Camminare nel Vallone di Bellino, nel Cuneese, sui luoghi di un’epica battaglia del 1744
Lunga escursione tra vette, creste e resti di fortificazioni settecentesche. Grandiosi panorami e antichi alpeggi, fanno da sfondo alla camminata nella storia
La geografia politica moderna ci ha abituato a una concezione rigida dei confini, spesso ancorati allo spartiacque alpino. In realtà si tratta di un dato piuttosto recente, consolidato dalle variazioni conseguenti all’ultimo conflitto mondiale: l’evoluzione storica è molto più complessa e permette di osservare situazioni in cui i limiti territoriali degli stati si compenetravano senza tener conto della barriera delle Alpi, creando i presupposti per modalità di integrazione culturale e socio-economica del tutto diverse da quelle odierne.
È il caso di un’estesa porzione dell’alta valle Varaita, in provincia di Cuneo, comprendente gli attuali comuni di Casteldelfino, Bellino e Pontechianale, fin dagli inizi del XIII secolo scorporata dai domini del Marchesato di Saluzzo per essere annessa al Regno di Francia quale possesso del Delfinato. In conseguenza del trattato di Utrecht nel 1713 viene ceduta al Ducato di Savoia: non trascorreranno molti anni che, per le turbinose vicende delle guerre di successione, quest’area si ritroverà in una posizione strategica primaria per il controllo di rinnovate ambizioni francesi sul Piemonte, e diviene perciò teatro di alcune operazioni militari significative.
Il combattimento di Pietralunga e Monte Cavallo
La dorsale divisoria tra i due rami terminali della Valle Varaita, quello di Bellino e quello di Pontechianale, fu insieme allo spartiacque principale oggetto di estesi lavori di fortificazione a partire dal 1743, nella fondata previsione di un’avanzata francese. Questo contrafforte presenta la particolarità di essere interrotto da uno sbarramento roccioso trasversale, il Monte Pietralunga (Péiro Lòngio), alto 2731 metri, di difficile superamento se non aggirandolo a Sud verso il basso. La strategia difensiva aveva previsto lunghi trinceramenti a guardia dei colli laterali, una ridotta sulla postazione inferiore dominante il fondovalle di Pontechianale, la Punta del Cavallo (2290 m), e un ponte ad una sola campata con pilastro intermedio minato sul dirupo a sud di Pietralunga per assicurare i collegamenti.
Il 19 luglio 1744 l’avanguardia francese, con il favore delle nebbie, impostò un avanzamento in quota. I piemontesi fecero saltare il ponte e si concentrarono sulla difesa del tratto più basso della cresta, non prevedendo però che drappelli nemici potessero essere in grado di forzare l’impervio passaggio scendendo attraverso il salto di roccia, chiamato “Passo del Ciat”, al centro della parete del Monte Pietralunga, e convergere con una manovra ricordata come esemplare nella guerra di montagna. La disperata difesa dell’ultima posizione, quella di Monte Cavallo, costò molti caduti ad entrambe le parti ma non impedì l’invasione di tutta l’alta valle, preludio alla progressione dei francesi verso Cuneo e all’assedio della città.
L’itinerario: Punta del Cavallo, Monte Pietralunga e Passo del Ciat, sulle tracce della battaglia del 1744
Partenza e arrivo: loc. Chiesa di Bellino (CN)
Dislivello: 1290 m
Difficoltà: E
Tempi di percorrenza: 5 ore
Dalla borgata Chiesa di Bellino (La Ghiéizo) si va al gruppo di case del Mas del Bernard (1466 m). Qui inizia una mulattiera siglata GTA e U63, che tocca alcune baite d’alpeggio, tra cui le Grange dell’Alp (1701 m), e continua oltre un impluvio (1791 m) fino a innestarsi nei pressi delle Grange Espeirà (1854 m) su una strada militare da seguire fino alla Punta del Cavallo (2290 m) sulla quale sorgono una grande croce e il monumento commemorativo della battaglia del 1744, costituito da una ricostruzione ipotetica dei ruderi del fortino.
Si procede ora sull’aperta dorsale della Punta della Battagliola (2401 m), il cui toponimo è preesistente e non ha attinenza con eventi bellici. Lasciata a sinistra la diramazione destinata a un rudere di ricovero sul pendio, si prosegue invece sulla cresta in direzione della parete del Monte Pietralunga. Mediante una cengia si entra da sinistra verso destra nel canale chiamato “Passo del Ciat”, che è attrezzato con catene e corde fisse e comporta il superamento di difficoltà elementari (I e II grado) sulle stabili rocce del lato destro idrografico. L’uscita sulla cima (2731 m) è semplice, la croce di vetta fronteggia una veduta da antologia del Monte Viso.
Rimanere sul panoramico crinale scavalcando le quote 2753 m e 2757 m, quindi scendere al Colle del Bondormir (2651 m). Un sentiero a sinistra (U 23), via via più marcato, inizia ad abbassarsi su una costola intermedia tra due avvallamenti di ampi pascoli e punta poi più ripido alla borgata Celle (Séles, 1686 m), il secondo centro principale del comune di Bellino.
Il rientro si effettua mediante un sentiero, parallelo alla strada provinciale, che si imbocca al tornante sotto la borgata Prafauchier e che nei pressi di Pleyne attraversa il torrente su una passerella, riportandosi con un tragitto a mezza costa a Fontanile (1480 m) e a Chiesa.
Comodi punti d’appoggio sono il Posto Tappa GTA “Trattoria del Pelvo”, a Chiesa di Bellino (www.trattoriadelpelvobellino.com), e il Rifugio Melezé, a Bellino S. Anna (www.meleze.it)
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