Alpinismo

Andrea Lanfri e Massimo Coda partono per il Monte Kenya

Il 24 luglio due alpinisti speciali, Andrea Lanfri e Massimo Coda, partiranno per il Monte Kenya, 5199 metri, la seconda vetta dell’Africa. L’obiettivo è una via nuova sulle rocce del Batian, la cima più alta. Per celebrare le loro amputazioni la vogliono chiamare “Unagambaindue”

Torna in scena Andrea Lanfri. Dopo i 6190 metri del McKinley/Denali in Alaska, raggiunti il 26 maggio insieme a Luca Montanari, dopo una vacanza sulle falesie dell’isola greca di Kalymnos, nell’Egeo, l’atleta e alpinista paralimpico toscano annuncia il suo nuovo progetto. Nelle prossime settimane Lanfri salirà su un volo per Nairobi, la capitale del Kenya, insieme all’amico Massimo Coda, alla sua compagna Elisa e alla fotografa toscana Ilaria Cariello. 

L’obiettivo dei quattro è il Monte Kenya, 5199 metri, la seconda montagna dell’Africa dopo il Kilimanjaro, che Lanfri e Coda hanno già salito negli anni scorsi. Ma se sul gigante della Tanzania si arriva per un faticoso sentiero sulle ghiaie, sulle due vette gemelle del Kenya, il Batian e il Nelion, si sale soltanto arrampicando. 

La via normale che inizia dal Lewis Glacier sale per placche e fessure con difficoltà fino al IV grado superiore, decine di altri itinerari presentano delle difficoltà maggiori. Gli escursionisti devono accontentarsi (si fa per dire) dei 4985 metri della panoramica Punta Lenana, dove si arriva per un sentiero senza difficoltà che inizia dalla Austrian Hut.      

L’obiettivo di Andrea Lanfri e Massimo Coda è di aprire una nuova via sulle rocce del Batian. Sul possibile tracciato non sappiamo nulla, anche se è probabile che i due si siano ben documentati. L’alpinista di Lucca e il suo amico di Biella, però, hanno già deciso il nome da dare al loro itinerario. 

Unagambaindue: perché la disabilità può essere superata 

Sarà “Unagambaindue”, perché Andrea, come chi ci segue sa bene, ha avuto le due gambe amputate sotto al ginocchio nel 2015 a causa di una meningite con sepsi meningococcica, che gli ha fatto perdere anche sette dita delle mani. 

Massimo Coda, invece, si è rovinato un piede a causa di una caduta in montagna. Dopo aver subito sedici interventi per cercare di recuperare la gamba, ha deciso di farsi amputare il piede inutilizzabile, e di tornare in montagna in maniera diversa. Con una gamba artificiale, dopo un percorso doloroso e complicato, è riuscito a salire molte cime delle Alpi e il Kilimanjaro. 

Sulla sua pagina Facebook, Massimo Coda si presenta con queste parole. “Il destino ha voluto mettermi al tappeto, ma a me piaceva vivere sospeso in un volo senza ali. Questa pagina descrive la mia seconda vita, o semplicemente la riconquista del mio vivere più autentico e puro”.

Come i nostri lettori ben sanno, Andrea Lanfri è impegnato da anni nella collezione delle Seven Summits, le vette più alte dei continenti. Dopo l’Everest, che ha raggiunto nel 2022, il Kilimanjaro, l’Aconcagua e il Kosciuszko gli restano da salire il Vinson, il “tetto” dell’Antartide) e l’Elbrus, nel Caucaso russo, che è ufficialmente la montagna più alta d’Europa.

Tanta Italia nella storia del Monte Kenya

Il Monte Kenya non figura in nessun elenco da record. Nella sua storia, però, gli alpinisti italiani hanno già lasciato delle tracce importanti. Centoventicinque anni fa, nel lontano 1899, l’alpinista scozzese Sir Halford MacKinder ha compiuto la prima ascensione del Batian grazie all’abilità su roccia e ghiaccio di due guide di Courmayeur, César Ollier e Joseph Brocherel. 

Ottantuno anni fa, nel 1943, tre militari italiani, Felice Benuzzi, Giovanni Balletto e Vincenzo Barsotti, sono fuggiti da un campo di prigionia britannico ai piedi del Monte Kenya, e sono saliti in una ripida e insidiosa foresta fino alla base delle rocce. Un tentativo al Batian compiuto da Benuzzi e Balletto è stato interrotto a causa delle difficoltà, della fame e della mancanza di materiale (la loro “corda” era stata realizzata con brandelli di cordini recuperati dalle brande del campo). 

Gli italiani hanno raggiunto comunque la Punta Lenana, vi hanno lasciato un tricolore anch’esso “fatto in casa”, sono tornati al campo e si sono riconsegnati. La loro impresa romantica è diventata famosa, il libro di Benuzzi “Fuga sul Kenya”, “No Picnic on Mount Kenya” nell’edizione inglese, è diventato un best-seller. L’augurio è che Andrea e Massimo, con l’aiuto di Ilaria e di Elisa, possano aggiungere un’altra pagina alla storia della cima più elegante dell’Africa.

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