Alpinismo

Hugo Ayaviri tenta la doppietta Everest-Lhotse senza ossigeno

L’alpinista boliviano, che ha già scalato i cinque colossi del Pakistan, è ora in Nepal per portare a termine uno dei progetti più interessanti sugli ottomila di questa primavera

Hugo Ayaviri esordisce sugli ottomila del Nepal, dopo aver scalato i cinque colossi pakistani. L’alpinista boliviano intende completare le salite di Everest e Lhotse nella stessa stagione, e senza l’uso di ossigeno supplementare. Se riuscisse nell’impresa, sarebbe il primo boliviano ad arrivare in vetta alla montagna più alta della Terra senza ossigeno, e il primo del suo Paese in assoluto a raggiungere la cima del Lhotse.

Negli ultimi anni, Hugo Ayaviri si sta facendo conoscere. Nella sua prima spedizione sulle grandi cime himalayane, nel 2021, il boliviano fece notizia per avere collegato le vette di K2 e Broad Peak in dieci giorni (sempre senza ossigeno), con il belga Niels Jespers. Inoltre, in quell’occasione aiutò Sajid Sadpara a trasportare il corpo del padre e a dargli sepoltura vicino al campo 4 del K2. Due anni dopo, Ayaviri tornò a legarsi proprio con Sadpara, sul Nanga Parbat. Non ancora soddisfatto, nella stessa estate si spostò sul Baltoro per salire i Gasherbrum II e I.

Everest e Lhotse nella stessa stagione: quanto è dura?

Nonostante la doppia salita di Everest e Lhotse sia abbastanza comune negli ultimi anni, non ci sono molti precedenti senza ossigeno. Secondo i dati del The Himalayan Database, 300 alpinisti hanno raggiunto le due cime nella stessa stagione. Tuttavia, solo cinque ce l’hanno fatta in stile no O2. Il primo fu Jozef Just nel 1988, quando raggiunse la cima del Lhotse il 28 settembre e dell’Everest il 17 ottobre, perdendo però la vita durante la discesa.

L’ultimo ad aver realizzato l’impresa è Nirmal Purja, che nella primavera 2022 ha salito le due montagne in due giorni consecutivi. Tuttavia, non si può parlare di traversata, dato che Nimsdai non ha seguito la linea più breve tra le due vette, ma è disceso sulla via normale dell’Everest fino all’ultimo punto comune con la normale del Lhotse per poi risalire. La traversata vera e propria consisterebbe nella salita del Lhotse dal Colle Sud, e nessuno l’ha ancora fatto senza ossigeno.

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