Bartek Ziemski e Oswald Rodrigo Pereira in vetta al Kangchenjunga. Nonostante tutto e tutti
Dopo la resa quasi definitiva delle spedizioni commerciali, i due forti polacchi sono saliti sulla terza montagna della Terra senza nessun tipo di aiuto
Nei giorni scorsi i responsabili delle spedizioni commerciali impegnate sul Kangchenjunga, avevano, di fatto, alzato bandiera bianca. Il meteo non aveva consentito agli sherpa incaricati di rendere agibile la via di salita fino alla vetta dopo che abbondanti nevicate avevano sepolto le corde piazzate in precedenza. E prima ancora era stato il vento fortissimo a respingere gli alpinisti che erano riusciti a salire ai campi alti della parete.
Una decisione che ai più era apparsa inevitabile, ma non ancora considerata definitiva. Pare infatti che si confidi in un nuova finestra di tempo favorevole che potrebbe consentire il ripristino della linea di ascesa attrezzata e, di conseguenza, i tentativi di vetta. In molti però sono già sulla via del ritorno a casa.
Non tutti. E’ di ieri pomeriggio la notizia che qualcuno in vetta è arrivato comunque: senza ossigeno, senza sherpa, senza corde fisse. A darla è stata per prima la forte alpinista kosovara Uta Ibrahimi (11 ottomila saliti e attualmente al Campo base del Kanchenjunga): “I polacchi hanno raggiunto la vetta, non hanno avuto bisogno di accordi, né sherpa, solo loro. È per congratularsi con loro e anche per riflettere“.
Una conferma e qualche dettaglio in più sono arrivati poco più tardi dal sito polacco wspinanie.pl “Bartek Ziemski e Oswald Rodrigo Pereira hanno conquistato il Kangchenjunga. Bartko è riuscito a sciare fino al campo 4. Dopo una difficile discesa, anche Oswald arrivò al campo. Aspettiamo la mattina e ulteriori notizie dalla squadra. Incrociamo le dita per un arrivo sicuro a BC!”
Ziemski e Pereira, che nelle scorse settimane erano già saliti sul Makalu, hanno dunque effettuato la salita senza nessun tipo di supporto. La norma, fino a qualche anno fa, oggi invece si tratta di un’eccezione. Complimenti.
