Gente di montagna

Heinz Mariacher, uno dei padri dell’arrampicata sportiva

Protagonista di primo piano dell’arrampicata negli anni 70 e 80 e autore di notevolissime salite in solitaria. La Marmolada come una casa, poi la passione per il free climbing

“Possiamo vedere il mondo come posto meraviglioso e fare cose meravigliose, possiamo cercare il riconoscimento e la gloria o solo arrampicare per noi stessi.”

Heinz Mariacher

Nato a Wörgl, nel Tirolo austriaco, il 4 ottobre 1955, il piccolo Mariacher non avrebbe mai immaginato di diventare il protagonista della storia dell’arrampicata degli anni ‘70 e ‘80.

Eppure non passa molto per scoprire di avere l’alpinismo nel sangue, compiendo sulla est del Rofan, montagna di casa, la prima improvvisata solitaria: 30 km di bicicletta, 1500m di salita per arrivare alla parete, una via di ben V grado… a 11 anni.

Salire da solo è la massima espressione del suo stile minimalista e dall’etica ferrea. Nel 1974 percorre in solitaria le vie Cassin, Comici ed Egger nelle Tre Cime di Lavaredo e la mitica Lacedelli alla Cima Scotoni. L’anno successivo, sempre accompagnato solo dai suoi pensieri, sale la Vinatzer in Marmolada, montagna che sarà per lui un libro bianco, tutto da scrivere.

Vie lunghe: grandi aperture non solo in Marmolada

Ma prima di mettere la firma su numerose di queste pagine, nel 1977 apre nel Karwendel gli 850 m della leggendaria Charlie Chaplin, nome che delinea anche i suoi tratti di poeta, sognatore e vagabondo, tutta in libera e con rarissimi chiodi. 

Sulla parete sud della Marmolada inizia tracciando Harlekin nel 1977 e Hatschi Bratschi del 1978. Nel 1979 con Reinhard Schiestl apre Don Quixote, senza sapere che i suoi 900 m sarebbero stati tra i più apprezzati e ripetuti; persino da lui che la salirà in solitaria in appena 1.20 ore.

Nello stesso anno giunge in vetta alla Marmolada di Ombretta lungo la nuova Vogelwield, aperta con Luggi Rieser e Luisa Iovane. Quest’ultima, grande donna e grande scalatrice, lo accompagnerà per tutta la vita, crescendo con lui e affermandosi tra le migliori del mondo. Oltre a lei, ha come compagni più fidati gli austriaci Schiestl, Rieser (Darshano), Egon Wurm, Peter Brandstätter e Hans Hölzl.

Non solo Marmolada e non solo aperture, celebre la sua ripetizione del Grande Muro al Sass de la Crusc, aperta da Messner e Frisch nel 1969. Seguendo la via a lui “più logica” non affronta il temuto “muro impossibile” ma lo aggira con una lunga traversata, aprendo la variante nominata appunto “Mariacher”. Scoperto l’equivoco, torna l’anno successivo realizzando la prima libera della via, dichiarando l’VIII-.

Il fascino della Marmolada lo attira ogni anno e così, nel 1980, apre Abrakadabra: 15 ore, pochissimi chiodi e grandi rischi. 

Quell’anno vola alla volta degli USA ripetendo il Nose e provando la futuristica salita in libera della Salathé con Manolo, sui 1000 metri del Capitan, dimostrandosi a suo agio anche su granito. 

Il 1982 è un anno chiave sia per l’apertura della via Ombrello sia, e soprattutto, per quella di Moderne Zeiten, nota a tutti come Tempi Moderni, con Luisa Iovane. Chiunque, sfogliando riviste o scorrendo social, è stato catturato da una foto della famosa “rigola”. Oltre alla bellezza della linea, colpisce lo stile di apertura: scalata completamente in libera e con uso di skyhook solo per fermarsi a chiodare. Maurizio Giordani dopo la sua solitaria nel 1985 disse: “Tempi Moderni: La più bella scalata in roccia della mia vita”

Questa è l’ennesima conferma di come Mariacher viva la montagna come una ricerca personale e non una conquista. Lui stesso dirà: “L’arrampicata può essere una forma di arte o può essere sport, può essere meditazione o competizione, l’arrampicata è quello che noi scegliamo…” Lo dimostra ancora nel 1982 con la seconda ripetizione della Via Soldà, sempre in Marmolada, ma in inverno, quella stagione che richiede pazienza, tenacia e grande resistenza, regalando un grande viaggio introspettivo.

Tra i padri dell’arrampicata sportiva

Mariacher ha una visione decisamente aperta e futuristica dell’arrampicata; non può quindi restare indifferente alla nascita del free climbing in Italia. La svolta avviene nel 1982 quando, con Roberto Bassi, disegna “Specchio delle mie brame”, un monotiro di 6B+ aperto calandosi dalla cima del Colodri piantando degli spit, probabilmente i primi messi dall’alto in Valle del Sarca.
Sulla stessa parete, l’anno successivo, chiodano insieme, con lo stesso stile, la via sportiva di più tiri “Zanzara e Labbradoro”. Ormai la strada è presa. 

Lo spit apre al gruppo formato da lui, Luisa Iovane, Bassi, Maurizio Zanolla, per tutti “Manolo”, e Bruno Pederiva un mondo di possibilità verticali, fatto di placche e strapiombi fino ad allora improteggibili. 

Nascono così le prime falesie, un mondo dove la componente psicofisica è ancor più importante, ed ecco quindi in Valle del Sarca le celebri Nuovi Orizzonti, San Paolo, Swing Area, il Pilastro delle Vergini e la Spiaggia delle Lucertole. In Dolomiti le falesie in Val San Nicolò rappresentano il cantiere dell’alta difficoltà. Qui Mariacher sale “Kendo” nel 1986 con il grado di 8B+. Poco più tardi ne salirà un altro a Smith Rock, negli USA.

