Itinerari

Itinerario di due giorni al Rifugio Marinelli Bombardieri, alle falde dei ghiacciai del Bernina

Si cammina nel grandioso ambiente della Valmalenco, ai piedi dell’unico 4000 dell'arco alpino lontano dalle Alpi Occidentali. Attenzione ai tratti che potrebbero essere ancora innevati

L’escursione al Rifugio Marinelli Bombardieri è una delle più spettacolari dell’intera Lombardia. Il rifugio è abbarbicato su un promontorio roccioso con alle spalle la sfilata di ghiaccio e roccia del gruppo del Bernina e con le vette del Piz Roseg, dello Scerscen e dello Zupò che sfiorano la fatidica quota dei 4000 metri. Il rifugio è crocevia di molti itinerari, soprattutto se si decide di passarci la notte: le quasi 4 ore di salita sono piuttosto faticose e impegnative. Tra le molte possibilità per raggiungerlo, descriviamo quella che passa dal Rifugio Carate Brianza e il ritorno, dopo pernottamento, passando per il Rifugio Bignami. E’ sempre possibile scendere lungo l’itinerario di salita, sicuramente più semplice.

L’itinerario

Prima tappa: da Campo Moro al rifugio Marinelli Bombardieri

Partenza: Lago di Campo Moro (1996 m)
Arrivo: Rifugio Marinelli Bombardieri (2813 m)
Dislivello: + 880 m
Periodo: da luglio a metà settembre
Difficoltà: EE
Tempo di percorrenza: 3.30 ore

Da Campo Moro cartelli indicano la direzione per i rifugi Carate Brianza e Marinelli Bombardieri. Si scende per pochi metri sino ad alcune strutture di pertinenza del bacino artificiale. Il sentiero, subito ripido, guadagna quota in un bosco di larici.  Si prosegue costeggiando le propaggini inferiori del roccioso Sasso Moro. Il tracciato piega poi a destra lungo un tratto di falsopiano. Dove il  bosco si dirada si prosegue sovrastando il pianoro erboso dove sorgono i rifugi Mitta e Musella (2060 m). Ancora in piano, con qualche saliscendi, si cammina, ammirando il retrostante Pizzo Scalino (3323 m) e il Monte Disgrazia, verso sinistra.

Il sentiero ora si ricongiunge al tracciato della Alta Via e riprende la sua salita, sino all’imbocco, sulla destra, del sentiero discendente dalla Forca di Fellaria (2819 m). Uno sguardo per ammirare la stretta forra, e si continua dritto sulla principale, salendo molto ripidamente, con tornanti, i cosiddetti “Sette Colli della Disperazione”, sino al Rifugio Carate Brianza (2636 m, 2.45 ore da Campo Moro). Pochi metri oltre si raggiunge la Bocchetta delle Forbici, porta d’accesso al mondo dei ghiacci del gruppo del Bernina: da Est si notano le rocce delle Cime di Musella (3136 m), il Pizzo Roseg (3920 m), la Punta Sella (3511 m) e, più lontano, le forme peculiari del gruppo Entova, Malenco, Tremoggia.

Si segue ora il sentiero pianeggiante che, attraverso morene e nevai, punta verso la testata della valle. Dopo una ventina di minuti, si giunge in vista del rifugio Marinelli Bombardieri (2813 m), ancora alto e non certo vicino. Si sale, lasciando sulla destra, una zona di laghetti di fusione. Dopo alcuni tratti brevi, ma ripidi, in salita si raggiunge l’ampio terrazzo antistante il rifugio, da dove si ammirano, da Est, la Bocchetta di Caspoggio (3000 m), le Cime di Musella, il Sasso Moro, le Orobie Valtellinesi in lontananza, il Monte Disgrazia e il solitario vallone di Scerscen, alle spalle del rifugio, sovrastato da Bernina (4049 m), Scerscen (3971 m) e Roseg (3920 m).

