Torri di Casanova, dove il Gran Sasso è più selvaggio
Itinerario di grande soddisfazione riservato ad escursionisti esperti e con qualche breve passaggio di arrampicata. Attenzione alla neve in prossimità della vetta
Incastonate lungo il Sentiero del Centenario nel Parco Nazionale del Gran Sasso, le Torri di Casanova svettano lungo la cresta che si apre agli occhi non appena arrivati all’altezza del Laghetto Pietranzoni sulla piana di Campo Imperatore. Questo itinerario è uno dei primi a liberarsi dalla neve tra quelli considerati di “alpinismo facile”, tuttavia a inizio stagione non va sottovalutato e nello zaino è bene riporre ramponi e piccozza. A torto poco frequentata, questa linea permette di entrare a strettissimo contatto con la natura aspra del Gran Sasso e dona grande soddisfazione sia agli esperti sia a chi si sta avvicinando al mondo verticale. Non è facilissimo da individuare l’attacco ma poi è molto ben segnata e sale quasi in linea retta verso la Via Ferrata Gianni Famigliari.
L’itinerario
Partenza e arrivo: Parcheggio prima del Lago Pietranzoni, AQ
Dislivello: + 700m
Tempo di percorrenza: 6 ore a/r
Difficoltà: EEA/PD- (passaggi di II°)
Periodo consigliato da metà maggio a settembre
Si lascia il parcheggio e si segue per pochi metri la strada che porta all’Albergo di Campo Imperatore; sulla nostra destra (nord geografico) si noterà quasi subito una netta traccia che traversa la piana. Sono presenti alcuni vecchi segnavia in metallo che aiutano a mantenere la linea corretta. Si incrocia una prima carrareccia che si segue verso destra, subito dopo alla seconda si terrà la sinistra in direzione dei rilievi sul lato opposto della Piana. Si continua su ottimo sentiero fino a raggiungere una terza carrareccia che seguiremo verso destra. Da questo punto inizia il sentiero che inizia a salire verso il Vado. Un segnavia su un masso e si procede lungo una traccia di sentiero abbastanza marcata fino a superare un impluvio da dove si vede chiaramente il canale ghiaioso che dobbiamo raggiungere. Si mantiene la sinistra fino ad incrociare un altro canale che scende dalle pendici della montagna. Si traversa rimanendo su quello principale e si cammina ora in leggera salita rimanendo sulla sinistra del canale che andrà attraversato poco più avanti fino ad arrivare ad un manufatto di captazione idrica. Da questo punto i segnavia iniziano ad essere frequenti e guideranno nella salita vera che inizierà tra poco.
SI continua a camminare sulla ghiaia tra massi e detriti si raggiunge un evidente curva a destra; davanti a noi inizia il canale che seguiremo fin sotto le pareti delle Torri di Casanova. Un evidente segnavia giallo rosso posto su un grande masso indica la corretta linea di salita della via, il canalino centrale dei tre che ci si trova davanti. Giunti a questo punto indossare il casco e prestare attenzione a non far cadere pietre su chi è dietro di noi. La via è ben segnata quindi è difficile sbagliare. Si rimane sempre al centro del canale superando i vari salti di roccia che ci troveremo di fronte, massimo II° (molto più in alto un breve passaggio di III° evitabile a sinistra). Si prosegue fino ad arrivare a dove il canale si divide dobbiamo proseguire sul ramo destro salendo un altro salto di roccia (evitabile a sinistra) fino ad arrivare sotto le Torri dove la parete si fa verticale Ora è necessario traversare a sinistra fino ad arrivare ad un salto di roccia guadagnando l’inizio di un evidente canale leggermente a destra su roccia non buona. Guadagniamo rapidamente quota tra massi e salti di roccia fino a raggiungere una parete verticale.
È il punto più delicato della salita e dobbiamo traversare a sinistra su una paretina appoggiata (II°/III° grado, la difficoltà maggiore si può evitare a sinistra) fino ad arrivare di nuovo al centro del canale che si segue fino ad una guglia rocciosa per traversare leggermente a sinistra fino ad incrociare il Sentiero del Centenario. A pochi metri da questo punto inizia la Via Ferrata Gianni Familiari che permette di superare le Torri di Casanova. Indossare l’imbrago e fissare per bene il kit da ferrata. Si salgono le scale e seguendo il cavo si arriva a dover rimontare un salto di roccia decisamente esposto ma ben protetto. Una volta superato si prosegue per pochi metri fino al punto dove dovremo scendere.
La traccia a terra è evidente e risale verso il punto più altro delle Torri di Casanova; si inizia a a perdere quota passando prima su una cengia esposta e scomoda (i più alti dovranno chinarsi un po’), poi si arriva ad aggirare sulla destra un gendarme; appena superato si apre la vista sulle frastagliate creste dell’Infornace e del Prena. Continuiamo a scendere rapidamente e si arriva ad un bivio, dobbiamo seguire la traccia a destra che scende verso un facile salto di roccia. Ora proseguiamo alla nostra sinistra rapidamente si arriva ad un breve tratto in leggera discesa fino a vedere un breve tratto attrezzato ma in pessime condizioni; si raggiunge e segue disarrampicando (passi di II°) e poi di nuovo sulla traccia molto evidente. Alla nostra destra in basso un canale che si discende per raggiungere l’ultimo tratto attrezzato prima della forchetta di Santa Colomba (anche questo cavo non va utilizzato), spettacolare vista sul Vallone di Fossaceca.
È il momento di iniziare a scendere lungo il canale che ci riporterà sulla piana di Campo Imperatore. Non esiste una linea ben precisa, visto che anno dopo anno le valanghe e lo scioglimento della neve modificano la posizione dei massi che incontreremo lungo la discesa. Il canale ad un certo punto piega verso sinistra ed è il momento di lasciarlo e proseguire sul crinale erboso in diagonale verso destra fino a guadagnare un canale detritico che si traversa per arrivare sulla spalla erbosa che abbiamo di fronte. Fare attenzione a non perdere troppa quota e lasciare il canale di discesa non appena piega a sinistra. Il sentiero torna abbastanza evidente e in pochi minuti si raggiunge il canalino da dove abbiamo iniziato la salita. Da questo punto seguire a ritroso le indicazioni fino al parcheggio.

Da vedere
Raggiunto il parcheggio dove si trovano le auto in pochi minuti a piedi si raggiungono i ruderi di Sant’Egidio, sono i resti in fase di restauro di una chiesa vescovile a navata unica con transenna presbiteriale. Durante gli scavi furono trovate ottanta monete di rame e argento, ceramiche di Castelli e Anversa degli Abruzzi prodotte centinaia di anni fa per il mercato aquilano.
Come arrivare
Sia da Teramo sia da L’Aquila/Roma uscire al casello di Assergi e seguire le indicazioni per Campo imperatore fino a raggiungere la piana circa venti chilometri. Al bivio di Sant’Egidio seguire le indicazioni per l’albergo/funivia, dopo meno di un chilometro a destra il parcheggio, punto di partenza e arrivo dell’escursione.
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