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Abruzzo, sei itinerari con le ciaspole

L’Italia ha un cuore bianco, l’Abruzzo. Tra i Monti della Laga, il Gran Sasso, il Velino e il Sirente, il Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise e la Maiella, centinaia di itinerari attendono l’escursionista invernale attrezzato con le ciaspole. Mentre i percorsi che consigliamo sono facili, altri itinerari su terreno più ripido possono richiedere di sostituire le racchette da neve con la piccozza e i ramponi.

Avere con sé l’ARTVA, una sonda e una pala per intervenire in caso di slavina è sempre stato utile, e da quest’anno è obbligatorio per legge, ma non serve se non si è già provato a utilizzare questi strumenti. Da qualche anno, finalmente, anche in Abruzzo esistono dei rifugi da raggiungere a piedi e aperti anche d’inverno. Prima di scegliere una meta conviene informarsi sull’apertura.

Per le difficoltà utilizziamo i primi due gradi (WT1 cioè “escursione facile con racchette”, WT2 “escursione con racchette”) della scala messa a punto dal Club Alpino Svizzero. Sui tratti WT2 il rischio di valanghe non è escluso.

Dal Ceppo al Lago dell’Orso e alla Storna

(dislivello da 470 a 730 metri, da 1.30 a 4.30 ore a/r, WT1)

Il valico del Ceppo, tra Teramo e Ascoli Piceno, ospita un bel rifugio ed è il punto di partenza di splendidi itinerari. La salita verso il rifugio del Lago dell’Orso e il panoramico crinale della Storna è elementare, la prosecuzione verso il Pizzo di Moscio richiede piccozza e ramponi. Dal valico e dal rifugio del Ceppo si raggiungono in auto un camping e un piazzale (1356 m) da cui iniziano due strade sterrate. Si segue quella di sinistra, poi la si lascia per un viottolo che sale, piega a sinistra ed esce dal bosco in vista del Gran Sasso. Una salita in diagonale porta al rifugio di pastori del Lago dell’Orso (1825 m). Si traversa una strada sterrata, si lasciano a destra i rifugi degli Jacci di Verre, e si prosegue sul larghissimo crinale della Storna, fino a un dosso (2168 m, 2.30 ore) ai piedi del Pizzo di Moscio. Si torna per la stessa via alla strada sterrata e la si segue in discesa, in vista del Gran Sasso (2 ore). Se ci si ferma al Lago d’Orso bastano 1.30 ore in salita e 1 ora in discesa.

Dai Prati di Tivo all’Arapietra

(dislivello da 240 a 440 metri, da 2.30 a 3.45 ore a/r, WT1-WT2)

Una strada innevata sale dai Prati di Tivo al Piano del Laghetto e alla croce dell’Arapietra, di fronte a un incredibile panorama dei due Corni. Si può proseguire con un tratto più ripido verso il ben visibile Albergo diruto, il rifugio Cima Alta offre una piacevole sosta. Dal piazzale dei Prati (1450 m) si segue la strada che inizia accanto al Parco avventura e sale dolcemente nella faggeta. Si superano un fontanile e due tornanti, si lascia a destra la deviazione per il rifugio Cima Alta e si sbuca sul Piano del Laghetto, in vista del Corno Grande e del Corno Piccolo. In breve si sale alla panoramica croce (1683 m, 1.30 ore) che può essere la meta della camminata. Traversato un pianoro si raggiunge il crinale dell’Arapietra e lo si risale sulla destra fino all’Albergo diruto (1896 m, 0.45 ore). Si ridiscende per la cresta, si piega a sinistra e si raggiunge il rifugio Cima Alta (1620 m). Ritrovata la strada, la si segue fino ai Prati. Occorrono 1 ora dalla croce, e 1.30 ore dall’Albergo diruto.

Da Campo Felice al Monte Orsello

(dislivello 530 metri, 3.45 ore a/r, WT2)

La dorsale del Monte Orsello, a portata di mano da Campo Felice e dalla A24, offre una bella escursione con panorami sul Velino e il Gran Sasso. Dal posteggio (1542 m) accanto all’hotel Vecchia Miniera, all’ingresso di Campo Felice, si imbocca una strada innevata che tocca due antenne, si sposta a destra e torna a sinistra a una sella (1650 m) sulla cresta del Monte Orsello. Dalle antenne si può anche salire direttamente alla sella. Si continua per un ampio pendio, toccando degli ometti di pietra. Si aggira uno spuntone roccioso affiancato da faggi e si torna in cresta a un ometto ben visibile. Si continua per il comodo e lunghissimo crinale, dove la neve è spesso lavorata dal vento, fino alla cima (2043 m, 2 ore). In discesa occorrono 1.30 ore.