Lo stesso anno, con Luisa Iovane, si esprime al massimo sul Sasso delle Undici, una parete sul versante Nord della Marmolada, tracciando dal basso, con un trapano a batteria, una via di ben 300m fino al 7C+. Mai nome fu così azzeccato: “Tempi Modernissimi”. Corre su una parete allora senza valore storico alla ricerca di alta difficoltà e piacere della scalata, senza tuttavia togliere impegno ed ingaggio. Vedere una parete e, poi, interpretarla è nelle mani e nella mente dell’alpinista, come lui stesso sostiene: “Le rocce e le montagne sono sempre le stesse, è la nostra prospettiva che cambia…”

Difficoltà e grado vanno a braccetto con “competizione” e, dopo il primo esperimento a Bardonecchia del 1985, il campionato di Arco del 1986  è un successo insperato di pubblico. Mariacher, Bassi, Manolo e la Iovane non restano indifferenti a questo mondo e partecipano a numerose edizioni di Sportroccia, un’occasione di confronto con le realtà di tutto il mondo rappresentate da Patrick Edlinger, Stefan Glowacz, Jerry Moffat, Ben Moon, Jacky Godoffe, Lynn Hill e Catherine Desnivelle, solo per citarne alcuni.

Le gare a loro volta vanno a braccetto con sponsor e aziende, così Mariacher inizia una lunga collaborazione con La Sportiva, con tanto di scarpette gialle e viola che portano il suo nome, e proseguirà poi con SCARPA.

Nel mentre non resta indifferente alle grandi pareti del cuore e, nel 1987, chiude il cerchio di una storia complicata realizzando la prima libera della “Via Attraverso il Pesce” con Pederiva. Una linea che corre sul compatto “specchio d’argento” della Marmolada, da lui tentato con il suo stile minimalista e in completa libera.

Sempre al passo con i tempi, Mariacher si dedica sia alla fotografia sia alla realizzazione di film: regista di “Hard Rocks” del 1989 e protagonista di “Ritorno al Silenzio”, premiato come miglior film di arrampicata al Banff nel 1993.

Uno dei migliori interpreti dell’alpinismo degli anni ‘70 e ‘80, che con le sue salite in Marmolada, Valle del Sarca e in tutto il mondo ha aperto le porte all’arrampicata libera, quella fondata su grande impegno e, soprattutto, etica. Una strada aperta ed imbracciata dai più grandi di oggi e di domani.

Principali salite in falesia

  • Kendo – 8B+ in Val San Nicolò, 1986
  • East Face of Monkeyface – 8B+ a Smith Rocks (USA), 1987
  • Rude Boys – 8B a Smith Rocks, 1987
  • Looping – 8B in Val San Nicolò, 1988
  • Sprayathon e Cryptic Egyptian – entrambi 8B a Rifle (USA), 1994

Principali vie lunghe

  • Charlie Chaplin – prima salita, con Peter Brandstätter, sulla parete nord del Laliderer in Austria, 1977
  • via Delle Guide – prima salita in libera con Luisa Iovane, Torre di Valgrande, 1977
  • Harlekin – prima salita con Reinhard Schiestl, Marmolada, 1977  
  • Hatschi Bratschi – prima salita con Luggi Rieser e Reinhard Schiestl, Marmolada, 1978 
  • Via Messner – seconda salita, con variante, con Luisa Iovane, Sass dla Crusc/Pilastro di Mezzo, 16 luglio 1978 
  • Vogelwild – prima salita con Luggi Rieser e Luisa Iovane, Marmolada, 1979
  • Zulum Babalù – prima salita con Egon Wurm, Marmolada, 1979
  • Don Quixote – prima salita con Reinhard Schiestl, Marmolada, 1979
  • Via Messner – quarta salita e prima libera, con Luisa Iovane, Sass dla Crusc/Pilastro di Mezzo – 16 settembre 1979
  • Nose e Salathé – El Capitan, 1980
  • Abrakadabra – prima salita con Luisa Iovane, Marmolada, 1980  
  • Sancho Pansa – prima salita con Luisa Iovane, Marmolada, 1980 
  • La Mancha – prima salita con Luisa Iovane, Reinhard Schiestl e Manfred Ruf, Marmolada, 1981
  • Ombrello – prima salita con Luggi Rieser, Marmolada, 1982 
  • Tempi moderni – prima salita con Luisa Iovane Marmolada, 1982
  • Attraverso il Pesce – seconda salita con Luisa Iovane, Bruno Pederiva, Maurizio Zanolla, Marmolada, 1984
  • Tempi modernissimi – prima salita con Luisa Iovane, Sasso delle Undici, 1986
  • Attraverso il Pesce – prima salita in libera con Bruno Pederiva, Marmolada, 1987

Libri

  • Barili on the rock, di Roberto Zannini, Vividolomiti, 2017

Film

  • Ritorno al silenzio, film di 30 minuti girato dallo stesso Heinz e da Sepp Wörmann, 1992
  • Hard Rocks, di Heinz Mariacher con il cameraman Sepp Wormanndel, 1988 
  • Video sulle salite di numerosi monotiri, tra i quali: “Kendo”, “Rude boys” e “Basic Instinct”

“Mi piace sempre dire che ogni montagna è grande come la facciamo noi.”

Heinz Mariacher

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Un commento

  1. Diciamo anche che ha avuto come compagno di cordata Pierluigi Bini, fenomenale alpinista romano, maestro di Luisa Iovane, a volta dimenticato

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