Gente di montagna

Pier Giorgio Frassati: tra due mesi sarà Santo

“Montagne, montagne, montagne io vi amo” scrisse l’alpinista torinese morto a 24 anni il 4 luglio1925, e che diventerà Santo il 7 settembre. In suo onore, negli anni, è nata la rete dei 21 Sentieri Frassati, sulle Alpi, sull’Appennino e nelle isole

Per qualche giorno, in questa estate bollente, il Giubileo della Speranza andrà in montagna. Accade oggi,  4 luglio, a cent’anni dalla morte di Pier Giorgio Frassati, fervente cattolico e grande appassionato dei monti. Accadrà di nuovo a settembre, quando Papa Leone XIV proclamerà il giovane torinese Santo della Chiesa cattolica. Trentacinque anni prima, nel 1990, Frassati era stato beatificato da Papa Giovanni Paolo II.

Dal 26 luglio, giorno del Giubileo dei Giovani, le reliquie del Beato Frassati saranno trasferite dal Duomo di Torino alla Basilica di Santa Maria Sopra Minerva, di fronte al Pantheon, a Roma, per essere venerate dai fedeli. Domenica 7 settembre, in Piazza San Pietro, si terrà la Messa solenne di canonizzazione del giovane torinese e del Beato Carlo Acutis. 

La storia di Pier Giorgio Frassati merita un passo indietro. Negli scritti del ragazzo stroncato in cinque giorni, a soli 24 anni, da una poliomielite fulminante, la montagna è sempre presente, come luogo della ricerca continua di Dio. “Montagne, montagne, montagne io vi amo” recita una delle sue frasi più citate. 

“Sempre desidero scalare i monti, guadagnare le punte più ardite; provare quella gioia pura, che solo in montagna si ha” annota Frassati in un’altra occasione. “Ogni giorno m’innamoro sempre più delle montagne” scrive in un’altra occasione a un amico “e vorrei, se i miei studi me lo permettessero, passare intere giornate sui monti a contemplare in quell’aria pura la Grandezza del Creatore”.

Pier Giorgio Frassati nasce a Torino il 6 aprile 1901, da genitori di origine biellese. Il padre Alfredo è il direttore del quotidiano La Stampa. Diventerà senatore nel 1913 e ambasciatore a Berlino tra il 1921 e il 1922, prima di cadere in disgrazia a causa della sua opposizione al fascismo.
La madre Adelaide è una pittrice affermata. Nel 1918, alla fine della guerra che ha sconvolto l’Europa, Pier Giorgio si iscrive al Regio Politecnico di Torino, nel corso di Ingegneria industriale con specializzazione mineraria. Vuole dedicarsi “a Cristo tra i minatori”.

Profondamente cristiano, venera Gesù nell’Eucaristia e la Vergine, soprattutto nel santuario biellese di Oropa. Partecipa alla vita della FUCI, della Giovane Montagna e del CAI, ma dedica tempo ed energie soprattutto alla Conferenza di San Vincenzo, dove aiuta i bisognosi e i malati. Nel 1922 entra nel Terz’ordine domenicano con il nome di Fra’ Gerolamo, in onore del Savonarola.

Pier Giorgio si spegne all’improvviso, due mesi prima della laurea. I suoi funerali vedono una partecipazione imponente, viene sepolto a Pollone e poi traslato nel Duomo di Torino. Gli vengono intitolate centinaia di associazioni, la causa canonica per la sua beatificazione viene avviata nel 1932 dal cardinale Maurilio Fossati. Poi, a causa di una lettera anonima che parla di una storia d’amore di Pier Giorgio, l’iter si blocca per anni, anche se l’interessata dichiara “l’unico aiuto che ho ricevuto era quello che un capocordata offre a coloro che sono con lui”. 