L’Ecorifugio della Cicerana e la Selva di Moricento

(dislivello metri, 3.30 ore a/r, WT1)

L’altopiano della Cicerana, sorvegliato dal Monte Turchio, è una delle mete più apprezzate del PNALM. Dall’Ecorifugio, che la cooperativa Ecotur apre anche nei weekend invernali, si raggiunge la Selva di Moricento, una faggeta vetusta e tutelata. Accanto al rifugio del Diavolo (1395 m), che si raggiunge da Pescasseroli, Bisegna o Gioia nei Marsi, si imbocca la carrareccia innevata che raggiunge il pianoro della Penna e una sbarra, entra nella faggeta, e poi sale a mezza costa. La salita porta all’altopiano della Cicerana, vista del Velino, che si traversa in piano per poi salire all’Ecorifugio (1572 m, 1.30 ore) Si continua sulla strada innevata, si va a destra a una biforcazione e si raggiunge il margine della Selva di Moricento (1620 m, 0.30 ore). La discesa richiede 0.30 ore fino all’Ecorifugio, e 1.15 ore fino al punto di partenza.

Da Passo Godi al Ferroio di Scanno

(dislivello da 260 a 320 metri, da 3.30 a 4.30 ore a/r, WT1-WT2)

L’altopiano del Ferroio di Scanno, tra il Monte Marsicano e il Monte Godi, è uno dei luoghi più suggestivi del Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise. L’itinerario più comodo per raggiungerlo, con neve abbondante, può essere esposto a slavine. Da Scanno o Villetta Barrea si segue la strada del Passo fino a un posteggio (1554 m) e a una tabella del Parco poco a nord del valico. Si segue una carrareccia innevata, si scavalca una sella (1631 m) dove ci si affaccia sulla valle del Tasso, e si scende a mezza costa traversando dei ripidi pendii. Allo Stazzo di Ziomas si lascia la carrareccia a mezza costa, e si sale a sinistra fino a raggiungere il panoramico crinale che chiude il Ferroio accanto a una stele (1730 m, 1.30 ore) che ricorda una visita di Papa Giovanni Paolo II. Si continua verso destra sul crinale, aggirando dei cocuzzoli, fino a una sella dove si ritrova la carrareccia. Si può tornare indietro verso lo Stazzo e il punto di partenza (2 ore dalla stele), o scendere a sinistra fino al Ferroio, fino a un muretto (1650 m, 1 ora a/r) che segna il confine della Riserva Integrale del Parco.

Dalla Maielletta al Blockhaus

(dislivello 510 m, 3.15 ore a/r, WT2)

La strada che sale da Passo Lanciano alla Maielletta dà accesso a una cresta da cui lo sguardo spazia sull’Appennino e l’Adriatico. Quando la neve copre i mughi la salita al Blockhaus è elementare, altrimenti occorre cercare un passaggio nella vegetazione. Da Pretoro o da Lettomanoppello si sale in auto a Passo Lanciano e al piazzale dell’Hotel Mammarosa (1630 m), base degli skilift della Maielletta. Si segue il primo tratto della strada, poi si piega a destra e si sale al rifugio Pomilio (1892 m), tra grandi antenne. Si traversa una conca, si ritrova la strada in vista delle cime della Maiella, poi si sale a destra alla vetta della Maielletta (1995 m), raggiunta da uno skilift. Si scende a ritrovare la strada, e la si segue fino al piazzale ai piedi del Blockhaus. Se la neve copre i mughi si sale direttamente alla cima (2140 m, 1 ora), altrimenti occorre seguire a destra il sentiero estivo, con percorso più lungo. La discesa richiede 1.30 ore fino alla strada.

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Un commento

  1. https://www.saliinvetta.com/culture-e-tradizioni/1703-le-ciaspole-ritorno-al-passato
    semopre pensato che siano iperutilizzate anche quando non servono e sono pure un impiccio nella camminata, specie se il percorso e’stato battuto e converrebeb semplicemente cammianare con scarponi ed eventuali dispositivi antiscivolamento su ghiaccio. Se peropri occorerebbe averne di area d’appoggio minore o maggiore a seconda dello sprofondamento su neve fresca.

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