Itinerari

Sul Navegna, la montagna tra i due laghi

Tre belle escursioni autunnali sul massiccio calcareo del Lazio tutelato da una Riserva Naturale

Pareti e forre calcaree, crinali erbosi e castagneti, panorami che abbracciano il Gran Sasso, il Velino e i Lucretili. La catena calcarea che culmina nel Monte Navegna, e che separa i laghi artificiali del Turano e del Salto, è una delle più interessanti dell’Appennino laziale. L’accesso da Roma, utilizzando la A 24 fino a Carsoli, è breve e comodo. La quota delle vette – 1508 metri il Navegna, 1438 il Monte Cervia – è ideale per camminare in primavera e in autunno.

Le “montagne tra i due laghi” presentano due versanti molto diversi tra loro. A sud ovest, in direzione del Lago del Turano, scendono con versanti ripidi e pareti rocciose. I pendii del versante nord-orientale, più dolci, digradano verso il Lago del Salto rivestiti da fitti boschi di querce, faggi e castagni.

Protette dal 1988 da una Riserva Naturale Regionale, che è stata poi ampliata nel 1997, queste montagne ospitano l’aquila, il gatto selvatico, la puzzola, lo sparviero, l’astore, il picchio rosso maggiore, il picchio muraiolo e l’upupa. Gli eremi, le grotte-santuario dedicate a San Michele Arcangelo, le chiesette e i mulini dimostrano quanto sia antico il rapporto dell’uomo con questi monti.

Qualche anno fa, i primi sentieri segnati su queste montagne erano poco visibili, e indicati da bizzarri paletti colorati.  Da qualche anno la Riserva ha iniziato a realizzare segnavia bianco-rossi realizzati a norma e indicati dalla numerazione del CAI. Il Sentiero Italia, segnato nel 2018, scavalca da nord a sud il massiccio.

Il Monte Navegna, il più alto della zona, offre vastissimi panorami. Regala dei percorsi più vari il piccolo e sorprendente Monte Cervia, che la posizione rende un belvedere sul Lago del Turano, il Navegna, il Terminillo, i Simbruini e il Velino.

Sul cocuzzolo di Monte San Giovanni in Fistola, che si raggiunge da Collalto Sabino, sono i resti di un santuario eretto dagli antichi Sabini, sui quali dopo il Mille è stato eretto un monastero benedettino. La chiesa, decorata da affreschi, merita una visita attenta. Conviene verificare presso la Riserva (0765.790002) o la Pro loco di Collalto Sabino (331.8766590) se la chiesa è aperta.

Da Ascrea al Monte Navegna

(750 m di dislivello, 4.15 ore a/r, E)

L’itinerario che sale al Navegna da Ascrea, bellissimo nella parte iniziale a mezza costa, diventa un po’ monotono in alto. Si parte da un tornante (745 m) all’ingresso di Ascrea, accanto a un tabellone della Riserva.

Il sentiero sale a mezza costa, si affaccia sul Lago del Turano, continua tra ginestre e ginepri e si scende a un bivio (866 m, 0.30 ore) nel Fosso Valloppio. Si va a destra, risalendo il Fosso tra macchia e piccole radure fino alla Fonte le Forche, a due rifugi e al Passo le Forche (1143 m, 0.45 ore), da cui appaiono il Velino e il roccioso versante orientale del Navegna.

Si riparte traversando a sinistra, ed entrando in un rado bosco di querce. Si sale a un crinale e lo si segue fino a Colle Mogaro (1277 m, 0.30 ore). Si costeggia una recinzione, si supera un breve tratto roccioso, poi si sale per ripidi pendii erbosi e sassosi. Un sentiero più comodo porta alle rocce e alla croce della vetta (1508 m, 0.45 ore), magnifico belvedere. In discesa occorrono 1.45 ore.

Da Collegiove al Monte Cervia

(410 m di dislivello, 3 ore a/r, E)

L’itinerario che inizia da Collegiove è il più breve per salire al Monte Cervia, le cui rocce calcaree contrastano con i castagneti intorno al paese. La cresta oltre la Vena Maggiore è rocciosa ma elementare.

Dal centro (989 m), dove si parcheggia, si seguono le indicazioni per la Madonna del Monte Cervia. Si percorre una strada in salita (segnavia 344), si superano delle antenne, e si continua sulla strada sterrata che traversa il Fosso del Sambuco, tocca due fontanili e passa a valle della statua della Madonna. Poco oltre si raggiunge la cresta (1061 m, 0.30 ore) che scende a sud dal Monte Cervia.

Qui si inizia a salire per un sentierino (segnavia 344 e Sentiero Italia) che sale a sinistra della cresta e la raggiunge al cocuzzolo di Vena Maggiore (1370 m, 0.45 ore). Si scende al margine della faggeta, si tocca una sella con cartelli e continua su terreno roccioso fino a una croce (1394 m) ben visibile dal paese. Si superano altre rocce, poi un comodo pendio di erba e sassi porta alla cima (1438 m, 0.45 ore), da cui appare il Navegna.

Si scende dall’altra parte fino a un bivio dove il Sentiero Italia scende a sinistra verso Paganico Sabino. Poco dopo, dalla sella del Varco (1366 m), il sentiero scende a destra tra i faggi, poi supera a tornanti una zona ripida e rocciosa. In diagonale si torna a Collegiove (1 ora).

Da Collalto Sabino a Monte San Giovanni

(300 m di dislivello, 2 ore a/r, T)

Il cocuzzolo di Monte San Giovanni in Fistola, tra Collalto Sabino e le Gole di Riancoli, offre un bel panorama e si raggiunge con una piacevole camminata. Dal borgo medievale di Collalto (980 m) si segue la strada asfaltata che gira intorno al paese.

Un cartello indica l’inizio dell’itinerario, che si abbassa per una mulattiera (segnavia 346), tocca una casa e un fontanile raggiunge una strada sterrata. La si segue a sinistra, su un crinale affiancato da un castagneto, toccando alcuni casali. Ci si tiene a sinistra a un bivio, si tocca l’area da pic nic di Vallicella (850 m, 0.30 ore), con fonte, e si continua tra fitta vegetazione. Un tratto ripido e sassoso porta alla vetta, ai resti del tempio e alla chiesa di San Giovanni (1021 m, 0.30 ore). Il ritorno richiede lo stesso tempo.

 

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