Lunga giornata tra i rifugi delle Dolomiti di Brenta
La traversata dal Passo del Grostè a Vallesinella passa dai rifugi Tuckett, Brentei, Casinei e Vallesinella. E si svolge al cospetto di pareti grandiose
Probabilmente tra i più classici itinerari nelle Dolomiti del Brenta, la traversata dal Passo del Grostè a Vallesinella è una camminata alle falde di cime imponenti e celeberrime. L’ambiente è molto vario, già dal Passo del Grostè, inizio del percorso. Si lasciano alle spalle l’amena Pietra Grande e la sottostante val di Tovel, per fiancheggiare Cima Sella, la Bocchetta del Tuckett, Cima Roma, Cima Brenta (3150 m), sino al Crozzon di Brenta (3118 m). Proprio alle falde del Crozzon si apre la Bocca di Brenta, accesso per il versante di Andalo e Molveno, l’opposto a quello di Madonna di Campiglio, da cui diparte questo itinerario. Sulla destra orografica della valle, invece, proprio di rimpetto alle Dolomiti del Brenta, si ergono i giganti di granito della Presanella e dell’Adamello, una contrapposizione estetica e geologica con le rocce delle Dolomiti, nettamente diverse, ma accomunate da uno spettacolo naturale, in parte protetto dal Parco Adamello Brenta. Muovendosi lungo questo tracciato, con moderato dislivello in salita, si ammirano, quindi, le vette principali del Brenta. La discesa dal rifugio Brentei e oltre il rifugio Casinei regala un ulteriore spettacolo, con uno scenario ancora diverso e ricchissimo d’acqua, che scorre con numerose cascate all’ombra di un bel bosco di abeti. E’ questo il Sentiero delle Cascate, ulteriore variante paesaggistica che contribuisce a rendere l’escursione ancora più interessante.
L’itinerario
Partenza: Madonna di Campiglio (TN), stazione a monte ovovia del Grostè (2442 m)
Arrivo: Rifugio Vallesinella (1513 m)
Dislivello: + 300; – 1.214 m
Tempo di percorrenza: 5.30 ore
Difficoltà: E
Salendo da Madonna di Campiglio, poco prima del Passo Campo Carlo Magno, si prende l’Ovovia del Grostè. Dal Grostè il panorama è grandioso, sia sull’incombente Pietra Grande, uno dei luoghi più selvaggi e solitari del Brenta, sia sulla Cima del Grostè e sui poco più lontani ghiacciai dell’Adamello e sulla rocciosa Presanella. Conviene anche salire per un paio di minuti sino al passo del Grostè, nei pressi dei cartelli, dove la vista è ancora più ampia e si apre sulla Val di Tovel. Tornati sui propri passi si seguono i cartelli per il Rifugio Tuckette, in leggera discesa, si prosegue, lasciandosi alle spalle gli impianti sciistici, entrando nel cuore del gruppo del Brenta, lungo un comodo sentiero, tra rocce punteggiate da gruppi di fiori che spuntano dalle fenditure. Si scende ora brevemente, e, dopo un paio di tornanti, si continua in falsopiano sino ad una zona cosparsa di grossi massi, superabili senza alcuna difficoltà. Ancora una breve discesa e alcuni tratti in salita che aggirano il Castello di Vallesinella e si giunge all’ampio terrazzo roccioso con i Rifugi Tuckett e Quintino Sella (2272 m), ai piedi della Bocchetta del Tuckett, tra cima Sella (2917 m) e Cima Brenta (3150 m). Si segue ora il sentiero che diparte dietro al rifugio (cartelli) e, in leggera discesa, prosegue tra alcuni massi. Si continua tra mughi e prati sino alla Sella di Fridolìn, dove si scende sino ad un bivio, sulla sinistra. Lasciando sulla destra il percorso che scende verso il Rifugio Casinei, si prosegue lungo il sentiero che costeggia le ripide pareti del Gruppo della Cima Brenta e, con alcuni brevi saliscendi, conduce ad una galleria superabile senza luce artificiale. Fuori dalla galleria, si cammina per un ultimo tratto in falsopiano sino al Rifugio Brentei (2120 m), sovrastato dal Crozzon di Brenta. Nei pressi del rifugio è situata la cappella dedicata ai caduti della montagna. Per la discesa si percorre a ritroso il sentiero di salita, sino al bivio per la Sella Fridolìn, dove si scende in direzione del Rifugio Casinei (1825 m) che si raggiunge dopo una ripida discesa nel bosco. Dal Casinei, si prende il Sentiero delle Cascate Alte (cartelli). Si cammina nel bosco per un tratto in piano, per poi iniziare la discesa, sino alla zona di Malga Vallesinella di Sopra (1681 m), ove cartelli indicano la via di discesa che costeggia per tutta la sua lunghezza il corso del Sarca di Vallesinella che si snoda con spettacolari e spumeggianti cascate, di vario genere e dimensioni, sino al Rifugio Vallesinella (dal Casinei: – 312 m; 2 ore; semplice). Per tornare a Madonna di Campiglio si cammina ancora per 5 km, oppure si prende la navetta che conduce anche a Campo Carlo Magno e alla stazione a valle della cabinovia del Grostè.
Dai monaci alla Principessa Sissi
L’ospitalità di Madonna di Campiglio è antica; sembrerebbe, infatti, risalire già al XII secolo, quando un ospizio di Monaci offriva ospitalità per i viandanti. L’inizio del turismo nacque, però, nella seconda metà dell’ottocento, grazie all’attrattiva che le vette dolomitiche esercitarono sugli alpinisti stranieri, impressionati dall’eleganza estetica delle forme delle sue cime. Importanti furono anche le lunghe frequentazioni dell’imperatore Austriaco Francesco Giuseppe e della moglie Sissi, ancora ricordati in alcune feste folcloristiche, come il “Carnevale Asburgico”. Oggi Campiglio è una delle località alpine più rinomate, celebre per le escursioni montane, per gli sport invernali e il golf, grazie alle strutture di Campo Carlo Magno, tra le prime ad essere realizzate nell’arco alpino, nel 1924.
Come arrivare
Autostrada del Brennero A22 – uscita Rovereto Sud, percorrere la SS240 e SS240dir e SS 45 bis Gardesana Occidentale sino a Sarche e SS239 in direzione di Madonna di Campiglio.
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