La causa riprende nel 1955 grazie all’insistenza della sorella Luciana, e viene rilanciata nel 1967 da Papa Paolo VI. Papa Giovanni Paolo II, quel Karol Woytjla che aveva percorso le vette e i pendii di neve dei Tatra, lo definisce nel 1980 “un alpinista tremendo”, e poi lo indica come modello agli sportivi. Nel 1990 arriva la beatificazione, accompagnata da un arazzo esposto in Piazza San Pietro che fa sorridere qualcuno.
Frassati vi compare vestito da alpinista, con la piccozza in mano e uno scarpone poggiato su una roccia, al ritorno dalla vetta del Monviso. Rispetto alla foto originale è scomparsa la pipa. “Un beato che fuma è disdicevole per Piazza San Pietro”, sorride il sito dei sentieri a lui dedicati. 

La canonizzazione di Pier Giorgio durante il Giubileo del 2025 viene annunciata un anno prima dal cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi. Qualche mese dopo, Papa Francesco racconta “da bambino sentivo parlare di lui perché mio papà era suo compagno nell’Azione Cattolica”. 

Anche il mondo della montagna inizia presto a ricordare Frassati. Nel 1935 padre Alberto Maria De Agostini, missionario salesiano e alpinista, gli dedica una vetta granitica del massiccio del FitzRoy, in Patagonia, sul confine tra l’Argentina e il Cile. Il Cerro Piergiorgio, 2719 metri di quota, è difeso a nord ovest da una magnifica parete, sulla quale negli anni vengono tracciati degli itinerari di alta difficoltà. 

Il Rifugio Frassati, sull’Alta Via n.1 della Valle d’Aosta. Foto IG rifugio_frassati

22 sentieri Frassati in tutta Italia

A ideare i sentieri che ricordano Pier Giorgio Frassati è un gruppo di escursionisti cattolici coordinato da Antonello Sica, nato a Sala Consilina (Salerno) e residente ad Avellino, socio della Giovane Montagna e del CAI. Al Sentiero Frassati della Campania  tra il 1996 e il 2012 si aggiungono dei percorsi in tutte le Regioni e le Province autonome italiane. 

Il motto dell’operazione è “Per incontrare Dio nel Creato”, la presentazione del volume L’Italia dei Sentieri Frassati, che Sica cura insieme a Roberto De Martin è uno degli eventi più partecipati del Festival di Trento 2025. 

“Dedicare un sentiero al Beato Frassati può sembrare quasi un atto di egoismo. È come se si volesse dedicarlo a noi stessi, alla passione per la montagna e all’amore verso la natura che condividiamo, in quanto soci del CAI, con Pier Giorgio Frassati” ha scritto qualche anno fa Vito Oddo, presidente del CAI di Siracusa, per l’inaugurazione del Sentiero Frassati più meridionale d’Italia.

“In realtà è un atto di amore verso Colui che ha creato queste cose e che, nella sua infinita bontà, donandoci l’esempio di Pier Giorgio, ha voluto ricordare che la vita deve essere arricchita da altri valori”. Oggi la rete dei Sentieri Frassati coinvolge 63 Comuni, misura 518 chilometri, permette di camminare per 44 giornate, con un dislivello complessivo di 27.300 metri. 

“I Sentieri Frassati non sono dei pellegrinaggi, e nemmeno sono delle mere escursioni, intese come un puro e semplice camminare nella natura. I Sentieri Frassati sono dei cammini, del corpo e della mente, sulle tracce di chi ci ha preceduto nella storia dei luoghi … e verso l’alto” spiegano il sito e il volume ufficiali. 

Il sistema, va detto, comprende percorsi molto diversi tra loro. Ci sono elementari camminate e percorsi decisamente impegnativi, ci sono comode passeggiate, lunghe escursioni da fare in giornata e trekking fino una settimana o più di cammino. I tre Sentieri Frassati del Nord-ovest (Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria) si svolgono in luoghi frequentati dal giovane alpinista torinese. Numerosi, in ogni angolo d’Italia, gli incontri con santuari e altri luoghi della fede. 

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