In ricordo di Vitale Bramani
Il 3 maggio 1900 nasceva il forte alpinista milanese, passato però alla storia per l’invenzione delle suole più famose del mondo. Tutto iniziò dopo una tragedia
“Non soffermarsi mai sulle vecchie idee”
Vitale Bramani
È il 3 maggio del 1900 quando Vitale Bramani viene al mondo a Milano, città che amerà tanto quanto la montagna, due elementi cardine della sua vita. Da giovane segue le orme dei genitori, di lavoro ebanisti, insegnando l’arte della falegnameria, ma la sua attitudine alla montagna non sfugge al fratello Cornelio e agli scalatori della SEM, Società Escursionisti Milanesi, alla quale si iscrive già a 15 anni. Inizia a scalare sulle montagne di casa, Grigne ed Orobie, ed in breve il suo talento lo porta a superare il VI grado, in primis sulla Spaccatura Dones al Primo Magnaghi Meridionale.
Si lega spesso con Eugenio Fasana, conoscendone la giovane sorella che sposa a 25 anni. Lo stesso anno si iscrive al CAI dove prenderà posto tra gli Accademici.
Nel 1928 la giovane coppia, spronata da tanti amici, si lancia nell’apertura di un negozio di alpinismo in Via della Spiga 8 a Milano, trasferendosi appena di fronte con il primo figlio. Tanti prodotti all’avanguardia e un punto di riferimento e di incontro per gli scalatori lombardi e non solo. Nel 1969 il negozio, trasferitosi nel 1962 in Via Visconti di Modrone, prende il nome di “Bramani Sport” e resterà attivo fino al 1994.
Disponibilità economica, tante conoscenze e il lavoro da guida alpina, spesso con Re Alberto del Belgio come cliente, lo portano ad esplorare tutte le Alpi realizzando grandi salite: dallo Spigolo Nord della Presolana alla parete Nord dell’Agner. Guadagna così la medaglia d’oro al valore alpinistico nel 1933, consegnata dal presidente del CAI Angelo Manaresi.
La tragedia che gli cambia la vita
Nel 1935 apre con Carletto Negri ed Elvezio Bozzoli una via sulla Punta Rasica, in Bregaglia, tanto divertente da proporne la salita ad un eterogeneo gruppo di 19 persone due mesi più tardi. L’allungarsi del tempo di salita e una bufera imprevista trasformano la piacevole gita in una tragedia con ben sei vittime. Bramani viene denunciato e viene aperta un’indagine dalla quale ne esce scagionato. Nonostante ciò fatica a digerire il dramma e identifica come causa maggiore l’inadeguatezza delle calzature. L’incidente diventa fonte di ispirazione. Tempo prima l’alpinista e scrittore Silvio Saglio gli aveva raccontato di aver incontrato, durante l’ascesa per recuperare gli scarponi di Ettore Castiglioni e Bruno Detassis impegnati sul Sass Maor, un pastore con ai piedi dei pezzi di copertone.
Questo fatto, unito alla tragedia di Punta Rasica, porta Bramani a sviluppare un prototipo, prima in legno e poi con la gomma naturale vulcanizzata di Leopoldo Pirelli, della mitica “suola carrarmato”. Il materiale e la geometria con tasselli a croce permettono di scaricare neve e detriti coniugando grip anche sul bagnato, flessibilità e resistenza all’abrasione. Nel 1937 il primo collaudo con Ettore Castiglioni sulla Nord Ovest del Badile è un successo. Nasce VIBRAM, acronimo delle iniziali del suo nome e cognome, che già utilizzava per firmare gli articoli della Rivista del CAI. Passano dieci anni prima di veder nascere a Gallarate lo stabilimento “Gomma Tecnica”, con ben 40 dipendenti, e nel 1958 l’azienda si sposta ad Albizzate, tra silos e capannoni rigorosamente gialli.
L’ottagono sulla suola, richiamo alla volta di Galleria Vittorio Emanuele II della a lui cara Milano, inizialmente color gomma, diviene del caratteristico giallo oro solo nel 1969 con l’introduzione della nuova mescola “Marca Oro”.

Quella suola che fa subito il giro del mondo
Gli scarponi con punte chiodate vengono presto sostituiti dall’intuizione vincente e diventano protagonisti di grandi salite. Tra queste spicca l’ascesa italiana al K2 coordinata da Ardito Desio che vede Achille Compagnoni ed Ardito Desio mettere per primi i piedi sulla vetta calzando scarponi Dolomite con suola Vibram. E’ il 1954.
Non mancarono gli ostacoli, spesso frutto di invidie per la sua intraprendenza, allegria ed altruismo. Infatti, qualche anno prima, Bramani viene accusato di aver fornito per la disastrosa campagna di Russia scarponi con la sua suola ma foderati con il proibito pelo di agnello. Grazie alla verità, alla buona fede del gesto e alle molte amicizie ne esce scagionato dopo poche ore di processo.
Agli inizi degli anni ‘60 le esportazioni arrivano in America e nel 1965 uno stabilimento negli USA riceve la licenza produttiva. L’ottagono giallo diviene la sua vita, allontanandolo in parte dall’attività alpinistica comunque già notevole viste le oltre 100 nuove salite.