Seconda tappa: dal Rifugio Marinelli Bombardieri a Campo Moro

Partenza: Rifugio Marinelli Bombardieri (2813 m)
Arrivo: Campo Moro (1996 m)
Dislivello: + 320 m – 1137 m
Tempo di percorrenza: 3.30-4 ore
Difficoltà: EE / F per il tratto della Vedretta di Caspoggio (ghiacciaio) e la discesa verso il Rifugio Bignami

Il giorno seguente si scende di quota per circa 150 metri di dislivello percorrendo a ritroso il tragitto dell’andata, sino ad un bivio. Si seguono le indicazioni, sulla sinistra, per la Bocchetta di Caspoggio, evidente intaglio roccioso. In questo tratto il tracciato non è sempre perfetto, in quanto dipende anche dagli smottamenti invernali. Si passa nei pressi di alcuni laghetti di fusione, soprattutto, a inizio stagione estiva, per proseguire in salita, costeggiando la Vedretta di Caspoggio, ove possibile (ometti, segni di sentiero), oppure mettendo piede sul ghiacciaio, in forte stato di regresso, ma ancora presente. E’ necessario prestare attenzione alla presenza di crepacci che potrebbero anche non essere visibili, soprattutto, quello terminale, adiacente l’intaglio roccioso della Bocchetta di Caspoggio (2983 m).

E’ necessario procedere in cordata, con attrezzatura adeguata (corda, piccozza e ramponi). La vera difficoltà dell’itinerario è proprio l’ultimissimo tratto che varia a seconda del crepaccio terminale e della presenza o meno di neve. Giunti all’intaglio della Bocchetta di Caspoggio (1.30 ore dal Marinelli), conviene prendersi un attimo di pausa, per ammirare la vista straordinaria sul gruppo del Bernina. Per scendere ora verso il Rifugio Bignami è necessario prestare attenzione: il primo tratto di sentiero è piuttosto ripido e roccioso. Ci si aiuta, invece, con brevi corde fisse, ripide e non difficili, sino a mettere piede su un tratto più semplice, tra sfasciumi pietrosi

Si perde ancora quota (ometti in pietra, tracce di passaggio e segni dell’Alta Via), sino al sentiero, più semplice, e poi sino ad un pianoro erboso, poco sopra il Rifugio Bignami. Si scende ora alle Baite di Fellaria. In breve si giunge al pianoro dove è adagiato il Rifugio Bignami (2401 m; 1 ora, dalla Bocchetta di Caspoggio). Quindi si costeggia il bacino artificiale del lago di Alpe Gera sino alla diga che si attraversa, raggiungendo il versante opposto. Si continua ora lungo la carrozzabile sterrata di servizio  sino ad una piccola cappella e, poco dopo, ecco il piazzale del bacino di Campo Moro (circa 1 ora, dal Bignami).

L’alternativa lungo il Vallone dello Scersen

Il secondo giorno, dal rifugio, invece di attraversare la Bocchetta di Caspoggio e scendere al Rifugio Bignami, oppure di percorrere il sentiero dell’andata, è possibile attraversare il Vallone dello Scerscen (EE; percorso non sempre facilmente individuabile nei tratti di pietraia). Il percorso è lungo e poco frequentato; sconsigliato in caso di nebbia o maltempo.
Dai pressi della bandiera del rifugio, si punta verso monte (cartelli), percorrendo un sentiero che, con erta discesa, costeggia le falde del Pizzo Argient (3945 m) e della Cresta Guzza (3869 m). A inizio stagione o in anni particolarmente nevosi è necessario prestare attenzione ad alcuni torrenti, a volte molto ricchi d’acqua. Si costeggia il torrente Scerscen, individuando ometti di pietra e i pochi segni di vernice e si giunge ai prati dell’Alpe Campascio, con i rifugi Mitta e Musella (2021 m; 3,30 ore dal Marinelli Bombardieri). Dai prati antistanti i rifugi si sale di pochi metri e ricongiungersi al tratto iniziale del sentiero dell’andata del primo giorno .  Si scende poi nel bosco, sino alla diga di Campo Moro (1 ora dai rifugi Mitta e Musella).

Come arrivare

La Valmalenco si raggiunge dalla statale 38 dello Stelvio, sino a Sondrio, ove si entra in valle. Si seguono le indicazioni per Chiesa Valmalenco. Si prosegue per Lanzada e Franscia (8 Km da Chiesa), da dove si percorre in auto la strada per il Rifugio Zoia (6,5 Km), parcheggiando nei pressi del bacino artificiale di Campo Moro.

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