Itinerari

Gran Sasso: i due sentieri per ammirare la parete Nord del Camicia

Con il naso all’insù nel Fondo della Salsa, o sulla cresta del Balcone ad affacciarsi su un vuoto impressionante: sono i due modi per ammirare il “piccolo Eiger” d’Abruzzo, salito per la prima volta nel settembre del 1934 da due Aquilotti di Pietracamela

Come si fa ad ammirare il “piccolo Eiger” dell’Appennino? Chi non vuol faticare può fermarsi accanto alla strada che dà accesso a Castelli, due chilometri prima del paese, e ammirare lo slancio della parete Nord del Camicia che, vista da qui, sembra incombere direttamente sulle case. Offre un colpo d’occhio perfetto, soprattutto con la luce del tramonto, l’autostrada che sale da Teramo verso l’imbocco del Traforo del Gran Sasso, e poi prosegue in direzione dell’Aquila e di Roma. Chi ammira il Camicia in questo modo, ovviamente, deve fare la massima attenzione a non distrarsi nella guida. 

Gli escursionisti, per ammirare da vicino la muraglia, hanno a disposizione due sentieri diversi. Il più breve, fattibile per gran parte dell’anno, sale da Colle Rustico, sulla strada che unisce Rigopiano a Castelli, fino al Fondo della Salsa, la selvaggia conca ai piedi della grande parete. 

E’ una camminata breve, che richiede un’ora o poco più di salita, e che dà l’impressione di entrare in un santuario naturale. Come le Tre Cime di Lavaredo da nord, come la parete Est del Rosa dal rifugio Zamboni-Zappa, la Nord del Camicia incombe su chi le si avvicina con una forza impressionante. Al disgelo, quando dalla parete scendono delle grandi cascate, lo spettacolo è ancora più suggestivo. 

L’altro modo di osservare la parete richiede un po’ di fatica in più, ed è possibile – grosso modo – da giugno inoltrato fino alla fine di ottobre. Consiste nel percorrere l’assolato e frequentato sentiero che sale da Fonte Vetica verso la vetta del Camicia. Mezz’ora prima dei 2564 metri e della piccola croce della cima, la cresta soprannominata giustamente “il Balcone” consente di affacciarsi sulla parete dall’alto. E’ una visione ancora più impressionante, in esposizione assoluta. Qualche camminatore arriva fino all’orlo, altri di sdraiano e si sporgono con cautela, qualcuno rinuncia e torna al vicino sentiero. L’esperienza, ovviamente, non va tentata nelle giornate di vento forte, e nemmeno con la montagna innevata, quando il Camicia resta molto frequentato ma sulla cresta del “Balcone” si formano delle grandi cornici.   

Itinerario: da Fonte Vetica al “Balcone” e alla vetta del Camicia

Partenza: Fonte Vetica 1604 m
Dislivello: 960 m
Tempo: 5.15 ore a/r
Difficoltà: E
Periodo consigliato: da giugno a ottobre

La monotona via normale del Camicia è resa emozionante dalle stelle alpine della Sella di Fonte Fredda, dagli incontri con i camosci e dalla cresta dove ci si affaccia (attenzione!) sul grande vuoto della Nord. Dalla cresta che sale al Tremoggia si scopre il Dente del Lupo. 

Il posteggio di Fonte Vetica (1604 m) all’estremità orientale di Campo Imperatore, si raggiunge da Fonte Cerreto, Santo Stefano di Sessanio, Castel del Monte o Rigopiano. Il sentiero (segnavia 252) sale lasciando a destra il vecchio rifugio e la Fonte Vetica (a sinistra sono i ruderi di un nuovo rifugio distrutto da un incendio) ed entra nella pineta.

Si va a destra a un bivio, si raggiunge un vallone e si esce sui prati della Sella di Fonte Fredda (1994 m, 1 ora), ricchi di stelle alpine. Si piega a sinistra, e si affronta a ripida dorsale erbosa (segnavia 254) che porta al Monte Tremoggia (2350 m, 1 ora), da cui appaiono il Dente del Lupo e il canalone del Gravone. 

Oltre la Sella del Tremoggia si raggiunge il sentiero del Vallone di Vradda. Poco dopo ci si può alzare di pochi metri verso destra fino al “Balcone” (non ci sono indicazioni, ma il luogo è evidente) per affacciarsi dall’alto (2470 m) sulla Nord. Non ci sono difficoltà, ma l’esposizione è fortissima. Il sentiero continua fino a una larga sella, poi sale per ghiaie fino alla vetta del Camicia (2564 m, 1 ora), belvedere verso Campo Imperatore, il Monte Prena e il Corno Grande. 