Muore il 7 luglio 1970 a Milano, lasciando una decina di stabilimenti produttivi sparsi in ogni continente, attualmente portati avanti dalla terza generazione. Il 25 agosto di quell’anno Bruno Detassis, Catullo Detassis, Melchiorre Foresti e Riccardo Tabarelli de Fatis salgono alla Torre Nardelli, nelle Dolomiti di Brenta, per la parete Sud, dedicando la via a Ettore Castiglioni e Vitale Bramani.
A lui si deve una grande invenzione che accompagna escursionisti e scalatori a realizzare i propri sogni sulle montagne più belle del mondo.
Salite principali
- 1917 – Spaccatura Dones, Magnaghi Meridionale, con G. Colombo.
- 1920 – Sassolungo, Val Gardena, con F. Antonini, C. Bestetti e E. Bramani.
- 1923 – Petit Dru 3758 metri, Gruppo Aiguille Verte, con E. e P. Fasana.
- 1924 – Presolana Centrale, Prealpi Bergamasche, con R. Barzaghi e E. Bozzoli.
- 1924 – Zuccone di Campelli, Prealpi di Lecco, con R. Barzaghi e E. Bozzoli.
- 1924 – Cima di Castello, Gruppo Albigna, con E. Fasana e A. Bonacossa.
- 1924 – Pizzo della Pieve, Gruppo delle Grigne, con E. Fasana.
- 1926 – Pizzo Ligoncio 3033 metri, Val Masino, con E. e P. Fasana e L. Binaghi.
- 1926 – Punta della Rossa, Monte di Devero, con P. Fasana.
- 1927 – Torre dell’Orsa, Gruppo Civetta, con M. Castiglioni.
- 1928 – Cimone della Bagozza, Monti di Schilpario, con L. Gasparotto e A. Camplani.
- 1929 – Campanile Basso, Gruppo di Brenta, con E. Castiglioni e E. Bozzoli.
- 1930 – Spigolo Nord della Presolana, con Celso Gilberti e E. Castiglioni.
- 1932 – Pizzo Badile, Gruppo Albigna, con L. Binaghi e R. Brazaghi.
- 1933 – Corni Bruciati, Gruppo Disgrazia, con M. Bardelli, S. Saglio e G. Maggioni.
- 1934 – Parete nord-ovest Pizzo Dell’Oro Meridionale, con Elvezio Bozzoli.
- 1934 – Presolana Centrale, Prealpi Bergamasche, con E. Bozzoli e R. Barzaghi.
- 1934 – Pala di San Martino, Dolomiti di Primiero, con E. Castiglioni.
- 1934 – Cima Immink, Pale di San Martino, con E. Castiglioni.
- 1934 – Prima ripetizione della parete Nord dell’Agner, con E. Castiglioni e Bruno Detassis.
- 1935 – Cresta sud-ovest Punta Rasica, con Bozzoli, Aldo Bonacossa e Carlo Negri.
- 1935 – Spigolo ovest-nord-ovest Pioda di Sciora, con Bozzoli
- 1935 – Sciora di Fuori, Gruppo Albigna, con E. Castiglioni.
- 1936 – Rocca Castello, Parete Ovest, Val Maira, con E. Castiglioni e E. Bozzoli.
- 1937 – Pizzo dei Gemelli, Gruppo Albigna, con E. Castiglioni e E. Bozzoli.
- 1937 – Torrone Occidentale, Gruppo Albigna, con E. Castiglioni e E. Bozzoli.
- 1937 – Parete Nord-ovest del Pizzo Badile, con E. Castiglioni.
- 1937 – Nuova via sulla Cima Ceda Bassa Occidentale, con Gabriele Boccalatte e E. Castiglioni.
- 1941 – Corno Gioia, Gruppo Adamello, con E. Castiglioni.
- 1942 – Corno Orientale di Salarno, Gruppo Adamello, con E. Bozzoli e N. Oppio.
- 1942 – Nuova via sulla parete Sud della Cima Brenta Occidentale con Castiglioni.
- 1944 – Prima ripetizione della Via Vinci al Ligoncio, con Vittorio Ratti.
- 1946 – Parete Ovest delle Tose, con Ettore Gasperini-Medaia, con Gino Pisoni e Marino Stenico.
I libri
- Quando il gigante si sveglia, Eugenio Fasana, Montes, 1944.
- Cinquant’anni di vita della Società Escursionisti Milanesi, Eugenio Fasana, Milano SEM, 1941.
- Grigna assassina, Marco Ferrazza, CDA&Vivalda,
- Una vita di alpinismo, Marino Stenico, Nuovi Sentieri, 1986.
- Il giorno delle Mesules, Ettore Castiglioni, CDA&Vivalda,
- Romanzo industriale, Gianni Spartà, Macchione editore, 1993.
- In punta di Vibram, AAVV, Arterigere, 2004.
“Si può risparmiare su tutto, non sui macchinari ”
Vitale Bramani