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Fernanda Maciel a tutta velocità sulla Piramide di Carstensz

La forte ultra runner brasiliana ha impiegato meno di due ore per completare salita e discesa. Ora le mancano il Denali e l'Everest per completare le Seven Summits

Fernanda Maciel ne ha “combinata” un’altra delle sue. La forte ultrarunner brasiliana, che da qualche anno alle gare preferisce gli FKT, ha stabilito un nuovo record di velocità up&down sulla Piramide di Carstensz (4.884 metri), la vetta più alta dell’Oceania, nota anche come Puncak Jaya e situata in Indonesia. L’atleta, che è anche una convinta sostenitrice della causa ambientale, è impegnata con il completamento delle Seven Summits e con questa ora sale a quota meno 2 (le mancano il Denali e l’Everest). Collezionare le sette cime più alte di ogni continente è per la Maciel, ex avvocato ambientalista, non solo una impresa sportiva ma una scusa per portare (o riportare di volta in volta) l’attenzione sugli ecosistemi più fragili del pianeta.

Al Kilimangiaro, oltre a stabilire l’FKT femminile, ha visitato il Centro orfani del Kilimangiaro, offrendo sostegno ai bambini locali. In Antartide sul Monte Vinson ha collaborato con l’Antarctic Science Foundation per studiare l’impatto del cambiamento climatico sul plancton. All’Elbrus, in Russia, ha sostenuto “Crisiscenter.ru”, un’organizzazione che aiuta le donne sopravvissute alla violenza, combinando i suoi successi fisici con la difesa sociale. All’Aconcagua si è impegnata con i funzionari di Mendoza per sensibilizzare sulla gestione sostenibile dei rifiuti del Parco dell’Aconcagua, affrontando il pesante impatto degli scalatori sull’ambiente della regione.

L’atleta e alpinista, classe 1980, è nata a Belo Horizonte ma vive da diversi anni a Chamonix, dove può allenarsi in ogni stagione e “rincorrere al meglio” i suoi sogni. Da sempre più avvezza alle sfide con se stessa che alle gare trail vere e proprie, nell’anno 2012 è stata la prima donna a correre il Camino di Santiago di Compostela in 10 giorni. Poi, come se questo non le bastasse e come se l’età per lei fosse solo un numero, si è data ai record di velocità sulle montagne più alte del pianeta.

“È stata una bella sfida!”, ha detto la Maciel al termine di quest’ultima impresa. “La salita (e relativa discesa) mi incutevano un certo timore si arriva qui già privati del sonno, le condizioni del campo base sono molto dure e non c’è cibo… Prima di partire, ad esempio, ho mangiato con una busta di pasta istantanea. Non c’era altro. Il tempo di solito è sempre brutto ma io sono riuscita a trovare una finestra di ben due ore di sereno. Il terreno era comunque molto scivoloso, con la neve in vetta. Ho fatto tutto in 1 ora e 48 minuti, salendo e scendendo da questa montagna, che in genere richiede circa 13 ore”.

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