In discesa si torna per la via di salita al bivio prima della Sella del Tremoggia. Qui si piega a destra, e ci si abbassa in diagonale per un monotono sentiero sulle ghiaie (segnavia 253) affacciato sul Vallone di Vradda. Si scavalca un crinale, si scende per delle rampe sassose, poi si torna alla pineta e al punto di partenza (1.30 ore).

Itinerario facile: da Colle Rustico alla base della Nord del Camicia

Partenza: Colle Rustico 770 m
Dislivello: 400 m
Tempo: 1.45 ore a/r
Difficoltà: E
Periodo consigliato: da maggio a novembre 

Un breve sentiero conduce al Fondo della Salsa, l’anfiteatro alla base della Nord, dove una targa ricorda l’alpinista aquilano Piergiorgio De Paulis, precipitato dalla parete nel 1974, mentre tentava con due compagni la prima salita invernale della muraglia. Oltre la fine del sentiero segnato, la forra è esposta alle cadute di sassi. 

Da Castelli si segue la strada per Rigopiano. Superate le case di San Rocco e San Salvatore si entra nel bosco e si raggiunge la località Colle Rustico, dove un tabellone indica una carrareccia (770 m). Si può arrivare anche da Farindola e Rigopiano per la pedemontana, o da Fonte Cerreto, Santo Stefano di Sessanio o Castel del Monte per Campo Imperatore e il Vado di Sole.

Si imbocca la carrareccia (segnavia 245 e Sentiero dei Quattro Vadi), che sale in una faggeta dalla quale si intravvede la Nord, scavalca una sella e scende a una captazione dell’acquedotto. Si traversa (900 m) un vallone, poi si sale per un ripido sentiero, in vista della Nord e dei torrioni che si alzano sulla sinistra. 

Dove la pendenza diminuisce, su un cocuzzolo, un monumento in ceramica ricorda Piergiorgio De Paulis. Poco oltre sono una targa metallica (1050 m, 1 ora) dedicata all’alpinista aquilano, e un memoriale che ricorda un pilota caduto qui con il suo aereo. 

Qui si incrocia il Sentiero dei Quattro Vadi, più avanti inizia il Fondo della Salsa, la forra ai piedi della Nord, verso la quale in primavera precipitano delle spettacolari cascate. Proseguire è pericoloso a causa delle frequenti cadute di sassi. In discesa occorrono 0.45 ore.

Novant’anni fa, la prima salita della Nord

Il 20 settembre del 1934, novant’anni fa, è una data fondamentale nella storia dell’alpinismo abruzzese. Quel giorno Bruno Marsilii e Antonio Panza, due “Aquilotti” di Pietracamela, compiono la prima salita del “piccolo Eiger” del Gran Sasso. 

Raggiungono all’alba il Fondo della Salsa, superano un salto di roccia levigata e friabile, proseguono per zolle erbose traballanti ma quasi verticali. Poi un passaggio al limite del quinto grado porta i due amici su un “esile corridoio d’erba”, una cengia che taglia la parete. Riprendono fiato, mangiano un boccone, poi ripartono e rischiano la pelle, perché un chiodo che esce da una fessura fa cadere Antonio addosso a Bruno, e i due rischiano di precipitare. 

Allora gli alpinisti continuano sulla cengia, entrano in una grande conca, proseguono per “ciclopiche placche levigatissime”, dove le difficoltà sono alte (ancora quarto e quinto grado) ma la roccia è ottima. L’ultima parte della salita è disturbata dalla pioggia e dal vento, nella discesa verso Campo Imperatore i due vengono rifocillati da un pastore. 

Quando tornano finalmente a Castelli, la gente del borgo non crede all’impresa. Dovrà a farlo due anni dopo, quando Marsilii e Panza torneranno sulla Nord, apriranno una variante, e lasceranno a metà della via una maglia rossa legata a un chiodo.      

Altri itinerari sull’Appennino che potrebbero interessarti

Due itinerari per raggiungere la vetta della “montagna di Roma”
Il Lago della Duchessa, straordinario crocevia di storie e sentieri
Rinasce il rifugio Capo d’Acqua nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise
Sul Navegna, la montagna tra i due laghi
Alla scoperta delle Mainarde lungo sentieri poco noti del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise

Tags

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close