Alpinismo

Everest, i baschi tentano il terribile Hornbein Couloir

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GUIPÚZCOA, Spagna — Senza ossigeno, senza corde fisse. Senza montare i campi alti e senz’anima viva nei dintorni. E’ così che Alberto Iñurrategi, Juan Vallejo e Ferran Latorre vogliono scalare la Nord dell’Everest (8.848 metri) lungo il terribile canalone Hornbein. In una delle sfide più avvincenti dell’anno.

“E’ così che intendiamo l’alpinismo” ha detto Inurrategi, decimo alpinista al mondo ad aver completato la scalata dei 14 ottomila, poco prima di partire. “Stiamo per salire una delle vie dimenticate dell’Everest – ha aggiunto Vallejo, nell’intervista ad Explorersweb -, potrebbe essere la scalata della mia vita”.
 
L’Hornbein Couloir è un ripida gola sul versante nord dell’Everest, ad ovest della piramide sommitale. E’ una delle 15 vie che portano in vetta, di cui solo 2 vengono di solito percorse dagli alpinisti. Fu battezzato nel 1963, in onore degli americani Tom Hornbein e Willi Unsoeld che compirono la prima traversata del gigante himalayano, trovandosi senza possibilità di tornare indietro dal ghiaccio verticale dell’Hornbein Couloir che avevano percorso durante l’ascesa.
 
In questa stagione, l’Everest è molto diverso da quello che affrontano le spedizioni primaverili. Carico della neve portata dai monsoni, è così insidioso che negli ultimi anni anche le vie normali sono rimaste pressoché deserte di aspiranti scalatori.
 
Il trio basco, infatti, è completamente solo sul ghiacciaio di Rongbuck, in Tibet, a 5.550 metri, dove la scorsa settimana ha montato il campo base. Non hanno supporti mediatici né organizzativi. E per ora, nessun’altra spedizione ha raggiunto la zona.
 
In questo clima perfetto per la concentrazione, i tre alpinisti stanno completando il processo di acclimatamento sulle pareti del Chang Tse (7.800 metri). Per metà settembre dovrebbero essere pronti ad effettuare il loro primo e unico tentativo di vetta.
 
Vallejo e Inurrategi hanno già scalato l’Everest senza ossigeno. Ma Latorre è l’unico dei tre ad aver già sperimentato il Hornbein Couloir, avendolo tentato, purtroppo senza successo, nel 1995.
 
Tutti e tre vantano un curriculum alpinistico di tutto rispetto. Alberto Iñurrategi, 36 anni, ha scalato i primi dodici ottomila, tutti senza ossigeno e su vie molto tecniche, in giovanissima età ed insieme al fratello. Che purtroppo morì  sul Gasherbrum II e il trauma interruppe, per qualche tempo, la corsa agli 8.000 di Alberto, conclusasi nel 2002.
 
Juan Vallejo ha già intascato le vette di Everest, K2, Makalu, Lhotse, Cho Oyu, Annapurna, e Shisha Pangma. Latorre, 36 anni, ha ottenuto il più alto riconoscimento alpinistico spagnolo per la sua invernale sulla punta Croz, nelle Alpi, con Manel de la Matta. Vallejo e Latorre hanno scalato insieme l’Annapurna nel 2000, lo Shisha Pangma nel 2005 e la primavera scorsa hanno effettuato il tentativo al Kanchenjonga con Juanito Oiarzabal.
 
Sara Sottocornola

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