 1 ora). Un ampio sentiero riporta al punto di partenza (0.30 ore).  

Da Vado di Corno a Monte Aquila

Partenza e arrivo: bivio di Vado di Corno (1800 m)
Dislivello: 750 m
Tempo: 4.30 ore
Difficoltà: E
Periodo consigliato: da fine giugno a ottobre

Il Monte Aquila può essere raggiunto anche lungo un itinerario in ambiente selvaggio, che offre un sensazionale colpo d’occhio sul Corno Grande. Chi vuol salire in funivia può iniziare la camminata scendendo sull’ultima parte del nostro percorso. 

Da Fonte Cerreto si segue la strada verso l’Albergo di Campo Imperatore fino a una svolta a sinistra (1800 m) da cui si stacca a destra l’evidente strada sterrata, con vecchi tavoli da pic-nic all’inizio, che raggiunge il Vado di Corno. Si può arrivare anche da Santo Stefano di Sessanio, Castel del Monte e Rigopiano. 

Si segue la strada sterrata, si trasforma in sentiero (segnavia 106) e porta al Vado di Corno (1924 m), tagliato da una vecchia strada. Si sale a sinistra (segnavia 220), per ripidi pendii erbosi, con magnifico panorama sul Corno Grande. Il sentiero è stretto ma evidente. 

Si scavalcano dei cocuzzoli in vista della Valle dell’Inferno e si raggiunge un’anticima (2370 m, 1.30 ore). Ora la cresta diventa stretta e rocciosa, piega a destra (nord), supera delle profonde forcelle, poi sale direttamente al Monte Aquila (2494 m, 0.45 ore). 

Si scende sul versante opposto per una cresta ghiaiosa e poi per prati, poi un ampio tracciato porta alla Sella di Monte Aquila (2335 m). Con l’itinerario precedente si raggiungono il rifugio Duca degli Abruzzi (2388 m) e il piazzale di Campo Imperatore (2130 m, 1.30 ore). Per tornare al punto di partenza conviene seguire la pista da sci che scende a destra della seggiovia Fontari. Dalla sua base si raggiunge a sinistra la strada. La si può traversare e proseguire sui prati, o seguire per circa 1 km. Occorrono 0.45 ore. 

Esiste il “versante aquilano” del Gran Sasso?

Da sempre, escursionisti e alpinisti parlano di “versante aquilano” del Corno Grande per indicare il rifugio Garibaldi, il sentiero della Sella del Brecciaio, la Direttissima, il bivacco Bafile e le pareti percorse dalla via SUCAI, dalla diretta Consiglio e da decine di vie moderne. 

In realtà, basta salire al rifugio Duca degli Abruzzi per capire che l’intero massiccio del Corno Grande, come il Pizzo d’Intermèsoli più a ovest, si alza in provincia di Teramo. Il nome “versante aquilano” è legittimo a causa della comodità di accesso da Campo Imperatore (e da Assergi, prima della funivia e della strada) e della storia dell’esplorazione di queste cime. 

La posizione geografica contribuisce a spiegare perché centinaia di persone, nel lontano 1926, siano salite fin quassù per il “battesimo” ufficiale del Monte Aquila, organizzato dal CAI. La “Rivista Mensile”, poco dopo, scrisse di “una sincera testimonianza della fusione dell’azione della Sezione con la vita della città, e non già una retorica manifestazione di orgoglio”. 

Pochi anni dopo il “battesimo”, il Monte Aquila ha rischiato di essere deturpato. La funivia di Campo Imperatore, ideata dal podestà Adelchi Serena e appoggiata da Mussolini, dopo le due tratte necessarie per raggiungere l’Albergo ne avrebbe dovuta veder nascere una terza, che avrebbe aperto allo sci i pendii di Campo Pericoli. Nel 1957 è arrivata fino all’Albergo la strada. Il progetto della funivia, invece, è stato abbandonato.

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