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Cecylia Kukuczka: lettere da un mondo verticale

Pubblicato in Polonia un libro con le lettere tra Jerzy Kukuczka e la moglie, oltre a riflessioni di quest’ultima sul rapporto tra i grandi dell’alpinismo e la vita familiare. Una riflessione sull’autrice da parte del suo traduttore italiano

Il 2024 si apre per l’editoria polacca con una piacevolissima (e attesa) novità: Listy z pionowego świata. Wspomnienia żony himalaisty, ovvero Lettere dal mondo Verticale. Memorie della moglie di un alpinista himalayano. Autrice è Cecylia Kukuczka, moglie (purtroppo vedova) di Jerzy (Jurek) Kukuczka.

Dopo più di trent’anni dedicati alla memoria del marito e a crescere i due figli avuti con lui, finalmente Celina (così com’è conosciuta da tutti nell’ambiente) ha deciso di pubblicare le lettere e i ricordi privati di una storia personale che, oltre a presentarci un ricordo estremamente vivido del grande himalaista polacco, racconta in maniera pacata ma ferma, senza spazio per grandi lirismi, la storia di una donna divenuta vedova troppo presto e, soprattutto, le domande, spesso senza risposta che si sono poste e si pongono le persone che sono state vicine ai grandi alpinisti della storia: “Chi era l’uomo che amavo e che allo stesso tempo non conoscevo? Cosa c’era in quest’altro amore che se l’è consumato e che me l’ha portato via? Come crescere dei figli senza un padre, ma con la sua ombra sempre presente?”.

E’ lei stessa a darci una indicazione precisa: “Ho conosciuto Jerzy Kukuczka, il più importante scalatore himalayano polacco, solo dopo la sua morte. Non ha mai voluto portarmi con lui in Himalaya, nonostante glielo avessi chiesto. Ci ha protetto dalla verità sulla passione a cui si era dedicato perché probabilmente non voleva che temessimo per la sua vita”.

Conosco personalmente Celina Kukuczka da parecchi anni. Ho avuto la fortuna di incontrarla per la prima volta in occasione di un viaggio a Katowice per andare a concordare una nuova edizione de Il Mio Mondo Verticale di Kukuczka, in compagnia dell’editore Andrea Gaddi, del noto scrittore ed alpinista trentino Mario Corradini e di un altro mito dell’alpinismo, Krzysztof Wielicki.

L’incontro avviene all’interno di un ristorante, dove Wielicki mi presentò Celina, donna forte, ma dolcissima fin dalla prima stretta di mano.

La reciproca simpatia scocca con una risata quando arriva il cameriere per sentire cosa desideriamo mangiare. Alla mia richiesta di potermi disossare, con chi­rurgica precisione, uno stinco di maiale, piatto per il quale chi mi co­nosce sa che potrei fare follie, Celina e commensali scoppiano a ridere. A chiarire il perché della risata è Celina: “Luca, lo sai che lo stinco di maiale era il piatto preferito anche di Jurek? A lui piaceva tanto non solo mangiare, ma anche bere in compagnia degli amici”.

A quel punto, vista la mia passione per il buon vino, il buon cibo e per il famoso stinco, risulta chiaro il motivo per cui, per la nuova edizione delle opere di Kukuczka curata da Celina, il traduttore non può essere altri che il sottoscritto.

Celina mi racconta poi qualcosa di più della loro storia: aveva conosciuto Jurek nel marzo del 1972 in un ristorantino. Lui a festeggiare il compleanno e lei con alcune amiche. Gli sguardi si incrociano e da lì nasce la prima scintilla, cui segue il primo appuntamento. Un incontro che Celina definisce “davvero dolce ed affascinante”. I due iniziano a fare coppia fissa e lui non perde l’occasione per rendere lei partecipe della sua passione, iniziando a portarla a “fare serata” al Club d’Alta Montagna, dove Celina conosce ben presto i suoi amici e il mondo della montagna, arrivando a capire fin da subito che lui per nulla al mondo avrebbe mai rinunciato alle montagne.

Il matrimonio arriva solo dopo qualche tempo e grazie a un incidente durante una scalata che lo obbliga a passare qualche tempo a fare rieducazione. Visto che non può dedicarsi alle montagne, Jurek decide che è arrivato il momento di fidanzarsi ufficialmente con Celina e di fare le cose per bene. Quanto meno di provarci. Arriva la sera in cui si deve presentare a casa dei futuri suoceri per chiedere la mano dell’amata e si presenta con l’anello, un mazzo di fiori ed una bottiglia “giusta” per il futuro suocero. E’ però così goffo ed imbarazzato che come prima cosa consegna il mazzo di fiori alla sua futura cognata invece che alla futura moglie. Celina conclude la narrazione con la frase “e già mi è andata di lusso che abbia consegnato l’anello alla persona giusta”.

Il 24 giugno del 1975 si celebrano le nozze e subito dopo c’è il viaggio di nozze che porta Celina nei Laghi Mazuri. Con la sorella! Sì, perché nel frattempo Jurek aveva ricevuto un invito ad andare nelle Alpi e, dato che era ormai guarito, sorride alla moglie e parte per le Alpi Occidentali.

I racconti di Celina sono contraddistinti da una grande dolcezza, la stessa che accompagna questo suo libro (che può essere richiesto a sklep.jerzykukuczka.com), di sicuro interesse tanto per chi ha la passione dell’alpinismo, quanto per chi vuole comprendere chi da tale passione sia stato contagiato.

Di Celina Kukuczka e del suo incontro con l’autore dell’articolo v. Luca Calvi, Lost in Translation, Edizioni del Gran Sasso, Roma, 2023.

Per l’edizione delle opere di Kukuczka v. J. Kukuczka, Il Mio Mondo Verticale ed Altri Scritti, Versante Sud, Milano, 2022.

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