Itinerari

E’ il momento giusto per salire da Barrea al Monte Rotondo. In compagnia dei cervi

Una bella camminata sui monti d’Abruzzo conduce dal lago artificiale di Barrea a questa cima di 1835 metri, posta appena sopra un bellissimo pianoro. Lungo il percorso è facile osservare i cervi e, in autunno, ascoltare i loro bramiti.

La cima più alta dei Monti Marsicani si alza tra Barrea e il suo lago, il valico di Passo Godi e le piste da sci di Roccaraso. Anche se si trova all’esterno dai confini del Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise, il Monte Greco, 2285 metri, è raggiunto dai sentieri segnati dell’area protetta, ed è frequentemente visitato dagli animali più importanti del Parco, dal cervo fino al lupo e all’orso.

Molti degli itinerari per la vetta del Monte Greco sono lunghissimi, e adatti solo a escursionisti molto allenati. Il più breve, che tocca il rifugio di Antone Rotondo, è troppo esposto al sole per essere consigliato in estate. Offre una piacevole soluzione alternativa il Monte Rotondo, un contrafforte del Greco che si affaccia su Barrea, e la cui aerea cresta sommitale tocca i 1835 metri di quota.

La zona è frequentata dai cervi, di cui in autunno risuonano spesso i bramiti, tutto il sentiero offre magnifici panorami sul lago artificiale di Barrea e sulla spettacolare cresta che si allunga dal Monte Petroso in direzione della Meta e delle Mainarde. L’esposizione a sud della zona fa sì che la neve si sciolga presto in primavera, e infatti il Monte Rotondo viene spesso raggiunto senza problemi anche d’inverno.

L’itinerario

Partenza: Lago di Barrea (AQ), 985 m
Dislivello: + 880 m
Tempo: 4.30 ore a/r
Difficoltà: E (EE la cresta sommitale di Monte Rotondo)
Quando andare: da maggio a novembre

Da Barrea o Villetta Barrea si segue la statale Marsicana, che collega i due centri, fino a una curva poco a ovest della diga sul Sangro, dopo quest’ultima per chi arriva da Barrea. Si posteggia (985 m) accanto all’inizio del viottolo che costeggia il lago, di fronte a un’area di sosta per camper che dispone anche di un bar e di un ristorante.

A destra dell’area di sosta, si imbocca una mulattiera sassosa indicata dai segnavia J5 e J6. La si segue superando a svolte un ripido gradino, con bel panorama verso Barrea e il lago, oltre il quale si alzano il Monte Petroso e le vette vicine. Dall’alto dominano la zona i ripidi pendii del Monte Chiarano. Il Monte Rotondo è in alto a destra, oltre una profonda gola.

Seguendo i segnavia si traversa una zona dove il sentiero si perde, e a una svolta a destra si lascia a sinistra (segnavia J5) un sentiero per la Val Pistacchia e la Rocca Chiarano. La mulattiera sale dolcemente a mezza costa, aggira un vallone per una specie di cengia e raggiunge un bivio (1205 m).

Il sentiero sale direttamente verso il Vallone della Capriola, incrocia una mulattiera non segnata, e porta a un terzo bivio con cartello, dove si va a destra (segnavia J7). Una discesa sui prati e una risalita portano alla Fonte Peschio la Creta (1290 m), oltre la quale si sale a un enorme masso (1380 m, 1 ora) visibile anche dalla partenza, che può essere un’ottima meta per una camminata più breve.

Il sentiero sale fino a un secondo masso, continua direttamente per un centinaio di metri, poi inizia a obliquare a destra per evitare una zona ripida e rocciosa. Si sale con tornanti e diagonali facendo attenzione ai segnavia, si entra per due volte nella faggeta, poi si obliqua ancora verso destra su terreno meno ripido.

Si entra in un ampio vallone, si raggiunge un altro sentiero che arriva da Scontrone, e si sale fino ad affacciarsi (1770 m, 1.15 ore) sul pianoro di Monte Rotondo, sorvegliato dall’imponente Monte Chiarano, alla cui destra appare il Monte Greco. Oltre il pianoro, dove sono i resti di uno stazzo, dei pendii più dolci salgono verso lo stazzo di Antone Rotondo.

Per salire alla vetta del Monte Rotondo si piega a sinistra all’ingresso del pianoro, e si sale obliquando a sinistra fino a uscire su una cresta larga ma aerea, affacciata dall’altra parte sul Vallone della Capriola. Verso destra, tracce di sentiero portano alla cima (1835 m, 0.15 ore), magnifico belvedere. Oltre al Lago di Barrea e alle cime visibili fin dalla partenza, si vedono le colline della valle del Volturno e il Matese.
Da qui, per raggiungere la sella (1790 m) che separa il Monte Rotondo dai pendii di Antone Rotondo si può proseguire sulla cresta, scendendo a destra prima di uno spuntone roccioso (qualche tratto ripido, questa soluzione richiede piede sicuro, EE), oppure ridiscendere per la via di salita e traversare. In entrambi i casi occorrono 0.15 ore.

Per scendere quindi al Vallone della Capriola, percorso dai segnavia J6, occorre perdere quota per tracce di sentiero, su terreno molto ripido, e superare alla fine uno scomodo ghiaione (EE). Per ritrovare la via di salita, dalla sella 1790 m, si seguono i segnavia che scendono alle rovine dello stazzo e traversano il pianoro. Occorrono 1.45 ore fino al posteggio.

Inizia la stagione dei bramiti dei cervi

A settembre, nelle valli del Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise, iniziano a echeggiare i bramiti dei cervi. Sta iniziando la stagione degli amori, e questi versi che possono sembrare dei ruggiti vengono utilizzati dai maschi per sfidarsi a duello. In qualche caso lo scontro avviene davvero, in altri uno degli sfidanti rinuncia e si allontana. In tutti i casi, il vincitore ha campo libero per accoppiarsi con le femmine.

Il cervo, sterminato dalla caccia nei decenni precedenti, è stato reintrodotto nell’Appennino centrale negli anni Settanta dal Corpo Forestale dello Stato, e una delle prime zone interessate è stata proprio quella del Lago di Barrea e del Monte Greco. Lo scopo dell’operazione, chiarissimo nei documenti del tempo, era anche di fornire possibili prede ai lupi, allentando la pressione sulle greggi.
Oggi i cervi sono numerosi in tutto l’Appennino centrale, e il loro bramito può essere ascoltato anche sui Monti Simbruini, sul Velino e sul Gran Sasso. Nelle valli del PNALM, si avvistano facilmente questi animali anche tra Villetta Barrea e il lago, nella zona di Villalago e di Scanno e tra il Lago Vivo e la Valle Lunga.

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