Con le ciaspole (o gli sci) a Punta Falinère, in Valtournenche, con vista sul Cervino
Una vetta ultra panoramica raggiungibile senza troppe difficoltà dal villaggio incantato di Cheneil passando dal Santuario della Clavalitè
E’ “il più nobile scoglio d’Europa”, epiteto che John Ruskin utilizzò per descrivere il Cervino, a calamitare tutti gli sguardi di chi si muove lungo i pendii innevati che sovrastano la conca di Cheneil. E pensare che la piramide del Cervino si trova in buona compagnia, considerando l’elegante e limitrofa sfilata di cime delle Grandes Murailles, dalle quali spiccano i 4173 metri della Dent d’Hérens, una sorta di snella lama di roccia e ghiaccio.
La Valtournenche è una delle valli più turistiche e, soprattutto, sciistiche dell’intero arco alpino. Nonostante questa caratterizzante vocazione, l’alpeggio di Cheneil rimane un luogo integro e silenzioso, ai piedi di un anfiteatro di cime, tra le quali spiccano il Gran Tournalin (3379 m), la Rosetta e anche alcune docili vette che delimitano i profili sinuosi della Punta Falinère e della Punta Fontana Fredda. Dal termine della strada, che si stacca dal comune di Valtournenche sulla sinistra orografica, sono necessari una decina di minuti a piedi, per raggiungere il piccolo mondo di Cheneil. I più pigri possono usufruire di un minuscolo “ascensore” gratuito (una sorta di cremagliera), in funzione 24 ore al giorno che conduce direttamente alla piana.
Da un punto di vista estetico, Cheneil ha mantenuto le caratteristiche dell’alpeggio alpino, tipico hameau valdostano, simile alla descrizione dell’Abate Gorret:” Cheneil è innanzitutto una grande distesa di prati dove serpeggia grazioso il torrente, circondati da una prima barriera di monti; segue una seconda sfilata di pascoli incorniciati da altre montagne e coronati dalle cime più alte. A Cheneil coesistono un’immagine di vita e di animazione, e un quadro di serenità e di calma”.
Itinerario: Santuario della Clavalitè e Punta Falinère
Partenza: Valtournenche (AO), località Alpe La Barmaz (2023 m)
Dislivello: + 690 m (sino alla spalla); + 740 m (per la cima)
Tempo di percorrenza: 5 ore (a/r) con le ciaspole; 3 ore (a/r) con gli sci
Difficoltà: E (ciaspole); MS (scialpinismo); L’ultimo tratto di cresta verso la cima della Punta Falinère, secondo la neve, può richiedere l’uso di picozza e ramponi ed è, quindi, da considerarsi di difficoltà alpinistica (F)
Dal parcheggio dell’Alpe La Barmaz (2023 m), ove termina la strada, si raggiunge Cheneil tramite alcuni ripidi tornanti. Da Cheneil si entra nel bosco di larici, dietro le case, seguendo le indicazioni (cartelli gialli) per il Santuario della Clavalitè. Si sale lungo uno stretto sentiero. Dopo alcuni minuti la vegetazione diviene più rada, consentendo un’ottima visuale sui docili pendii nevosi, a monte e, alle nostre spalle, sulle montagne della Valtournenche dalle quali spicca, imponente e isolato, il Cervino.
Si prosegue, senza via obbligata, salendo verso monte per poi continuare verso destra, tagliando il pendio. Si avanza verso la Punta di Fontana Fredda che delimita la conca di Cheneil, sulla destra. Il percorso diviene ora leggermente più ripido, salendo in una zona di radi larici, con il gruppo del Gran Tournalin sempre più imponente e maestoso all’aumentare della quota. Superati gli ultimi tratti alberati, si continua salendo sino all’evidente avvallamento tra Punta Fontana Fredda e Punta Falinère fino ad intravedere la costruzione del santuario che si raggiunge, in breve, seguendo il tragitto migliore a seconda dell’innevamento e di eventuali tracce. Vista straordinaria a 360 gradi, sino al Mont Emilius e al Gran Paradiso.
Per proseguire verso la Punta Falinère si torna sulle proprie tracce sino al colletto proprio alla base della vetta. E si inizia a rimontare la cima, su pendio piuttosto ripido. La via di salita è evidente e, generalmente non difficile sino all’anticima e alla seguente spalletta (2705 m), superata la quale si sale l’ultimo ripido pendio che può richiedere l’uso di picozza e ramponi.
E’ anche possibile, senza passare dal santuario, seguire, da Cheneil, il classico itinerario scialpinistico che si tiene molto più rasente ai pendii della vetta della Punta Falinère, sul versante spartiacque verso Cheneil. E’ necessario, come sempre del resto, prestare attenzione alle condizioni del manto nevoso, soprattutto nel pendio tagliato discendente dalla cima. Lungo la salita precedentemente descritta, appena dopo il bosco di larici si incontra un bivio, segnalato da cartelli gialli in genere visibili anche in inverno. Si lascia sulla sinistra il percorso indicato per il Colle di Croux, puntando verso monte e leggermente sulla destra, sino a raggiungere la base della cresta della Punta Falinère, da dove si continua come sopra descritto. Indispensabile l’attrezzatura per l’autosoccorso, ARTVA, pala e sonda.
Da Chamois a Cheneil
Alternativa interessante, da percorrere con le racchette da neve, è l’itinerario che consente di raggiungere Cheneil, partendo da Chamois l’unico comune d’Italia vietato alle auto e raggiungibile con una funivia, sempre in funzione. Dall’arrivo della funivia (parte dall’ampio parcheggio di Buisson, in Valtournenche), ci si dirige verso la seggiovia, prendendo il solo primo ramo. Cartelli indicano la via per Chamois, passando per il Colletto di Cheneil (2227 m), dopo il quale si scende nel bosco, proseguendo poi in piano, alternando alcuni saliscendi, sino ad arrivare alla piana di Cheneil (+ 260 m; – 170; circa 2 ore, quasi sempre la traccia è battuta).
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