Con le ciaspole o gli sci in Val Chiarano: neve e natura a due passi da Roccaraso
A pochi chilometri dal più affollato comprensorio sciistico dell’Abruzzo, il Piano delle Cinque Miglia e la Val Chiarano offrono un itinerario solitario, piacevole e sicuro anche quando la neve è abbondante
Il Piano delle Cinque Miglia, traversato dalla storica strada che mette in comunicazione Sulmona con Roccaraso e il Molise, è uno snodo fondamentale dell’Appennino centrale. Importante già al tempo di Piceni e Sanniti, nei secoli ha visto passare papi e re, eserciti e mercanti.
Nell’inverno del 1528 una tormenta uccise sulle Cinque Miglia 300 fanti della Lega Veneta, un anno dopo la stessa sorte toccò a 500 soldati tedeschi. Fu l’imperatore Carlo V a far costruire cinque torrioni-rifugio lungo i nove chilometri (pari a cinque miglia) di strada tra i 1250 e i 1300 metri di quota.
Oggi, tra dicembre e la fine di marzo, la strada che attraversa l’altopiano vede passare gli sciatori che raggiungono le piste di Roccaraso e Rivisondoli da gran parte dell’Abruzzo e da Roma (chi arriva da Napoli, dal Molise e da Cassino passa per Castel di Sangro).
Gli impianti di risalita e le piste delle Toppe del Tesoro e del Pratello alle quali si affiancano quelli di Pescocostanzo, formano il comprensorio più esteso dell’Appennino. I trasporti, gli alberghi, i negozi, i siti gli uffici informazioni sembrano vivere solo per lo sci di pista.
Invece le montagne delle Cinque Miglia offrono molto altro. A metà strada tra i Parchi nazionali d’Abruzzo, Lazio e Molise e della Maiella, ospitano l’orso e il lupo, e sono tutelate dalla Riserva naturale regionale Monte Genzana-Alto Gizio, dalla piccola Riserva naturale di Stato del Lago Pantaniello e dalla Foresta demaniale Chiarano-Sparvera.
D’estate, strade sterrate e sentieri permettono escursioni a piedi, a cavallo e in mountain-bike. D’inverno questi tracciati offrono itinerari sugli sci da fondo o con le ciaspole, mentre i pendii del Monte Greco e del Monte Rotella offrono interessanti percorsi agli scialpinisti.
L’itinerario che inizia dalla statale 17, traversa il Piano delle Cinque Miglia e la forra delle Bocche di Chiarano, tocca l’area da picnic dell’Imposto e continua nella solitaria Val Chiarano è classico e piacevole, e può essere percorso sia con le ciaspole sia con le pelli di foca. Lo sviluppo, tra andata e ritorno, è di 11 chilometri.
Qualche anno fa, quando andava di moda lo sci di fondo escursionistico, questo era uno dei tracciati più apprezzati dell’Abruzzo. A rendere interessante la zona in periodi molto nevosi è anche la mancanza di rischi legati alle valanghe, che invece ricompare se si prosegue verso il Lago Pantaniello. In estate l’area da picnic dell’Imposto viene raggiunta in auto per una strada sterrata, e la zona offre itinerari a piedi e in mountain-bike.
L’itinerario: Dalle Cinque Miglia alla Val Chiarano
Punto di partenza: Altopiano delle Cinque Miglia, bivio sulla statale 17 (1281 m)
Dislivello: + 250 m
Tempo: 3 ore a/r con gli sci, 4.30 ore a/r con le ciaspole
Difficoltà: WT1 con le ciaspole, MS con gli sci
L’itinerario inizia dal cartello (1281 m) al km 128,400 della statale 17, dove si stacca la strada sterrata per la Madonna del Carmine e la Bocca di Chiarano. La zona si raggiunge da Sulmona, o da Roccaraso e dai centri vicini. Con molta neve non è facile trovare un posteggio perché lo spiazzo, più in basso della strada, non viene pulito.
Dalla statale conviene trascurare la strada innevata che si dirige verso la chiesa medievale della Madonna del Carmine, e puntare direttamente, più a sinistra, verso l’imbocco della Valle Chiarano, che è ben visibile sul lato opposto dell’altopiano. Si può anche seguire la strada, che raggiunge un largo vallone ai piedi della chiesa e poi piega a sinistra.
All’imbocco della valle si ritrova comunque il tracciato stradale, che si segue superando una sbarra chiusa d’inverno (1349 m), entrando nella faggeta e passando ai piedi delle rocce della Montagna Spaccata (o Bocca di Chiarano, 1424 m), che formano un passaggio suggestivo.
Un tratto allo scoperto, in una valle circondata dal bosco e sorvegliata da altri torrioni calcarei, porta a un cancello che in estate chiude la strada ai veicoli. Una rampa che attraversa un rimboschimento sale alle aree da picnic e al rifugio dell’Imposto (1470 m). C’è anche una fonte, che normalmente fornisce acqua anche d’inverno. Qui si stacca sulla destra la strada che sale verso la Serra Sparvera.
Si prosegue invece sul fondovalle, traversando l’ultima parte dell’area da picnic e continuando tra faggi e radure. Si raggiungono degli speroni rocciosi che formano delle strettoie, e poi un gigantesco masso (1520 m) che ricorda una faccia umana, e che domina da destra il fondovalle. Si torna per lo stesso itinerario. Occorrono 3 ore a/r sugli sci, e 4.30 ore a/r con le ciaspole.
Lo sci dell’Abruzzo è nato a Roccaraso
Campo Imperatore e Ovindoli hanno alle spalle lunghe storie, ma lo sci nell’Appennino è nato sulle Cinque Miglia. Correva il febbraio del 1910, quando l’allora Touring Club d’Italia organizzò sulle nevi di Roccaraso il “Primo Convegno Invernale Sportivo del Mezzogiorno”, la prima iniziativa di questo tipo realizzata a sud delle Alpi.
A rendere possibile l’evento fu la ferrovia Sulmona-Isernia, inaugurata nel 1897. L’iniziativa venne raccontata con enfasi dai giornali del tempo, e fu attuata con la collaborazione dello Ski Club Torino, i cui soci avevano introdotto per primi quei bizzarri strumenti di legno sulle nevi delle Alpi italiane.
Star della manifestazione furono due celebri campioni di sci norvegesi, i fratelli Harald e Trygwe Smith. Lo Sci Club Roccaraso venne fondato nel 1922 dal maggiore degli alpini Aldo Pocchiola. Ugo del Castello racconta nei dettagli questa storia nel libro Roccaraso: due solchi sulla neve lunghi 100 anni (Paolo De Siena Editore).
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